Fase 2, ripartire prevenendo i rischi
Agcs raccomanda ispezioni dei siti e misure di prevenzione per garantire una riapertura sicura senza incidenti dopo il periodo di quarantena: incendi, guasti ai macchinari e difetti di manutenzione causano i sinistri più costosi
06/05/2020
Dopo la quarantena da coronavirus, le aziende devono riavviare le attività con attenzione e prudenza per ridurre il rischio di danni. Alcuni consigli sui principali aspetti da tenere in considerazione su questo fronte sono contenute nel nuovo bollettino dei risk consultant di Agcs (Allianz Global Corporate & Specialty).
Il bollettino mette l’accento sull’attenzione nel valutare l’ambiente di lavoro per identificare eventuali problemi sconosciuti che potrebbero essere emersi durante la chiusura. “Il ripristino delle operazioni in una struttura in precedenza inattiva – spiega Stephen Clark, global technical & expertise manager per il property risk consulting di Agcs –presenta una serie di sfide per la prevenzione dei rischi, in particolare per gli impianti di produzione con attrezzature o processi pericolosi. Ad esempio, potrebbe essere necessario riavviare le apparecchiature alimentate a carburante, con un conseguente e ulteriore rischio di incendi ed esplosioni”. Potrebbe anche essere necessario limitare l’utilizzo della forza lavoro disponibile con potenziale riduzione del personale impiegato a far funzionare e mantenere in sicurezza le attrezzature di produzione o per rispondere alle emergenze. “Inoltre – prosegue Clark – le interruzioni nella manutenzione degli edifici, delle attrezzature e dei sistemi di protezione antincendio possono creare condizioni di pericolo”.
Le aziende devono prestare particolare attenzione alle condizioni delle apparecchiature e degli impianti elettrici: circa il 20-30% delle richieste di risarcimento per incendio ricevute da Agcs sono a queste correlate. Gli assicuratori hanno anche assistito a una serie di richieste di risarcimento per incendi derivanti da difetti tecnici o da errori di funzionamento dopo che i macchinari sono stati riavviati o puliti in preparazione della riapertura degli impianti, il che ha poi causato ulteriori interruzioni delle operazioni.
L'analisi di Agcs dei sinistri nel settore assicurativo mostra che gli incendi rappresentano quasi un quarto (24%) del valore di tutte le richieste di indennizzo delle aziende su un periodo di cinque anni (e sono la causa principale delle perdite) mentre i difetti di lavorazione e manutenzione (8%) e i danni ai macchinari (5%) si posizionano rispettivamente come la terza e la settima causa di sinistro.
Un’altra azione essenziale è la messa in sicurezza del sito. Si dovrebbe infatti prevedere un’accurata auto-ispezione che comprenda tutti gli edifici e le attrezzature, per individuare e correggere eventuali condizioni non sicure o anomale come danneggiamenti, problemi di manutenzione o gestione impropria, segni di vandalismo, ecc. Le aziende dovrebbero inoltre completare e ripristinare tutte le procedure di ispezione, test e manutenzione eventualmente scadute dopo la chiusura. Come sempre quando si riavvia un macchinario inattivo, gli operatori dovrebbero seguire le procedure operative standard e le linee guida del produttore per riportare in operatività apparecchiature e processi che erano stati arrestati.
Inoltre, le strutture che introducono disinfettanti a base di alcol (infiammabili) come gli igienizzanti per le mani, devono adottare le opportune precauzioni di sicurezza antincendio. Ciò prevede anche di tenerli lontani da fonti di innesco come le fiamme libere, incoraggiare i dipendenti a strofinare le mani per permettere ai vapori di dissiparsi in modo sicuro, smaltire tutti i tessuti di scarto in contenitori approvati, debitamente chiusi, e conservare i materiali infiammabili in apposite sale di isolamento o armadietti conformi.
“Il periodo che precede il riavvio delle operazioni – conclude Clark – è il momento ideale per rivedere l'efficacia del vostro piano di continuità aziendale. Rivedete il piano adattandolo sulla base di quanto emerso e appreso durante la chiusura temporanea per mantenere aggiornata la pianificazione di emergenza”.
Il bollettino mette l’accento sull’attenzione nel valutare l’ambiente di lavoro per identificare eventuali problemi sconosciuti che potrebbero essere emersi durante la chiusura. “Il ripristino delle operazioni in una struttura in precedenza inattiva – spiega Stephen Clark, global technical & expertise manager per il property risk consulting di Agcs –presenta una serie di sfide per la prevenzione dei rischi, in particolare per gli impianti di produzione con attrezzature o processi pericolosi. Ad esempio, potrebbe essere necessario riavviare le apparecchiature alimentate a carburante, con un conseguente e ulteriore rischio di incendi ed esplosioni”. Potrebbe anche essere necessario limitare l’utilizzo della forza lavoro disponibile con potenziale riduzione del personale impiegato a far funzionare e mantenere in sicurezza le attrezzature di produzione o per rispondere alle emergenze. “Inoltre – prosegue Clark – le interruzioni nella manutenzione degli edifici, delle attrezzature e dei sistemi di protezione antincendio possono creare condizioni di pericolo”.
Le aziende devono prestare particolare attenzione alle condizioni delle apparecchiature e degli impianti elettrici: circa il 20-30% delle richieste di risarcimento per incendio ricevute da Agcs sono a queste correlate. Gli assicuratori hanno anche assistito a una serie di richieste di risarcimento per incendi derivanti da difetti tecnici o da errori di funzionamento dopo che i macchinari sono stati riavviati o puliti in preparazione della riapertura degli impianti, il che ha poi causato ulteriori interruzioni delle operazioni.
L'analisi di Agcs dei sinistri nel settore assicurativo mostra che gli incendi rappresentano quasi un quarto (24%) del valore di tutte le richieste di indennizzo delle aziende su un periodo di cinque anni (e sono la causa principale delle perdite) mentre i difetti di lavorazione e manutenzione (8%) e i danni ai macchinari (5%) si posizionano rispettivamente come la terza e la settima causa di sinistro.
Un’altra azione essenziale è la messa in sicurezza del sito. Si dovrebbe infatti prevedere un’accurata auto-ispezione che comprenda tutti gli edifici e le attrezzature, per individuare e correggere eventuali condizioni non sicure o anomale come danneggiamenti, problemi di manutenzione o gestione impropria, segni di vandalismo, ecc. Le aziende dovrebbero inoltre completare e ripristinare tutte le procedure di ispezione, test e manutenzione eventualmente scadute dopo la chiusura. Come sempre quando si riavvia un macchinario inattivo, gli operatori dovrebbero seguire le procedure operative standard e le linee guida del produttore per riportare in operatività apparecchiature e processi che erano stati arrestati.
Inoltre, le strutture che introducono disinfettanti a base di alcol (infiammabili) come gli igienizzanti per le mani, devono adottare le opportune precauzioni di sicurezza antincendio. Ciò prevede anche di tenerli lontani da fonti di innesco come le fiamme libere, incoraggiare i dipendenti a strofinare le mani per permettere ai vapori di dissiparsi in modo sicuro, smaltire tutti i tessuti di scarto in contenitori approvati, debitamente chiusi, e conservare i materiali infiammabili in apposite sale di isolamento o armadietti conformi.
“Il periodo che precede il riavvio delle operazioni – conclude Clark – è il momento ideale per rivedere l'efficacia del vostro piano di continuità aziendale. Rivedete il piano adattandolo sulla base di quanto emerso e appreso durante la chiusura temporanea per mantenere aggiornata la pianificazione di emergenza”.
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