Oltre il danno la beffa
Il ciclo di vita del mercato assicurativo è noto. Quando si subisce un sinistro, spesso il premio successivo aumenta di conseguenza. Le compagnie devono far fronte a eventi non previsti e fare cassa" per riappianare le riserve e ristabilire l'equilibrio nel proprio pool di rischi.
Quello che gli assicurati britannici non si aspettavano, in seguito alle alluvioni che hanno colpito vaste zone dell'Inghilterra negli scorsi mesi, era subire un'ulteriore danno economico oltre a quello materiale: un sostanziale innalzamento dei premi per coprire le loro abitazioni.
Il problema di fondo sta nel fatto che la maggior parte delle compagnie britanniche ha visto spazzato via dalle acque torrenziali almeno un decimo dei profitti previsti per quest'anno. E nonostante il conto da pagare non sia ancora certo, sicuramente la cifra avrà un minimo di nove zeri. E sebbene in passato il Paese sia stato vittima di casi simili, il tutto dipenderà dagli eventi atmosferici che spesso perturbano il Regno nei mesi estivi. Anche se i più pessimisti credono già che le compagnie dovranno pagare la somma più alta mai vista. Le cifre degli analisti sono ancora incerte: c'è chi dice 1 miliardo di sterline, chi 3. Ciò che è certo è che la conseguenza primaria ricadrà, secondo alcuni broker, su chi è già stato duramente colpito: gli assicurati.
Dal canto loro le compagnie hanno cercato di smorzare i toni e di calmare le acque. Axa UK, che conta circa 10 milioni di clienti nel Regno Unito, e Liverpool Victoria hanno ribadito che, nonostante le gravi alluvioni, non si andrà incontro a una situazione come quella del 2007. Ma sottolineano ancora una volta come bisognerà attendere, per capire se ulteriori conseguenze potranno arrivare in primavera, quando la neve caduta in alcune zone di Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord si scioglierà e il grado di saturazione del suolo sarà un fattore deterimante. Già nel 1947 uno dei più grandi disastri naturali in Inghilterra era stato generato dal mancato assorbimento delle nevi disciolte da parte del terreno.
Il Primo Ministro inglese Cameron, durante le visite alle zone colpite negli scorsi mesi, ha ribadito che il Governo fornirà aiuti, e soprattutto che nuove misure verranno varate per prevenire in futuro situazioni analoghe.
Ma intanto i conti piangono, e ancora di più si disperano gli alluvionati. Alcuni analisti hanno già calcolato che un ipotetico danno complessivo da 1 miliardo porterebbe a una riduzione del 12% nei profitti di RSA. Del 9% per Aviva. E dell'11% per Hiscox. Numeri elevati che impatteranno sul cliente finale, nonostante l'intervento dei riassicuratori.
Nel corso dei secoli l'Inghilterra ha dovuto affrontare durissime sfide lanciate dalle catastrofi naturali. E sempre l'industria assicurativa ha supportato il Paese, con interventi correttivi che spesso sono arrivati troppo tardi. Dalla grande alluvione di Bristol del 1607 alla Great Storm del 1987, passando per le inondazioni sulla costa occidentale del 1953, la storia ci ha insegnato che in questi casi la prevenzion è la migliore amica dell'uomo. La tecnologia e la lungimiranza possono aiutare a minimizzare i danni e ad approntare coperture adeguate in zone ad alto rischio. Ora tocca a Stato, compagnie e assicurati, ancora una volta, sedersi a un tavolo per riflettere e per evitare costi eccessivi per chi si è visto portar via tutto dalla forza imprevedibile e brutale dell'acqua.
Matteo Cominelli
JLT Specialty Limited
Quello che gli assicurati britannici non si aspettavano, in seguito alle alluvioni che hanno colpito vaste zone dell'Inghilterra negli scorsi mesi, era subire un'ulteriore danno economico oltre a quello materiale: un sostanziale innalzamento dei premi per coprire le loro abitazioni.
Il problema di fondo sta nel fatto che la maggior parte delle compagnie britanniche ha visto spazzato via dalle acque torrenziali almeno un decimo dei profitti previsti per quest'anno. E nonostante il conto da pagare non sia ancora certo, sicuramente la cifra avrà un minimo di nove zeri. E sebbene in passato il Paese sia stato vittima di casi simili, il tutto dipenderà dagli eventi atmosferici che spesso perturbano il Regno nei mesi estivi. Anche se i più pessimisti credono già che le compagnie dovranno pagare la somma più alta mai vista. Le cifre degli analisti sono ancora incerte: c'è chi dice 1 miliardo di sterline, chi 3. Ciò che è certo è che la conseguenza primaria ricadrà, secondo alcuni broker, su chi è già stato duramente colpito: gli assicurati.
Dal canto loro le compagnie hanno cercato di smorzare i toni e di calmare le acque. Axa UK, che conta circa 10 milioni di clienti nel Regno Unito, e Liverpool Victoria hanno ribadito che, nonostante le gravi alluvioni, non si andrà incontro a una situazione come quella del 2007. Ma sottolineano ancora una volta come bisognerà attendere, per capire se ulteriori conseguenze potranno arrivare in primavera, quando la neve caduta in alcune zone di Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord si scioglierà e il grado di saturazione del suolo sarà un fattore deterimante. Già nel 1947 uno dei più grandi disastri naturali in Inghilterra era stato generato dal mancato assorbimento delle nevi disciolte da parte del terreno.
Il Primo Ministro inglese Cameron, durante le visite alle zone colpite negli scorsi mesi, ha ribadito che il Governo fornirà aiuti, e soprattutto che nuove misure verranno varate per prevenire in futuro situazioni analoghe.
Ma intanto i conti piangono, e ancora di più si disperano gli alluvionati. Alcuni analisti hanno già calcolato che un ipotetico danno complessivo da 1 miliardo porterebbe a una riduzione del 12% nei profitti di RSA. Del 9% per Aviva. E dell'11% per Hiscox. Numeri elevati che impatteranno sul cliente finale, nonostante l'intervento dei riassicuratori.
Nel corso dei secoli l'Inghilterra ha dovuto affrontare durissime sfide lanciate dalle catastrofi naturali. E sempre l'industria assicurativa ha supportato il Paese, con interventi correttivi che spesso sono arrivati troppo tardi. Dalla grande alluvione di Bristol del 1607 alla Great Storm del 1987, passando per le inondazioni sulla costa occidentale del 1953, la storia ci ha insegnato che in questi casi la prevenzion è la migliore amica dell'uomo. La tecnologia e la lungimiranza possono aiutare a minimizzare i danni e ad approntare coperture adeguate in zone ad alto rischio. Ora tocca a Stato, compagnie e assicurati, ancora una volta, sedersi a un tavolo per riflettere e per evitare costi eccessivi per chi si è visto portar via tutto dalla forza imprevedibile e brutale dell'acqua.
Matteo Cominelli
JLT Specialty Limited
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