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Ania, serve una risposta coordinata per affrontare i costi della longevità

Di invecchiamento e ruolo dell’assicurazione per offrire soluzioni concrete si è parlato nel corso di un convegno di Itinerari Previdenziali, in cui è intervenuto il presidente di Ania, Giovanni Liverani

Ania, serve una risposta coordinata per affrontare i costi della longevità
La combinazione di un aumento della longevità, da un lato, e di una bassa fecondità, dall’altro, hanno portato a una struttura della popolazione che pone il nostro Paese fra quelli in cui gli effetti dell’invecchiamento sono più tangibili. E questa tendenza è in fase di accelerazione. “Una popolazione che invecchia presenta nuovi e maggiori bisogni di protezione contro i rischi e di tutela nelle fragilità legate all’età avanzata. Ma, più che di bisogni, secondo me, in questi casi si può o si deve parlare della necessità di individuare soluzioni di sistema per problemi di gigantesca portata per la società”. Ad affermarlo è stato il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, intervenendo oggi al convegno online intitolato Invecchiamento della popolazione: quanta protezione nel risparmio assicurativo?, organizzato da Itinerari previdenziali.

“Qualsiasi politica che abbia a cuore la protezione e l’assistenza dei cittadini nelle fasi più fragili della loro esistenza – ha sottolineato Liverani – non può non considerare l’importante contributo che le assicurazioni possono dare nella gestione complessiva del welfare e, in particolare, come fornitori di soluzioni finanziarie, certamente, ma anche potenzialmente servizi di assistenza che svolgano un ruolo integrativo e complementare alla mano pubblica”.

Il presidente di Ania ha ricordato che secondo le proiezioni della Commissione europea la popolazione dell’Ue scenderebbe, tra il 2022 e il 2070, da 448 milioni a 432 milioni. Il tasso di dipendenza degli anziani, ossia il rapporto tra individui oltre i 65 anni e quelli in età lavorativa (15-64 anni), aumenterebbe dal 36% al 59%. E se andiamo a vedere i dati relativi al nostro paese, le tendenze sono ancora più accentuate: la popolazione scenderebbe del 10% (da 59 milioni a 53 milioni) e il tasso di dipendenza salirebbe dal 41% al 66%: pensate, ci saranno due persone oltre la soglia dei 65 anni per ogni tre persone in età lavorativa.  
“È del tutto evidente – ha rimarcato Liverani – che questa tendenza difficilmente arrestabile segnala che necessariamente il nostro sistema di welfare pubblico avrà grandi difficoltà a soddisfare da solo i bisogni dei cittadini”.

La spesa privata per il welfare integrativo

Nel 2023 proprio Itinerari Previdenziali ha stimato che la spesa lorda delle famiglie destinata all’integrazione delle prestazioni pubbliche per pensioni, sanità e assistenza (soprattutto alla non autosufficienza) è stata pari a circa 108 miliardi di euro, che si traducono in 83 miliardi e mezzo al netto delle deduzioni e detrazioni previste dalla normativa fiscale vigente, per una spesa netta pro capite pari a 1.391 euro.
La prima voce, per il 47,4% della spesa totale lorda, è relativa ai costi sostenuti per la spesa sanitaria, sia direttamente da famiglie e individui (per 44,7 miliardi di euro) sia intermediata da fondi sanitari integrativi, società mutue e casse sanitarie o compagnie di assicurazione (per circa 6,5 miliardi).
La “non autosufficienza”, intesa come oneri sostenuti per l’assistenza domiciliare o residenziale, è la seconda voce, per una quota del 31,7% del totale ed è in crescita.

Il ruolo delle assicurazioni nel welfare integrativo

Secondo Liverani, le soluzioni assicurative hanno una caratteristica peculiare. “Attualmente – ha spiegato – le assicurazioni in Italia possono svolgere un ruolo chiave nel cosiddetto welfare integrativo e in particolare in tre ambiti: la previdenza integrativa, la sanità e la gestione della non-autosufficienza”. Le polizze Long term care, ad esempio, “possono rappresentare una soluzione sostenibile ed efficace”. Liverani ha citato il Fondo Long term care è stato istituito circa vent’anni fa per i dipendenti del settore assicurativo con caratteristiche molto interessanti, e ha sottolineato l’importanza di incentivare l’accantonamento di risorse sin dalla giovane età per proteggersi dalla non autosufficienza. “Risorse gestite con un solido approccio tecnico-attuariale che generano protezione e assistenza ma anche supporto all’economia reale, perché nel periodo di accumulo devono necessariamente essere investite nel circuito economico-finanziario del Paese”.  

Un modello di welfare innovativo

Il presidente dell’Ania ha auspicato la creazione di “un modello di welfare riformato e innovativo che, sfruttando anche la leva fiscale, integri in modo ottimale le risorse pubbliche e quelle private, assegnando un ruolo più definito e specifico alla componente integrativa”.  
In uno scenario di progressivo invecchiamento demografico e in un modello di welfare che fatica a trovare le risorse per coprire i bisogni della popolazione, l’industria assicurativa secondo Liverani può avvalersi di alcuni punti di forza: “la conoscenza approfondita dei rischi, il focus sulle misure di prevenzione e mitigazione dei rischi, la capacità, grazie agli strumenti offerti dall'evoluzione tecnologica e l’esperienza nella gestione di reti di assistenza, di ampliare la gamma dei servizi offerti sino a diventare non soltanto finanziatore ma potenzialmente fornitore globale di soluzioni a 360 gradi per le famiglie e per le imprese”.

L’Ania, ha concluso il presidente, “è fortemente concentrata sull'obiettivo di accompagnare questo processo evolutivo che contraddistingue l'intero mercato assicurativo, contribuendo a fare dell'assicurazione un pilastro sempre più forte su cui poggiare le soluzioni alle crescenti vulnerabilità di cittadini, lavoratori, giovani e popolazione anziana, al tempo stesso alleviandone il carico sulle risorse pubbliche”.

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