PML (Probable maximum loss)
La valutazione del massimo danno probabile rappresenta una fase essenziale del processo di sottoscrizione, perché permette agli assicuratori di stabilire quanta parte del rischio si prevede che possa essere interessata dall’evento dannoso
15/05/2023
PML (Probable maximum loss o Massimo danno probabile) o EML (Expected maximum loss o Massimo danno atteso) sono acronimi che vengono utilizzati prevalentemente nell’assicurazione dei rischi property, per indicare l’ammontare del danno ragionevolmente atteso in una certa ubicazione del rischio, nel caso in cui la stessa sia colpita da un evento assicurato. In pratica, vogliamo conoscere la percentuale della somma assicurata (o, più raramente, anche l’ammontare in cifre) che ci si aspetta venga distrutta dall’evento che intendiamo coprire. La valutazione del PML rappresenta dunque una fase essenziale del processo di sottoscrizione, perché permette agli assicuratori di stabilire quanta parte del rischio si prevede che possa essere interessata dall’evento dannoso.
Come calcolarlo
È possibile cercare di calcolare il PML sulla carta, analizzando le planimetrie fornite dall’assicurato, ma un calcolo accurato non può prescindere dalla visita di un perito, il quale analizzerà il rischio e comunicherà al sottoscrittore il suo parere, compilando un rapporto di ispezione contenente le sue valutazioni per ciascuno dei rischi da coprire (l’incendio, ad esempio, ma anche un evento catastrofale, come l’alluvione), in rapporto alle partite assicurate.
Tale valutazione consentirà al sottoscrittore di calcolare quanta parte del rischio possa essere effettivamente distrutta dall’evento preso in considerazione e controllare se la capienza della sua compagnia sia sufficiente a coprire l’evento stesso. Se ciò non fosse, il rischio potrà essere accettato solo in parte, ed egli provvederà a riassicurare l’eventuale parte eccedente o a dividerlo con un altro assicuratore.
Avere un’idea del PML permetterà anche di stabilire quale potrebbe essere il premio più adeguato alla copertura prestata, rapportandolo alla probabilità di accadimento del sinistro. Se si trattasse della copertura di un fabbricato del valore di un milione di euro per il rischio dell’incendio, ad esempio, l’indicazione di un PML del 100% vorrà dire che è previsto che il fabbricato venga completamente distrutto dalle fiamme.
Un PML del 70%, invece, suggerirà al sottoscrittore che il massimo danno probabile dovrebbe ammontare a non più di 700mila euro.
Un alto grado di soggettività
Tuttavia, pur essendo uno dei termini più largamente usati, il concetto di PML è soggetto a qualche criticità. In realtà non esiste un sistema univoco e universalmente accettato per la stima del massimo danno probabile, perché ciascuna analisi prevede un certo grado di soggettività e deve tener conto delle tante variabili che possono insistere su ogni rischio. Per determinare il massimo danno probabile, ad esempio, bisogna considerare la distanza esistente tra i diversi corpi di fabbricato che costituiscono l’ubicazione assicurata. Se gli edifici sono sufficientemente distanziati, si prevede che il fuoco non si diffonderà dall’uno all’altro, distruggendo l’intero ammontare assicurato. Ma una guida per la definizione della giusta distanza di separazione, praticamente, non esiste e si finisce col ricorrere a convenzioni o standard di uso comune. Nell’ingegneria edile, ad esempio, tale distanza equivale generalmente a 10 metri, ma è necessaria una certa cautela, giacché un gran numero di elementi comunemente presenti nelle ubicazioni assicurate può vanificare distanze di separazione che a prima vista sembrerebbero adeguate. Potrebbero essere presenti ponteggi montati all’esterno degli edifici e materiali combustibili collocati tra i vari corpi di fabbricato. Per edifici con elevati carichi da incendio, poi, come le costruzioni in legno, la distanza minima generalmente considerata sale a 20 metri.
Anche la natura e l’entità del danno atteso sono difficili da prevedere, soprattutto se non si conoscono casi di precedenti o eventi simili da utilizzare come riferimento.
Insomma, pur rappresentando il risultato concreto delle tecniche di analisi del rischio più avanzate, l’alto grado di soggettività che caratterizza la valutazione del PML rende difficile la sua condivisione fra tutti gli operatori e spinge molte compagnie a chiedere che a ispezionare i rischi siano solo periti di propria fiducia.
Molti assicuratori infine, preferiscono determinare la capacità prestata su basi diverse e meno soggettive, come la TSI (Total sum insured o Somma assicurata totale), oppure la MUR, cioè la Massima unità di rischio che rappresenta, ad esempio, il fabbricato di maggior valore (purché sufficientemente separato dagli altri) che si trovi all’interno dell’ubicazione assicurata.
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