L’Italia tra ripresa e stelle cadenti
08/02/2018
L’Italia non è più Cenerentola. L’economia è in ripresa e il 2017 è stato un anno positivo, con un aumento del Pil nazionale quasi doppio rispetto alle stime di un modesto +0,8% di inizio anno.
La fiducia verso il nostro Paese è tornata e, come ha rilevato Standard & Poor’s in un recente convegno a Milano, anche per il settore assicurativo si prospetta un anno di sviluppo. Ridotta la concentrazione di titoli di Stato detenuti dalle compagnie, e nonostante queste siano ancora esposte al rischio sovrano domestico, le previsioni di crescita riguardano sia il ramo vita sia quello danni.
Al trend di crescita contribuirà certo lo storico livello di sottoassicurazione che distingue l’Italia da Paesi come la Francia e la Germania, unito alla propensione al risparmio della popolazione: la sfida sarà riuscire a intercettare una più corposa parte del risparmio delle famiglie per convogliarla in coperture assicurative, polizze vita e rami elementari.
Sul fronte vita, però, uno dei nodi principali riguarda da un lato la contrazione delle gestioni separate e dall’altro la prevista crescita di prodotti di ramo III: questa combinazione rischia di tradursi in una riduzione complessiva del comparto.
Quanto al ramo danni, la chiave di volta sarà la capacità delle compagnie di competere e distinguersi, attraverso prodotti, servizi, tecnologie e proattività commerciale, per conquistare il cliente in quella sfera cruciale che oggi porta il nome di “protezione”.
Il 2018, dunque, sembra aprirsi con un quadro economico decisamente più sereno rispetto al passato, ma presenta criticità con cui il settore assicurativo dovrà confrontarsi.
A preoccupare non sono solo gli aspetti legati all’andamento dell’economia e allo sviluppo del business danni e vita. I fronti aperti sul piano dell’adeguamento normativo sono numerosi e particolarmente sfidanti. Passando da Idd, Gdpr, Ifrs 17 fino all’intensa attività dell’Ivass, l’intero settore, sia compagnie sia intermediari, dovrà fare i conti con il peso e l’impatto di norme e regolamenti.
Sullo sfondo resta naturalmente l’instabilità politica, visto che le elezioni del 4 marzo rischiano di trasformare la ripresa in una meteora, vanificando tutti i risultati raggiunti e facendo ricadere l’Italia in una serie di debolezze contro le quali faticosamente abbiamo lottato negli ultimi anni.
Tra rischi e opportunità, la ricetta per il nostro Paese, così come per le assicurazioni, sarebbe tanto banale quanto difficile nella sua applicazione: sapere scansare i primi e cogliere le seconde. Una ricetta su cui il settore assicurativo, e l’Italia in generale, è chiamato a investire con impegno, competenza e lucidità nelle decisioni.
La fiducia verso il nostro Paese è tornata e, come ha rilevato Standard & Poor’s in un recente convegno a Milano, anche per il settore assicurativo si prospetta un anno di sviluppo. Ridotta la concentrazione di titoli di Stato detenuti dalle compagnie, e nonostante queste siano ancora esposte al rischio sovrano domestico, le previsioni di crescita riguardano sia il ramo vita sia quello danni.
Al trend di crescita contribuirà certo lo storico livello di sottoassicurazione che distingue l’Italia da Paesi come la Francia e la Germania, unito alla propensione al risparmio della popolazione: la sfida sarà riuscire a intercettare una più corposa parte del risparmio delle famiglie per convogliarla in coperture assicurative, polizze vita e rami elementari.
Sul fronte vita, però, uno dei nodi principali riguarda da un lato la contrazione delle gestioni separate e dall’altro la prevista crescita di prodotti di ramo III: questa combinazione rischia di tradursi in una riduzione complessiva del comparto.
Quanto al ramo danni, la chiave di volta sarà la capacità delle compagnie di competere e distinguersi, attraverso prodotti, servizi, tecnologie e proattività commerciale, per conquistare il cliente in quella sfera cruciale che oggi porta il nome di “protezione”.
Il 2018, dunque, sembra aprirsi con un quadro economico decisamente più sereno rispetto al passato, ma presenta criticità con cui il settore assicurativo dovrà confrontarsi.
A preoccupare non sono solo gli aspetti legati all’andamento dell’economia e allo sviluppo del business danni e vita. I fronti aperti sul piano dell’adeguamento normativo sono numerosi e particolarmente sfidanti. Passando da Idd, Gdpr, Ifrs 17 fino all’intensa attività dell’Ivass, l’intero settore, sia compagnie sia intermediari, dovrà fare i conti con il peso e l’impatto di norme e regolamenti.
Sullo sfondo resta naturalmente l’instabilità politica, visto che le elezioni del 4 marzo rischiano di trasformare la ripresa in una meteora, vanificando tutti i risultati raggiunti e facendo ricadere l’Italia in una serie di debolezze contro le quali faticosamente abbiamo lottato negli ultimi anni.
Tra rischi e opportunità, la ricetta per il nostro Paese, così come per le assicurazioni, sarebbe tanto banale quanto difficile nella sua applicazione: sapere scansare i primi e cogliere le seconde. Una ricetta su cui il settore assicurativo, e l’Italia in generale, è chiamato a investire con impegno, competenza e lucidità nelle decisioni.
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