Quando il sinistro è oltre confine
Aumenta il traffico transfrontaliero e, con esso, le frodi Rca. La condivisione di dati e tecnologie innovative, tra i diversi Paesi, diventa l’arma vincente sia nei processi liquidativi che nei sinistri fraudolenti. Questo il tema centrale della 13° conferenza internazionale Ced, che si è appena conclusa a Roma
16/06/2014
Una gestione più veloce dei sinistri. Soprattutto quando sono a cavallo tra un Paese e l'altro. Su questo argomento si sono confrontati, a Roma, manager e attori istituzionali italiani ed europei, nel corso della tredicesima conferenza internazionale Ced, incentrata, in questa edizione, sulla gestione dei cross border claims in Europa. Un'attività che Ced svolge attraverso un sistema gestionale unico, utilizzato in 14 uffici e 28 società partner europei, utilizzando tecnologie all'avanguardia che consentono di evadere un totale di 35mila denunce l'anno.
Una gestione dei sinistri più veloce - racconta Peter Kruyt, amministratore delegato di Ced cross border claims - parte da un'indagine approfondita. Immaginate un perito o un esperto meccanico recarsi presso una carrozzeria, per raccogliere informazioni relative al sinistro, visionando nei dettagli il veicolo danneggiato, scattando foto, captando segnali vocali (con DictaGoogle) e dando inizio a una breve videoconferenza, con un collega esperto, per un'analisi più dettagliata e in diretta attraverso la condivisione dei dati e, infine, completando la checklist di Google inviandola direttamente nel file relativo al sinistro per un'ulteriore lavorazione dei dati". I clienti possono condividere quanto in loro possesso direttamente con chi gestisce il sinistro.
"Utilizzando gli occhiali di Google - spiega Kruyt -, possono essere guidati nel processo di invio dei dati: il mandatario fornisce istruzioni sul luogo specifico dell'incidente e consiglia circa la rilevazione delle immagini di maggiore interesse. Il tutto viene raccolto senza la compilazione di alcun modulo". Altro metodo innovativo, in particolare nell'antifrode, l'analisi dello stress vocale, "che rileva il contenuto emotivo del discorso quando vengono fornite le risposte, focalizzandosi solo sull'attività cerebrale in corso, riconoscendo e classificando lo stress, l'agitazione, l'inganno e altri stati emotivi e, addirittura, individuando l'intenzione di fornire informazioni non veritiere".
LA CONDIVISIONE È TUTTO
Tecnologie innovative e dati che, però, devono essere condivisi, in nome di una responsabilità collettiva, tra i diversi Paesi, verso l'assicurato. "È arrivato il momento - conferma Stefano Scavo, presidente dell'Ufficio centrale italiano - di condividere le basi dati comuni per confrontare la prestazione che viene data, suddividendo fasi e tempistica della gestione della pratica, con l'obiettivo di creare dei riferimenti che contribuiscano al miglioramento del servizio e alla trasparenza del nostro sistema".
Il problema principale restano le frodi. "In Italia - spiega Massimo Treffiletti, dirigente responsabile servizio Card di Ania - l'incidenza dei sinistri con frode è del 2,04%, con punte di oltre il 7% in Puglia e Campania, ma vengono censiti solo quelli connessi a reati accertati nell'anno di accadimento del sinistro e sfuggono le frodi accertate negli anni successivi, quelle realizzate in sede assuntiva, le speculazioni e i tentativi fraudolenti che si concludono con il ritiro della denuncia di sinistro".
UNITI CONTRO LE FRODI
Un fenomeno non solo italiano, ma che accomuna l'Europa, dove si registra un aumento del traffico transfrontaliero. Per mettere a punto un'attività antifrode Rca cross border, è stato creato per conto dei Bureaux carta verde (Gcb), dei Fondi di Garanzia (Gf), degli Organismi d'indennizzo (Cb) e dei Centri di informazione (Ic), un gruppo di lavoro che ha unito Croazia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Tunisia, Turchia e Regno Unito. "Le frodi assicurative nell'rca - spiega Jelle Smits, responsabile sinistri Bureau carta verde-Fondo di garanzia olandese - sono parte di un problema più grande: si tratta di un gioco a basso rischio e ad alto rendimento, dove il 10% della raccolta premi delle polizze non vita copre i sinistri fraudolenti. Non tutti, però, sono consapevoli del problema.
E, per valutare le rispettive situazioni, il gruppo di lavoro ha redatto un questionario (da cui è emerso che 14 paesi hanno un sistema centralizzato per combattere le frodi) a cui è seguita la creazione di un modulo per la valutazione del rischio frodi, con l'obiettivo di supportare quotidianamente i liquidatori di sinistri esteri". Naturalmente prima di combattere le frodi, è bene prevenirle: "l'esperimento di fotografare alcuni veicoli importati in Svezia dagli Usa, già danneggiati, che venivano utilizzati per finti incidenti, si è rivelato un buon metodo per prevenire". Ma la fase più difficile è il rilevamento della frode. "La protezione dei dati - sottolinea Smits - è il principale ostacolo alla lotta contro la frode Rca transfrontaliera". Soprattutto in Italia, dove "in nome della normativa sulla privacy - conferma Treffiletti - vengono posti limiti consistenti all'esercizio dell'attività antifrode". E da qui, partono le raccomandazioni formulate dal gruppo di lavoro.
"Innanzitutto - sottolinea il responsabile olandese - è necessario definire accordi internazionali che facilitino lo scambio di informazioni sui possibili truffatori transfrontalieri: vanno condivise le tecnologie e le statistiche sulle frodi in una struttura comune e attraverso l'implementazione di una piattaforma centrale sui dati relativi ai sinistri fraudolenti comprovati (Hot-List). In sintesi, va creata una piccola rete per la lotta alle frodi, in sinergia tra i vari Paesi, in uno sforzo congiunto tra pubblico e privato".
PAROLA CHIAVE: INTEGRAZIONE
Per affrontare le frodi transfrontaliere, molto importante è l'integrazione in tempo reale. "Esaminando la storia pregressa, le aree di provenienza, le informazioni personali, i dati sulla moralità nel Paese d'origine della persona coinvolta e collegando i casi (importi richiesti, denunce pregresse, richieste ad alto rischio comportamenti sospetti) - racconta Jeoren Morrenhoff, ceo di Friss - siamo in grado di rilevare, in tempo reale, relazioni nascoste tra soggetti e oggetti (numeri di telefono, conti bancari, dispositivi).
Utilizzando 500 indicatori, possiamo costruire modelli e profili predittivi per le tipologie di richieste frequenti e, grazie all'ausilio di alcune tecniche, tra cui il text mining (utilizzo di parole sentinelle che individuano frodi pregresse), i Google glass e l'image screening (che rileva foto digitali alterate e caratteristiche sospette in immagini e video), siamo in grado di individuare le possibili frodi.
A titolo esemplificativo - spiega Morrenhoff - in una frode transfrontaliera, un'organizzazione criminale che mette in scena incidenti con auto estere (auto noleggiate o vecchi veicoli con danni preesistenti), richiedendo risarcimenti molto più elevati rispetto alla norma, includendo anche lesioni personali, rende più difficile la ricostruzione laddove entrambe le parti coinvolte (danneggiante e danneggiato) sono straniere. Nel nostro approccio - conclude - tutte le figure interessate al sinistro sono controllate.
Ci interfacciamo con oltre 100 fonti di dati esterne, tra cui informazioni sul credito, socio-demografiche, meteorologiche, watch list, black list dei terroristi dell'Onu e anche social network: attraverso Facebook, abbiamo scoperto che le parti coinvolte di un sinistro fraudolento organizzato con la complicità di una società di autonoleggio, si conoscevano e frequentavano".
Una gestione dei sinistri più veloce - racconta Peter Kruyt, amministratore delegato di Ced cross border claims - parte da un'indagine approfondita. Immaginate un perito o un esperto meccanico recarsi presso una carrozzeria, per raccogliere informazioni relative al sinistro, visionando nei dettagli il veicolo danneggiato, scattando foto, captando segnali vocali (con DictaGoogle) e dando inizio a una breve videoconferenza, con un collega esperto, per un'analisi più dettagliata e in diretta attraverso la condivisione dei dati e, infine, completando la checklist di Google inviandola direttamente nel file relativo al sinistro per un'ulteriore lavorazione dei dati". I clienti possono condividere quanto in loro possesso direttamente con chi gestisce il sinistro.
"Utilizzando gli occhiali di Google - spiega Kruyt -, possono essere guidati nel processo di invio dei dati: il mandatario fornisce istruzioni sul luogo specifico dell'incidente e consiglia circa la rilevazione delle immagini di maggiore interesse. Il tutto viene raccolto senza la compilazione di alcun modulo". Altro metodo innovativo, in particolare nell'antifrode, l'analisi dello stress vocale, "che rileva il contenuto emotivo del discorso quando vengono fornite le risposte, focalizzandosi solo sull'attività cerebrale in corso, riconoscendo e classificando lo stress, l'agitazione, l'inganno e altri stati emotivi e, addirittura, individuando l'intenzione di fornire informazioni non veritiere".
LA CONDIVISIONE È TUTTO
Tecnologie innovative e dati che, però, devono essere condivisi, in nome di una responsabilità collettiva, tra i diversi Paesi, verso l'assicurato. "È arrivato il momento - conferma Stefano Scavo, presidente dell'Ufficio centrale italiano - di condividere le basi dati comuni per confrontare la prestazione che viene data, suddividendo fasi e tempistica della gestione della pratica, con l'obiettivo di creare dei riferimenti che contribuiscano al miglioramento del servizio e alla trasparenza del nostro sistema".
Il problema principale restano le frodi. "In Italia - spiega Massimo Treffiletti, dirigente responsabile servizio Card di Ania - l'incidenza dei sinistri con frode è del 2,04%, con punte di oltre il 7% in Puglia e Campania, ma vengono censiti solo quelli connessi a reati accertati nell'anno di accadimento del sinistro e sfuggono le frodi accertate negli anni successivi, quelle realizzate in sede assuntiva, le speculazioni e i tentativi fraudolenti che si concludono con il ritiro della denuncia di sinistro".
UNITI CONTRO LE FRODI
Un fenomeno non solo italiano, ma che accomuna l'Europa, dove si registra un aumento del traffico transfrontaliero. Per mettere a punto un'attività antifrode Rca cross border, è stato creato per conto dei Bureaux carta verde (Gcb), dei Fondi di Garanzia (Gf), degli Organismi d'indennizzo (Cb) e dei Centri di informazione (Ic), un gruppo di lavoro che ha unito Croazia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Tunisia, Turchia e Regno Unito. "Le frodi assicurative nell'rca - spiega Jelle Smits, responsabile sinistri Bureau carta verde-Fondo di garanzia olandese - sono parte di un problema più grande: si tratta di un gioco a basso rischio e ad alto rendimento, dove il 10% della raccolta premi delle polizze non vita copre i sinistri fraudolenti. Non tutti, però, sono consapevoli del problema.
E, per valutare le rispettive situazioni, il gruppo di lavoro ha redatto un questionario (da cui è emerso che 14 paesi hanno un sistema centralizzato per combattere le frodi) a cui è seguita la creazione di un modulo per la valutazione del rischio frodi, con l'obiettivo di supportare quotidianamente i liquidatori di sinistri esteri". Naturalmente prima di combattere le frodi, è bene prevenirle: "l'esperimento di fotografare alcuni veicoli importati in Svezia dagli Usa, già danneggiati, che venivano utilizzati per finti incidenti, si è rivelato un buon metodo per prevenire". Ma la fase più difficile è il rilevamento della frode. "La protezione dei dati - sottolinea Smits - è il principale ostacolo alla lotta contro la frode Rca transfrontaliera". Soprattutto in Italia, dove "in nome della normativa sulla privacy - conferma Treffiletti - vengono posti limiti consistenti all'esercizio dell'attività antifrode". E da qui, partono le raccomandazioni formulate dal gruppo di lavoro.
"Innanzitutto - sottolinea il responsabile olandese - è necessario definire accordi internazionali che facilitino lo scambio di informazioni sui possibili truffatori transfrontalieri: vanno condivise le tecnologie e le statistiche sulle frodi in una struttura comune e attraverso l'implementazione di una piattaforma centrale sui dati relativi ai sinistri fraudolenti comprovati (Hot-List). In sintesi, va creata una piccola rete per la lotta alle frodi, in sinergia tra i vari Paesi, in uno sforzo congiunto tra pubblico e privato".
PAROLA CHIAVE: INTEGRAZIONE
Per affrontare le frodi transfrontaliere, molto importante è l'integrazione in tempo reale. "Esaminando la storia pregressa, le aree di provenienza, le informazioni personali, i dati sulla moralità nel Paese d'origine della persona coinvolta e collegando i casi (importi richiesti, denunce pregresse, richieste ad alto rischio comportamenti sospetti) - racconta Jeoren Morrenhoff, ceo di Friss - siamo in grado di rilevare, in tempo reale, relazioni nascoste tra soggetti e oggetti (numeri di telefono, conti bancari, dispositivi).
Utilizzando 500 indicatori, possiamo costruire modelli e profili predittivi per le tipologie di richieste frequenti e, grazie all'ausilio di alcune tecniche, tra cui il text mining (utilizzo di parole sentinelle che individuano frodi pregresse), i Google glass e l'image screening (che rileva foto digitali alterate e caratteristiche sospette in immagini e video), siamo in grado di individuare le possibili frodi.
A titolo esemplificativo - spiega Morrenhoff - in una frode transfrontaliera, un'organizzazione criminale che mette in scena incidenti con auto estere (auto noleggiate o vecchi veicoli con danni preesistenti), richiedendo risarcimenti molto più elevati rispetto alla norma, includendo anche lesioni personali, rende più difficile la ricostruzione laddove entrambe le parti coinvolte (danneggiante e danneggiato) sono straniere. Nel nostro approccio - conclude - tutte le figure interessate al sinistro sono controllate.
Ci interfacciamo con oltre 100 fonti di dati esterne, tra cui informazioni sul credito, socio-demografiche, meteorologiche, watch list, black list dei terroristi dell'Onu e anche social network: attraverso Facebook, abbiamo scoperto che le parti coinvolte di un sinistro fraudolento organizzato con la complicità di una società di autonoleggio, si conoscevano e frequentavano".
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Peter kruyt,