Climate change: per gli italiani le compagnie possono contribuire a ridurre il rischio
Da uno studio di Axa e Ipsos, risulta che gli italiani siano i più sensibili al tema del cambiamento climatico. Consapevoli delle cause e delle conseguenze, i cittadini del nostro Paese ritengono che anche le assicurazioni possano avere un ruolo nel contenimento del rischio, ma in collaborazione con lo Stat
04/06/2013
Si è svolto di recente a Milano il primo di una serie di seminari organizzati da Axa e dall'Università Bocconi sul tema del rischio, con l'obiettivo di discutere sul ruolo che le istituzioni private - unitamente al settore pubblico - possono avere nella prevenzione e protezione dal rischio climatico, con particolare attenzione all'aspetto di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, e sulle opportunità di crescita e sviluppo legate ai temi ambientali.
Base della discussione, i dati emersi dalla ricerca Axa - Ipsos che hanno evidenziato una particolare sensibilità degli italiani riguardo ai rischi da cambiamento climatico. Al dibattito hanno preso parte tra gli altri, Antonio Navarra, direttore del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Butch Bacani del United Nation Environment Programme Finance Initiative (Unep Fi), Valentina Bosetti, professore associato di Economia ambientale ed Economia dei cambiamenti climatici all'Università Bocconi, Dario Focarelli, direttore generale di Ania, Marzio Galeotti, professore di Economia dell'ambiente e dell'energia e ricercatore Iefe presso l'Università Bocconi.
Se quasi nove italiani su dieci si dicono convinti che il clima sia cambiato negli ultimi 20 anni, risultando essere i più preoccupati dalle conseguenze del cambiamento climatico (92%, livello più alto fra i Paesi europei), il motivo è legato anche al fatto che il nostro Paese è ormai da anni frequentemente soggetto ai rischi di catastrofi naturali, in modo particolare le alluvioni. Quello dei rischi legati alle conseguenze del cambiamento climatico è quindi oggi un tema non più rimandabile, soprattutto se si considerano i costi ad esso legati: in Italia, dal 1944 a oggi, sono stati spesi 245 miliardi di euro (una media di 3,5 miliardi all'anno) per riparare i danni derivanti da catastrofi naturali.
Gli italiani i più consapevoli del cambiamento climatico
Lo studio realizzato da Axa e Ipsos mette in confronto dati rilevati in alcuni Paesi. In generale, gli italiani risultano il popolo più preoccupato per i cambiamenti climatici: l'89% è convinto che negli ultimi 20 anni si sia verificato un cambiamento del clima, in modo particolare le donne risultano avere una maggiore consapevolezza rispetto agli uomini (92% contro il 87% degli uomini). La categoria più sensibile a questo tema risulta essere quella dei giovani tra i 18 e i 24 anni (circa l'87% del campione). Per otto italiani su dieci la causa del cambiamento climatico è identificata principalmente nel risultato delle attività umane, un dato superiore alla media dei paesi economicamente maturi (Europa, Giappone e Usa, 78%) e più vicino ai Paesi emergenti (Hong Kong, Indonesia, Turchia e Messico, 91%): i più scettici sono gli statunitensi, dove il 42% degli intervistati ritiene che i cambiamenti climatici siano da imputare a fattori naturali. I dati che emergono confermano comunque una tendenza a non sottovalutare il rischio del cambiamento climatico, più sentito evidentemente dai cittadini che dalle istituzioni: Da tema astratto per esperti e scienziati, il climate change è ora un'urgenza al centro dell'agenda e del dibattito pubblico - sostiene Isabella Falautano, responsabile relazioni esterne e istituzionali del Gruppo Axa in Italia - "Il tema chiave oggi è la consapevolezza, in particolare delle nuove generazioni, che sono le più esposte ai rischi del futuro. È anche nostra responsabilità accompagnare e far maturare, soprattutto nei giovani, la cultura e l'educazione sul tema, anche attraverso partnership multistakeholder per aiutare nella comprensione del rischio ambientale e delle sue conseguenze".
Per molti il climate change ha già un impatto nel quotidiano
Un dato interessante dello studio rivela come una parte significativa della popolazione italiana sia convinta che le conseguenze del cambiamento climatico abbiano già colpito la propria vita: il 42% pensa che abbiano influito sul proprio benessere personale (media globale del 30%), il 40% sulla propria salute e il 37% sulla dieta. Sono tutti elementi che segnalano una certa preoccupazione degli italiani per sé stessi e per le proprie famiglie.
Consapevoli del rischio, gli italiani ne attribuiscono la responsabilità ai Paesi sviluppati (93%), alle compagnie energetiche (94%) e alle aziende manifatturiere (95% contro una media del 88%).
Nell'affrontare la sfida alla crisi ambientale le compagnie assicurative possono, secondo gli intervistati italiani, avere un ruolo: il 65% ritiene che possano contribuire alla riduzione dei rischi correlati al cambiamento climatico e che possano aiutare le persone ad adattarsi alle sue possibili conseguenze. Tra gli ambiti dove è atteso un ruolo delle compagnie, emergono la promozione della ricerca scientifica e un'azione collettiva, in collaborazione con il settore pubblico, per adottare soluzioni condivise.
La soluzione coinvolge le assicurazioni
Si discute da tempo sul ruolo che in questo ambito può essere svolto dal mondo assicurativo, una posizione che, unita al necessario coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche, può rivelarsi utile nell'educazione e prevenzione così come nella gestione e mitigazione del rischio. Un ruolo che le assicurazioni sono pronte ad assumersi, e che il cittadino è pronto a riconoscere: "Qualcosa sta cambiando nell'opinione dei cittadini italiani" - ha sottolineato Andrea Rossi, amministratore delegato di Axa Assicurazioni - "Secondo la ricerca Axa-Ipsos, il cambiamento climatico è oggi una delle realtà che preoccupa maggiormente ed emerge la consapevolezza che, in quanto fenomeno collettivo, le risposte debbano essere comuni, in una logica di partnership virtuosa tra pubblico, privato e società civile che si rifletta positivamente sia sulla crescita economica, sia sulla sua sostenibilità nello spazio e nel tempo. Anche il settore assicurativo, - continua Andrea Rossi - nella sua vocazione più autentica di protezione e gestione dei rischi nel lungo periodo, è chiamato a raccogliere la sfida, per essere pienamente cittadino della comunità in cui opera".
Base della discussione, i dati emersi dalla ricerca Axa - Ipsos che hanno evidenziato una particolare sensibilità degli italiani riguardo ai rischi da cambiamento climatico. Al dibattito hanno preso parte tra gli altri, Antonio Navarra, direttore del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Butch Bacani del United Nation Environment Programme Finance Initiative (Unep Fi), Valentina Bosetti, professore associato di Economia ambientale ed Economia dei cambiamenti climatici all'Università Bocconi, Dario Focarelli, direttore generale di Ania, Marzio Galeotti, professore di Economia dell'ambiente e dell'energia e ricercatore Iefe presso l'Università Bocconi.
Se quasi nove italiani su dieci si dicono convinti che il clima sia cambiato negli ultimi 20 anni, risultando essere i più preoccupati dalle conseguenze del cambiamento climatico (92%, livello più alto fra i Paesi europei), il motivo è legato anche al fatto che il nostro Paese è ormai da anni frequentemente soggetto ai rischi di catastrofi naturali, in modo particolare le alluvioni. Quello dei rischi legati alle conseguenze del cambiamento climatico è quindi oggi un tema non più rimandabile, soprattutto se si considerano i costi ad esso legati: in Italia, dal 1944 a oggi, sono stati spesi 245 miliardi di euro (una media di 3,5 miliardi all'anno) per riparare i danni derivanti da catastrofi naturali.
Gli italiani i più consapevoli del cambiamento climatico
Lo studio realizzato da Axa e Ipsos mette in confronto dati rilevati in alcuni Paesi. In generale, gli italiani risultano il popolo più preoccupato per i cambiamenti climatici: l'89% è convinto che negli ultimi 20 anni si sia verificato un cambiamento del clima, in modo particolare le donne risultano avere una maggiore consapevolezza rispetto agli uomini (92% contro il 87% degli uomini). La categoria più sensibile a questo tema risulta essere quella dei giovani tra i 18 e i 24 anni (circa l'87% del campione). Per otto italiani su dieci la causa del cambiamento climatico è identificata principalmente nel risultato delle attività umane, un dato superiore alla media dei paesi economicamente maturi (Europa, Giappone e Usa, 78%) e più vicino ai Paesi emergenti (Hong Kong, Indonesia, Turchia e Messico, 91%): i più scettici sono gli statunitensi, dove il 42% degli intervistati ritiene che i cambiamenti climatici siano da imputare a fattori naturali. I dati che emergono confermano comunque una tendenza a non sottovalutare il rischio del cambiamento climatico, più sentito evidentemente dai cittadini che dalle istituzioni: Da tema astratto per esperti e scienziati, il climate change è ora un'urgenza al centro dell'agenda e del dibattito pubblico - sostiene Isabella Falautano, responsabile relazioni esterne e istituzionali del Gruppo Axa in Italia - "Il tema chiave oggi è la consapevolezza, in particolare delle nuove generazioni, che sono le più esposte ai rischi del futuro. È anche nostra responsabilità accompagnare e far maturare, soprattutto nei giovani, la cultura e l'educazione sul tema, anche attraverso partnership multistakeholder per aiutare nella comprensione del rischio ambientale e delle sue conseguenze".
Per molti il climate change ha già un impatto nel quotidiano
Un dato interessante dello studio rivela come una parte significativa della popolazione italiana sia convinta che le conseguenze del cambiamento climatico abbiano già colpito la propria vita: il 42% pensa che abbiano influito sul proprio benessere personale (media globale del 30%), il 40% sulla propria salute e il 37% sulla dieta. Sono tutti elementi che segnalano una certa preoccupazione degli italiani per sé stessi e per le proprie famiglie.
Consapevoli del rischio, gli italiani ne attribuiscono la responsabilità ai Paesi sviluppati (93%), alle compagnie energetiche (94%) e alle aziende manifatturiere (95% contro una media del 88%).
Nell'affrontare la sfida alla crisi ambientale le compagnie assicurative possono, secondo gli intervistati italiani, avere un ruolo: il 65% ritiene che possano contribuire alla riduzione dei rischi correlati al cambiamento climatico e che possano aiutare le persone ad adattarsi alle sue possibili conseguenze. Tra gli ambiti dove è atteso un ruolo delle compagnie, emergono la promozione della ricerca scientifica e un'azione collettiva, in collaborazione con il settore pubblico, per adottare soluzioni condivise.
La soluzione coinvolge le assicurazioni
Si discute da tempo sul ruolo che in questo ambito può essere svolto dal mondo assicurativo, una posizione che, unita al necessario coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche, può rivelarsi utile nell'educazione e prevenzione così come nella gestione e mitigazione del rischio. Un ruolo che le assicurazioni sono pronte ad assumersi, e che il cittadino è pronto a riconoscere: "Qualcosa sta cambiando nell'opinione dei cittadini italiani" - ha sottolineato Andrea Rossi, amministratore delegato di Axa Assicurazioni - "Secondo la ricerca Axa-Ipsos, il cambiamento climatico è oggi una delle realtà che preoccupa maggiormente ed emerge la consapevolezza che, in quanto fenomeno collettivo, le risposte debbano essere comuni, in una logica di partnership virtuosa tra pubblico, privato e società civile che si rifletta positivamente sia sulla crescita economica, sia sulla sua sostenibilità nello spazio e nel tempo. Anche il settore assicurativo, - continua Andrea Rossi - nella sua vocazione più autentica di protezione e gestione dei rischi nel lungo periodo, è chiamato a raccogliere la sfida, per essere pienamente cittadino della comunità in cui opera".
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