Innovare la catena del valore
Tutti i player del settore assicurativo dovranno diventare degli InsurTech. E in questa digital transformation va adottata una vista incrociata del customer journey e della value chain assicurativa
21/03/2016
Nel settore assicurativo si sta manifestando la stessa dinamica che è avvenuta in tutto il financial service, dove startup e altre società innovano, attraverso la tecnologia, uno o più step della value chain delle tradizionali financial institution.
Un esempio della digital trasformation è rappresentato, in Italia, dall’adozione del motor telematics: secondo gli ultimi dati dell’Ivass, nel terzo quarter del 2015, la black box era presente nel 15,5% delle nuove polizze e dei rinnovi auto. E l’InsurTech - dai dati Cb Insight - ha visto quasi 2,65 miliardi di dollari investiti nel 2015, rispetto agli 0,74 miliardi di dollari del 2014. Nell’affrontare questo nuovo fenomeno, gli analisti si stanno confrontando su cosa includere nel perimetro di osservazione, così come avvenuto nel corso del 2015 riguardo al FinTech.
Il mio punto di vista è che tutti i player del settore assicurativo dovranno, nei prossimi anni, diventare degli InsurTech: non è più pensabile, per una compagnia assicurativa, non domandarsi come far evolvere il proprio modello pensando a quali moduli della propria value chain trasformare o re-inventare attraverso la tecnologia e l’utilizzo dei dati. Il percorso realizzativo di questa digital transformation può avvenire creando all’interno le soluzioni, collaborando con altri player - sia startup sia incumbent – o attraverso acquisizioni.
Un nuovo framework mentale
Partendo dalla convinzione che tutti i player del settore assicurativo dovranno diventare delle InsurTech - dove la tecnologia avrà un ruolo pervasivo come enabler per raggiungere i propri obiettivi strategici - penso che la modalità con cui si possa analizzare efficacemente questo fenomeno, sia una vista incrociata del customer journey del cliente e della value chain assicurativa. Questo framework mentale, con cui tipicamente classifico ciascuna iniziativa InsurTech – siano esse start-up o soluzioni di provider consolidati o iniziative dirette delle compagnie assicurative – è articolato sulle seguenti macro attività:
1. Awarenss, area che riguarda tutte le attività di creazione di consapevolezza nel cliente (persona o impresa), del bisogno assicurativo, oltre agli aspetti di marketing dello specifico brand o offerta;
2. Scelta della soluzione assicurativa, dove si distinguono due macro cluster: gli aggregator che, secondo differenti modalità, hanno come caratteristica peculiare la comparazione di un ampio numero di differenti soluzioni; e gli underwriter a cui sono riconducibili le iniziative di innovazione delle modalità per costruire una singola offerta per lo specifico cliente, a prescindere dall’attività di comparazione;
3. Acquisto, ovvero le innovazioni focalizzate sulle modalità di perfezionamento dell’atto di vendita, incluso l’incasso dei premi;
4. Uso del prodotto assicurativo, che racchiude al suo interno tre step della value chain assicurativa molto differenti: la gestione della polizza, l’erogazione di servizi (una parte sempre più importante della value proposition assicurativa) e la gestione dei sinistri;
5. Raccomandazione, momento del customer journey che si sta affermando in numerosi settori come elemento chiave dell’esperienza del cliente con un prodotto;
6. IoT, in questa macro attività - trasversale alle attività sopra descritte – ricadono tutte le soluzioni hardware e software che rappresentano gli enabler approcci di connected insurance, in primis, il motor insurance telematics;
7. P2P, qui ricadono le iniziative che, negli ultimi anni, hanno iniziato a portare le logiche del peer to peer in ambito assicurativo, con uno spirito di fondo non distante da quello delle mutue assicurative.
In sintesi, una lettura in chiave evolutiva del fenomeno dell’InsurTech mostra, da un lato, la spinta verso ecosistemi in cui ciascuna value proposition diventa l’integrazione di un insieme di molteplici moduli appartenenti a differenti player e, dall’altro lato, confini sempre più sfumati tra i ruoli classici di distributore, fornitore (magari proveniente da un altro settore), assicuratore e riassicuratore.
In uno scenario come questo, vengono rimessi in discussione i rapporti di forza - e di conseguenza la quota di profit pool di competenza – dei differenti attori e ciascuno di essi potrà provare a collaborare o competere in funzione dei contesti e dei momenti.
Un esempio della digital trasformation è rappresentato, in Italia, dall’adozione del motor telematics: secondo gli ultimi dati dell’Ivass, nel terzo quarter del 2015, la black box era presente nel 15,5% delle nuove polizze e dei rinnovi auto. E l’InsurTech - dai dati Cb Insight - ha visto quasi 2,65 miliardi di dollari investiti nel 2015, rispetto agli 0,74 miliardi di dollari del 2014. Nell’affrontare questo nuovo fenomeno, gli analisti si stanno confrontando su cosa includere nel perimetro di osservazione, così come avvenuto nel corso del 2015 riguardo al FinTech.
Il mio punto di vista è che tutti i player del settore assicurativo dovranno, nei prossimi anni, diventare degli InsurTech: non è più pensabile, per una compagnia assicurativa, non domandarsi come far evolvere il proprio modello pensando a quali moduli della propria value chain trasformare o re-inventare attraverso la tecnologia e l’utilizzo dei dati. Il percorso realizzativo di questa digital transformation può avvenire creando all’interno le soluzioni, collaborando con altri player - sia startup sia incumbent – o attraverso acquisizioni.
Un nuovo framework mentale
Partendo dalla convinzione che tutti i player del settore assicurativo dovranno diventare delle InsurTech - dove la tecnologia avrà un ruolo pervasivo come enabler per raggiungere i propri obiettivi strategici - penso che la modalità con cui si possa analizzare efficacemente questo fenomeno, sia una vista incrociata del customer journey del cliente e della value chain assicurativa. Questo framework mentale, con cui tipicamente classifico ciascuna iniziativa InsurTech – siano esse start-up o soluzioni di provider consolidati o iniziative dirette delle compagnie assicurative – è articolato sulle seguenti macro attività:
1. Awarenss, area che riguarda tutte le attività di creazione di consapevolezza nel cliente (persona o impresa), del bisogno assicurativo, oltre agli aspetti di marketing dello specifico brand o offerta;
2. Scelta della soluzione assicurativa, dove si distinguono due macro cluster: gli aggregator che, secondo differenti modalità, hanno come caratteristica peculiare la comparazione di un ampio numero di differenti soluzioni; e gli underwriter a cui sono riconducibili le iniziative di innovazione delle modalità per costruire una singola offerta per lo specifico cliente, a prescindere dall’attività di comparazione;
3. Acquisto, ovvero le innovazioni focalizzate sulle modalità di perfezionamento dell’atto di vendita, incluso l’incasso dei premi;
4. Uso del prodotto assicurativo, che racchiude al suo interno tre step della value chain assicurativa molto differenti: la gestione della polizza, l’erogazione di servizi (una parte sempre più importante della value proposition assicurativa) e la gestione dei sinistri;
5. Raccomandazione, momento del customer journey che si sta affermando in numerosi settori come elemento chiave dell’esperienza del cliente con un prodotto;
6. IoT, in questa macro attività - trasversale alle attività sopra descritte – ricadono tutte le soluzioni hardware e software che rappresentano gli enabler approcci di connected insurance, in primis, il motor insurance telematics;
7. P2P, qui ricadono le iniziative che, negli ultimi anni, hanno iniziato a portare le logiche del peer to peer in ambito assicurativo, con uno spirito di fondo non distante da quello delle mutue assicurative.
In sintesi, una lettura in chiave evolutiva del fenomeno dell’InsurTech mostra, da un lato, la spinta verso ecosistemi in cui ciascuna value proposition diventa l’integrazione di un insieme di molteplici moduli appartenenti a differenti player e, dall’altro lato, confini sempre più sfumati tra i ruoli classici di distributore, fornitore (magari proveniente da un altro settore), assicuratore e riassicuratore.
In uno scenario come questo, vengono rimessi in discussione i rapporti di forza - e di conseguenza la quota di profit pool di competenza – dei differenti attori e ciascuno di essi potrà provare a collaborare o competere in funzione dei contesti e dei momenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA