Danni all’ambiente, solo lo 0,45% delle imprese italiane è assicurato
Lo rivela Pool Ambiente, sulla base della rilevazione statistica di Ania. Le imprese attive nel settore rifiuti sono quelle con il più elevato grado di copertura assicurativa (19,2%), davanti al chimico (6,97%) e al petrolifero (3,52%)
21/11/2023
Solo lo 0,45% delle aziende Made in Italy (microimprese, Pmi e multinazionali) si è dotato di una polizza assicurativa per i danni alle risorse naturali. È quanto emerge da un’elaborazione effettuata dal Pool Ambiente sulla base della prima rilevazione statistica condotta da Ania, a livello nazionale, sulla diffusione delle polizze di responsabilità ambientale tra le aziende nel 2021. Sul podio dei settori più assicurati troviamo quello dei rifiuti (19,12%), grazie anche all’obbligo di legge, introdotto nel 1999 dalla Regione Veneto, per le imprese del settore di sottoscrivere una polizza assicurativa e una fideiussione a favore della Regione per i danni all’ambiente. Completano il podio dei settori più assicurati contro i danni all’ambiente il chimico (6,97%) e il petrolifero (3,52%). In fondo alla classifica, sotto alla media nazionale, si trovano invece i settori del tessile e della lavorazione pelli (0,40%), trasporti (0,37%), civile, commerciale e turismo (0,02%).
Estendendo l’analisi della diffusione delle polizze per danni all’ambiente a livello regionale, si scopre come sia il Veneto, con l’1,33%, l’unica regione italiana con una percentuale di diffusione superiore all’1%, davanti a Liguria (0,63%), Basilicata (0,55%), Abruzzo (0,49%) e Piemonte (0,48%). La Lombardia, invece, con lo 0,42% è tra le 13 regioni che figurano sotto la media nazionale ma si può consolare con la conquista del primo posto per la raccolta premi (26%), davanti a Veneto (21%), Lazio (11%), Emilia-Romagna e Piemonte (7%). Chiudono la classifica per la raccolta premi Calabria, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta.
Quali potrebbero essere le azioni concrete da implementare, a livello nazionale, per incentivare le imprese a sottoscriverle? “Una possibile soluzione potrebbe essere quella di riconoscere dei vantaggi economici alle aziende che sottoscrivono una polizza ambientale, premiandole ad esempio nel punteggio per la partecipazione alle gare d’appalto”, dichiara Tommaso Ceccon, presidente di Pool Ambiente. “In generale, per raggiungere l’obiettivo di una maggiore diffusione di questo tipo di coperture sarebbe importante sviluppare un'azione coordinata, a livello nazionale ed europeo, per contribuire allo sviluppo di una cultura del rischio ambientale e a una maggiore cultura assicurativa”.
L’analisi per Regione
Soluzioni per favorire la domanda
© RIPRODUZIONE RISERVATA
👥