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La responsabilità civile inquinamento

In Europa è ancora lunga la strada da percorrere per giungere a una fattiva armonizzazione della normativa tra i sistemi degli stati membri

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La questione della Responsabilità Civile da Inquinamento si è dibattuta in Europa per lungo tempo, ma solo nei primi anni '90 il "polluter pays principle", che prevede l'obbligo di risarcire il danno ambientale causato, è divenuto effettivamente operativo.
Due documenti dell'Unione Europea si pongono alla base della Direttiva 2004/35/CE, più nota come ELD (Environmental Liability Directive).
Si tratta della "Green Paper on Remedying Environmental Damage" del 1993 e della "White Paper on Environmental Liability" del 2000.
Per definizione, una "Green Paper" costituisce il primo passo per l'individuazione di una problematica che si pensa richiederà un intervento legislativo da parte dell'Unione Europea. Una "White Paper", invece, definisce già il quadro entro cui l'intervento legislativo dell'Unione si muoverà.
I principi enunciati nei due documenti summenzionati, hanno dunque trovato la loro realizzazione nella ELD Directive del 2004, che prevedeva il loro recepimento da parte degli Stati Membri, entro il 30 Aprile 2007.
Scopo della Direttiva sono la prevenzione ed il risanamento dei danni causati ad animali, piante, habitat naturali, acqua e suolo, da parte di operatori che svolgono specifiche attività pericolose per l'ambiente (regolarmente elencate a questo fine nell'Annex III) ed, in genere, da chiunque causi tale tipo di danno per negligenza o colpa.
La Direttiva definisce per tutti costoro l'obbligo di rispondere delle spese necessarie a "riparare" il danno. Per quei soggetti la cui attività dovesse causare una minaccia imminente per la salvaguardia dell'ambiente è invece fatto obbligo di intraprendere azioni preventive immediate, per evitare che tale minaccia si realizzi.

La definizione del danno ambientale
Il "Danno Ambientale" viene definito come pregiudizio diretto o indiretto arrecato all'ambiente acquatico, alle specie ed agli habitat naturali protetti dall'Unione, nonché come contaminazione del suolo, che causi un rischio significativo per la salute dell'uomo.
Specie ed habitat protetti dall'Unione sono indicati rispettivamente:
.dalla Direttiva 2009/147/EC (anche nota come Birds Directive), che identifica 193 specie di uccelli considerate vulnerabili o a rischio di estinzione;
.dalla Direttiva 92/43/EEC (Habitats Directive), che elenca 229 tipi di habitat naturali e 1.084 specie animali e vegetali, istituendo la "Rete Natura 2000", che conta oltre 25.000 siti protetti, in un territorio pari a quasi il 20% del suolo totale ed a 140.000 chilometri quadrati di aree marine, nei 27 stati membri.
La ELD prevede anche il risarcimento dei danni causati dai cosiddetti OGM (Organismi Geneticamente Modificati), durante il loro trasporto od in conseguenza del loro deliberato rilascio nell'ambiente.

Dalla responsabilità oggettiva al concetto di colpa
E' interessante notare come siano stati determinati due regimi di responsabilità distinti ma complementari. Per il primo, facente capo agli operatori che svolgono attività specificamente pericolose per l'ambiente (come da Annex III), vale il principio della responsabilità oggettiva.
Il secondo, che si applica a tutti gli altri soggetti, si basa invece sul concetto di colpa.
E' importante, infine, rammentare che l'operatività della ELD è soggetta ad un preciso limite temporale: i danni causati prima del termine del 27 Aprile 2007, previsto per la sua implementazione, non sono soggetti alle norme in essa contenute.
L'attività di recepimento della direttiva da parte degli Stati Membri è tuttavia proseguita anche oltre il 30 Aprile 2007. In alcuni casi, infatti, la piena armonizzazione della normativa prevista con le leggi esistenti è ancora in fase di completamento.
Inoltre, la necessità per alcuni paesi di provvedere al recepimento della ELD anche a livello delle amministrazioni locali comporta inevitabilmente il rischio che vi siano differenze anche importanti tra uno stato ed un altro, ad esempio, nell'esatta definizione di "area protetta".

La non perfetta armonizzazione dei diversi sistemi, costituisce dunque una sfida significativa per gli assicuratori, giacchè "i requisiti necessari per l'assicurabilità di un rischio di responsabilità si basano sulla chiarezza e certezza dei principi sottesi alla responsabilità stessa" (Rapporto CEA sulla ELD).
Le divergenze esistenti tra i vari ordinamenti locali, dunque, impattano necessariamente sul modo in cui sono disegnati i prodotti assicurativi offerti nell'ambito dell'Unione.
Il già menzionato Rapporto CEA sulla ELD, ad esempio, traccia una sorta di quadro delle problematiche delle quali un assicuratore dovrebbe tener conto, nel redigere una polizza RC Inquinamento (vd fig. 1):

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FIG 1 (Fonte: Navigating the Environmental Liability Directive: A practical guide for insurance underwriters and claims handlers, CEA, April 2009)


Divergenze anche sull'obbligo a contrarre
Un'altra questione assai dibattuta riguarda l'istituzione dell'obbligo a contrarre polizze assicurative per la responsabilità ambientale.
Anche in questo caso, le divergenze tra gli Stati Membri sembrano significative.
Al momento, solo otto paesi dell'Unione prevedono tale obbligo (Ungheria, Romania, Slovenia, Grecia, Portogallo, Spagna, Bulgaria e Slovacchia), e tutti con sistemi diversi.
Inoltre, in taluni paesi, indipendentemente dal fatto che sia prevista o meno la polizza obbligatoria, esistono dei Pool dedicati a questo tipo di assicurazione (Assurpol in Francia, PERM in Spagna, il Pool Inquinamento in Italia) e ciascuno sembra seguire un approccio diverso, sia nella definizione di Danno Ambientale che nell'ampiezza della copertura prestata.
Ad esempio, i costi di decontaminazione sono pienamente inclusi in alcuni casi, ma prevedono delle limitazioni specifiche in altri.
La stessa Commissione Europea che sovrintende all'implementazione della ELD negli Stati Membri riconosce livelli assai diversi di operatività delle coperture assicurative prestate (fig.2):

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Fig 2 (Fonte: European Commission Study on implementation effectiveness of the ELD - November 2009)

Insomma, nonostante l'obiettivo primario della Direttiva fosse proprio quello di garantire un approccio certo ed univoco alle problematiche relative alla tutela ambientale, la strada da percorrere per raggiungere l'armonizzazione dei sistemi normativi e delle coperture di riferimento sembra ancora lunga ed irta di ostacoli.


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