Covéa non acquisterà più Partner Re da Exor
Le prospettive economiche legate al Covid-19 fanno saltare l’accordo miliardario tra l’assicuratore francese e la holding degli Agnelli
L’accordo miliardario è saltato. Covéa non acquisterà più PartnerRe da Exor. Il gruppo assicurativo francese si è tirato indietro, e ha comunicato alla finanziaria della famiglia Agnelli la rinuncia a concludere l’operazione. In una nota, il gruppo assicurativo francese ha spiegato che “alla luce delle attuali condizioni senza precedenti e delle grandi incertezze che pesano sulle prospettive economiche mondiali, Covéa ha fatto sapere a Exor che il contesto non permette di realizzare il progetto di acquisizione di PartnerRe secondo i termini inizialmente concordati”.
Questo, ovviamente, farà scattare penali in capo a Covéa per il mancato rispetto del memorandum of understanding. I dettagli finanziari dell’accordo non sono stati resi noti ma si parla di decine di milioni di dollari.
Exor aveva trovato un’intesa con il gruppo francese Covéa per vendere la società di riassicurazione con sede alle Bermuda per 9 miliardi di dollari. PartnerRe, controllata al 100% dalla holding della famiglia Agnelli, era stata acquistata a circa 6 miliardi di dollari. Dopo aver siglato il memorandum of understanding, che definiva le condizioni per la vendita, stando a quanto riportano diverse agenzie stampa, Covea ha cercato di trattare sul prezzo alla luce dell’esplosione della pandemia da Covid-19. Exor non ha accettato di modificare i termini finanziari dell’accordo (ritenendo che il business di PartnerRe non sia stato intaccato dalla pandemia) e Covea ha comunicato al cda della holding la sua volontà di non andare avanti con l’operazione.
“Tutti noi di Exor siamo felici di continuare il nostro viaggio insieme con ancora maggiore successo, realizzando ogni giorno quello che davvero è rilevante”, ha spiegato il presidente di Exor, John Elkann, in una lettera ai dipendenti di PartnerRe, che ringrazia per la loro “dedizione che ha contribuito in modo così rilevante alla solidità della società in questi mesi. Abbiamo sempre detto chiaramente – scrive Elkann – che l’unica ragione per cui Exor poteva riconsiderare il suo rapporto proprietario di lungo termine con PartnerRe era perché avevamo ricevuto un'offerta che rappresentava un'opportunità interessante per la società, per accelerare il suo sviluppo, dando il giusto valore alla sua eccezionale forza e alle sue ottime prospettive. Ora che Covéa ha scelto di non onorare l'accordo, siamo felici di mantenere una relazione forte: PartnerRe non era in vendita e non lo è ora”. Elkann ha sottolineato che “le prospettive di PartnerRe si sono rafforzate in questi ultimi mesi” e che “con uno degli indicatori di solidità patrimoniale e di liquidità più alti del settore, ci sono ora nuove opportunità per mettere a frutto la capacità di ottenere prezzi e condizioni migliori, una maggiore domanda di servizi di riassicurazione, e la scarsità di capitale disponibile per molti prodotti e in diverse aree del mondo”.
Exor spiega che nel suo tentativo di rinegoziare i termini già concordati non ha mai fatto cenno all’esistenza di un sostanziale cambiamento peggiorativo, incluso il rischio pandemico, o a qualsiasi altro problema in PartnerRe, tali da spiegare il rifiuto a onorare i gli impegni secondo i termini del memorandum of understanding. Il consiglio di amministrazione di Exor ha quindi ribadito con fermezza che “una cessione di PartnerRe a condizioni inferiori rispetto a quelle stabilite nel memorandum non riflette il valore della società”.
Questo, ovviamente, farà scattare penali in capo a Covéa per il mancato rispetto del memorandum of understanding. I dettagli finanziari dell’accordo non sono stati resi noti ma si parla di decine di milioni di dollari.
Exor aveva trovato un’intesa con il gruppo francese Covéa per vendere la società di riassicurazione con sede alle Bermuda per 9 miliardi di dollari. PartnerRe, controllata al 100% dalla holding della famiglia Agnelli, era stata acquistata a circa 6 miliardi di dollari. Dopo aver siglato il memorandum of understanding, che definiva le condizioni per la vendita, stando a quanto riportano diverse agenzie stampa, Covea ha cercato di trattare sul prezzo alla luce dell’esplosione della pandemia da Covid-19. Exor non ha accettato di modificare i termini finanziari dell’accordo (ritenendo che il business di PartnerRe non sia stato intaccato dalla pandemia) e Covea ha comunicato al cda della holding la sua volontà di non andare avanti con l’operazione.
“Tutti noi di Exor siamo felici di continuare il nostro viaggio insieme con ancora maggiore successo, realizzando ogni giorno quello che davvero è rilevante”, ha spiegato il presidente di Exor, John Elkann, in una lettera ai dipendenti di PartnerRe, che ringrazia per la loro “dedizione che ha contribuito in modo così rilevante alla solidità della società in questi mesi. Abbiamo sempre detto chiaramente – scrive Elkann – che l’unica ragione per cui Exor poteva riconsiderare il suo rapporto proprietario di lungo termine con PartnerRe era perché avevamo ricevuto un'offerta che rappresentava un'opportunità interessante per la società, per accelerare il suo sviluppo, dando il giusto valore alla sua eccezionale forza e alle sue ottime prospettive. Ora che Covéa ha scelto di non onorare l'accordo, siamo felici di mantenere una relazione forte: PartnerRe non era in vendita e non lo è ora”. Elkann ha sottolineato che “le prospettive di PartnerRe si sono rafforzate in questi ultimi mesi” e che “con uno degli indicatori di solidità patrimoniale e di liquidità più alti del settore, ci sono ora nuove opportunità per mettere a frutto la capacità di ottenere prezzi e condizioni migliori, una maggiore domanda di servizi di riassicurazione, e la scarsità di capitale disponibile per molti prodotti e in diverse aree del mondo”.
Exor spiega che nel suo tentativo di rinegoziare i termini già concordati non ha mai fatto cenno all’esistenza di un sostanziale cambiamento peggiorativo, incluso il rischio pandemico, o a qualsiasi altro problema in PartnerRe, tali da spiegare il rifiuto a onorare i gli impegni secondo i termini del memorandum of understanding. Il consiglio di amministrazione di Exor ha quindi ribadito con fermezza che “una cessione di PartnerRe a condizioni inferiori rispetto a quelle stabilite nel memorandum non riflette il valore della società”.
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John elkann,