Investitori istituzionali, un mercato da quasi 1.000 miliardi di euro
Le difficoltà del 2022 sono ormai alle spalle: nel 2023, secondo l’ultimo rapporto di Itinerari Previdenziali, il settore è tornato a crescere
Il mercato degli investitori istituzionali in Italia è tornato a crescere dopo un 2022 particolarmente complicato. Lo scorso anno, secondo l’ultima edizione del tradizionale rapporto curato dal centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, il patrimonio complessivo del settore è ammontato a 993,4 miliardi di euro, arrivando a coprire il 48% del pil nazionale. “Nel 2024 supereremo ampiamente quota mille miliardi di euro”, ha affermato Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, nel corso della presentazione del rapporto che si è svolta questa mattina presso la sede di Borsa Italiana a Milano.
Bene anche il business della previdenza complementare, con il patrimonio complessivo dei fondi di mercato che si è piazzato al 14esimo posto della classifica dei paesi Ocse con risorse per poco più di 260 miliardi di euro e un’incidenza dell’11,3% sul pil nel 2023.
In positivo infine anche il dato relativo ai rendimenti, scivolato nel 2022 per la prima dopo molti anni al di sotto dei parametri obiettivo rappresentati da rivalutazione del tfr, inflazione e media quinquennale del pil. Nel 2023 le cose sono andate decisamente meglio: +8,4% per i pip, +7,9% per i fondi aperti, +6,7% per i fondi negoziali e +4,4% per quelli preesistenti.
Il mercato, insomma, ha saputo recuperare il terreno perso nel 2022. “Valutando la redditività su orizzonti temporali più coerenti con il risparmio previdenziale, emerge come la buona diversificazione degli investimenti abbia consentito di mantenere un vantaggio nella media a 10 anni sia per i rendimenti composti sia per quelli cumulati, su inflazione e media quinquennale del pil, pareggiando il rendimento del tfr”, ha precisato Brambilla.
Una conferma, in tal senso, arriva anche dai dati registrati nei primi sei mesi del 2024. Gli investitori istituzionali hanno infatti registrato mediamente risultati positivi, in particolare nelle gestioni con una maggiore esposizione azionaria: +2,9% per i fondi pensione negoziali, +3,6% per i fondi aperti e +6,3% per i pip di ramo III. Nello stesso periodo il tfr è cresciuto di un ben più contenuto +0,9%, mentre il tasso di crescita dell’inflazione si è fermato allo 0,5%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA