La lunga corsa verso l’innovazione
I manager delle grandi aziende lo ripetono ormai incessantemente come un mantra: “Bisogna innovare per differenziarci dalla concorrenza”. Il settore assicurativo, spesso ritenuto poco lungimirante e proattivo, si sta sicuramente dando da fare dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo, ma, mentre pare di essere sempre al momento di una svolta, tutto rimane come prima.
Questo perché, come emerso dalla ricerca di KPMG “A new world of opportunity: the insurance innovation imperative”, la necessità di innovare a tutti i costi sta diventando quasi una chimera per le compagnie di assicurazione. Tutti sono d’accordo che il successo, negli anni a venire, dipenderà dal grado di sviluppo tecnologico della propria azienda. Allo stesso tempo, però, questa necessità non proviene tanto dall’interno del mercato, quanto dai clienti. Che vedono il mondo correre a una velocità sempre superiore e vorrebbero che non solo gli strumenti tecnologici, ma anche le loro polizze, fossero al passo con i tempi.
Le sfide per gli assicuratori arrivano non solo dai competitor, ma anche dall’esterno. Realtà estranee al mondo assicurativo (Google per citare la più famosa) stanno sfruttando il divario digitale per entrare nel panorama delle polizze. Sta succedendo molto rapidamente negli Stati Uniti, mentre in Europa il tutto avviene ancora molto in sordina. Nei prossimi 2 anni, quindi, è confermato che le strategie delle compagnie cercheranno di tener conto principalmente dei concorrenti tradizionali.
Ma cosa manca agli assicuratori per essere veramente innovativi? Sempre tramite la ricerca di KMPG si è riusciti a tracciare un profilo dei player impegnati in questa dura sfida: assicuratori che sentono ancora la crisi, che devono affrontare le avversità del mercato e focalizzarsi sul core business, all’interno delle cui strutture, purtroppo, non ci sono sufficienti competenze per perseguire l’obiettivo dell’innovazione.
Le idee non piovono dal cielo già preconfezionate. Le compagnie sanno che solo attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuovi modelli e la collaborazione con realtà esterne al mondo assicurativo si possono cogliere le grandi opportunità che il mercato sta riservando. La strada maggiormente perseguita dagli assicuratori, infatti, è quella che guarda al di fuori del perimetro solitamente conosciuto. Per cogliere da altri settori, in primis quelli dell’automotive e delle vendite retail, le intuizioni che hanno generato il cambiamento.
Le indicazioni da trarre dalla ricerca sono quindi chiare: le compagnie non devono pensare che si possano generare nuovi modelli partendo da zero, ma devono essere umili nell’imparare da chi è già a buon punto, che siano concorrenti o soggetti sconosciuti al panorama assicurativo. Dovranno prendere in prestito le best practice, soprattutto per quanto riguarda l’approccio con i clienti. Dovranno stringere alleanze strategiche con i guru dell’innovazione. In uno scenario sempre più fluido, nel quale la regola sarà sconfinare dal mondo assicurativo per scoprire nuove e infinite opportunità.
Questo perché, come emerso dalla ricerca di KPMG “A new world of opportunity: the insurance innovation imperative”, la necessità di innovare a tutti i costi sta diventando quasi una chimera per le compagnie di assicurazione. Tutti sono d’accordo che il successo, negli anni a venire, dipenderà dal grado di sviluppo tecnologico della propria azienda. Allo stesso tempo, però, questa necessità non proviene tanto dall’interno del mercato, quanto dai clienti. Che vedono il mondo correre a una velocità sempre superiore e vorrebbero che non solo gli strumenti tecnologici, ma anche le loro polizze, fossero al passo con i tempi.
Le sfide per gli assicuratori arrivano non solo dai competitor, ma anche dall’esterno. Realtà estranee al mondo assicurativo (Google per citare la più famosa) stanno sfruttando il divario digitale per entrare nel panorama delle polizze. Sta succedendo molto rapidamente negli Stati Uniti, mentre in Europa il tutto avviene ancora molto in sordina. Nei prossimi 2 anni, quindi, è confermato che le strategie delle compagnie cercheranno di tener conto principalmente dei concorrenti tradizionali.
Ma cosa manca agli assicuratori per essere veramente innovativi? Sempre tramite la ricerca di KMPG si è riusciti a tracciare un profilo dei player impegnati in questa dura sfida: assicuratori che sentono ancora la crisi, che devono affrontare le avversità del mercato e focalizzarsi sul core business, all’interno delle cui strutture, purtroppo, non ci sono sufficienti competenze per perseguire l’obiettivo dell’innovazione.
Le idee non piovono dal cielo già preconfezionate. Le compagnie sanno che solo attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuovi modelli e la collaborazione con realtà esterne al mondo assicurativo si possono cogliere le grandi opportunità che il mercato sta riservando. La strada maggiormente perseguita dagli assicuratori, infatti, è quella che guarda al di fuori del perimetro solitamente conosciuto. Per cogliere da altri settori, in primis quelli dell’automotive e delle vendite retail, le intuizioni che hanno generato il cambiamento.
Le indicazioni da trarre dalla ricerca sono quindi chiare: le compagnie non devono pensare che si possano generare nuovi modelli partendo da zero, ma devono essere umili nell’imparare da chi è già a buon punto, che siano concorrenti o soggetti sconosciuti al panorama assicurativo. Dovranno prendere in prestito le best practice, soprattutto per quanto riguarda l’approccio con i clienti. Dovranno stringere alleanze strategiche con i guru dell’innovazione. In uno scenario sempre più fluido, nel quale la regola sarà sconfinare dal mondo assicurativo per scoprire nuove e infinite opportunità.
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