Patto 2.0, Galf e Magap dicono sì
Approvata all’unanimità la mozione che autorizza i gruppi a sottoscrivere l’accordo con UnipolSai. La decisione è stata presa per tutelare gli agenti nelle prossime trattative con la compagnia, con particolare attenzione alla difesa del business
14/11/2017
Un sì sofferto, praticamente obbligato. Gli agenti di Galf e Magap firmano il Patto 2.0 di UnipolSai. Si chiude così a Milano l’assemblea nazionale del Gaap, lasciata aperta a Torino lo scorso ottobre con l’obiettivo di ricevere dalla compagnia le necessarie garanzie per tutelare il business di tutti gli agenti, compresi quelli che non avessero voluto firmare l’accordo. A Torino, il direttore generale Matteo Laterza era rimasto perplesso per il livello di tensione registrato nella rete agenziale, che non aveva risparmiato toni sarcastici sul modo in cui la compagnia stavo conducendo la trattativa. Per questo Laterza ha colto la richiesta del Gaap e ha convocato i presidenti dei gruppi agenti, consegnando una lettera che per i vertici di Galf e Magap è un successo politico dell’assemblea e la dimostrazione della sensibilità della compagnia verso il disagio della rete. Un segnale di apertura messo in evidenza da Paola Minini, presidente di Galf, e Francesco Bovio, presidente di Magap. Per questo il Patto 2.0 è stato presentato agli agenti del Gaap come “firmabile” anche se “non entusiasmante”.
UNA COMMISSIONE PARITETICA PER VALUTARE LE CRITICITÀ
La lettera di Matteo Laterza trova la massima visibilità alla riapertura dei lavori dell’assemblea a Milano. Paola Minini ha letto il documento con cui UnipolSai ha preso ufficialmente l’impegno a verificare congiuntamente a tutti i gruppi aderenti, la tenuta del patto e la presenza di eventuali situazioni di difficoltà che possano sorgere nelle singole agenzie. Laterza conferma l’intenzione della compagnia di dare concreta attuazione alle previsioni dell’accordo integrativo e di valutare le soluzioni idonee a risolvere le problematicità presenti nella rete agenziale con spirito collaborativo entro i termini tecnici necessari. A tal fine, sarà convocata una commissione paritetica entro due mesi dalla richiesta dei gruppi interessati. Resta la libertà delle singole agenzie di non firmare l’accordo, ma riguardo al regime provvigionale Rca, UnipolSai concederà un’aliquota base del 7% che potrebbe arrivare al 10% solo per le agenzie che hanno un migliore rapporto tra sinistri e premi. Una proposta economica che, di fatto, spinge molti agenti a considerare la firma dell’accordo una imposizione della compagnia. “Abbiamo fatto tutto quello che poteva essere fatto. A questo punto non firmare sarebbe solo una decisione di orgoglio”, comunica Francesco Bovio. “Non è l’accordo che volevamo, ma si tratta del massimo che potevamo ottenere”, dice Paola Minini.
IL RISCHIO DELL’ISOLAMENTO
Tra i gruppi agenti UnipolSai c’è stato chi ha detto sì all’accordo con largo anticipo rispetto alla scelta di Galf e Magap. “Se fossimo stati gli unici interlocutori della compagnia, probabilmente avremmo detto no”, dice Bovio agli agenti. La realtà è tuttavia diversa. La frammentata rappresentanza degli agenti UnipolSai è stato un elemento che per Galf e Magap non era trascurabile, e che ha avuto un suo peso nella scelta finale. “Che il rifiuto dell’accordo ci avrebbe messo da parte è scontato, ma la nostra non è una firma di timore per non rimanere da parte. In questo contesto, tuttavia, non riteniamo che sia utile isolarci perdendo i contatti con la compagnia”, spiegano a Insurance Daily Minini e Bovio. Il sì assume così un valore strategico. “Con un no saremmo fuori dagli accordi. Non possiamo permetterci di perdere i contatti con la compagnia, ma vogliamo portare avanti la lotta dall’interno. Non è una resa incondizionata, ma vogliamo cogliere le opportunità dei nuovi scenari”, dicono i presidenti. Si teme soprattutto l’intervento della compagnia per ridefinire il numero delle agenzie sul territorio: “gli accorpamenti potrebbero danneggiare i colleghi con le spalle meno solide. Per logica industriale servirà una riduzione delle agenzie, perché non è possibile che in una città come Milano ci siano 250 agenzie di una compagnia. Questo percorso può essere virtuoso se gestito bene, con i gruppi agenti che devono avere un ruolo per tutelare famiglie e posti di lavoro”, dice Bovio.
GESTIONE DATI E REDDITIVITÀ
All’interno dello scenario che ha portato Galf e Magap a dire sì al Patto 2.0, un tema fondamentale è offerto dalla gestione dei dati: “stiamo lavorando con gestionali che ci consentono di avere i dati con modalità più fruibili, ma non sono attività alla portata di tutti i colleghi. Sulla gestione dei dati non raggiungiamo ancora il minimo sindacale perché abbiamo un sistema informatico ancora inadeguato”, dice Paola Minini. Galf e Magap non sembrano temere un conflitto sui dati con la compagnia, perché non credono che la mandante voglia disintermediare. Infine, Galf e Magap vogliono mantenere stretti rapporti con UnipolSai per tenere alta l’attenzione sulla redditività delle agenzie. “Siamo consapevoli che il mercato
è in profondo cambiamento. Se la compagnia dovesse prendere strade che non incontrano la redditività degli agenti, noi dobbiamo prevedere soluzioni alternative, ponendo attenzione a tutte le soluzioni che monitoreremo sul mercato”, spiega Bovio.
ALLA RICERCA DELL’UNITÀ
La divisione tra i gruppi agenti UnipolSai potrà essere un elemento di debolezza anche nelle prossime trattative sui temi appena evidenziati. “Abbiamo riscontrato che nei momenti più difficili e complessi non c’è uniformità di vedute tra i gruppi agenti di UnipolSai, ma non siamo stati costretti a firmare per la decisione degli altri gruppi”, sottolineano Bovio e Minini che non prevedono tempi brevi per l’unità dei gruppi. “È facile – aggiungono – dire che insieme sarebbe tutto più bello, ma tutti i gruppi agenti hanno una loro storia. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma da parte nostra c’è totale disponibilità a trovare un coordinamento della rappresentanza”. Sul fronte della relazioni interne, tuttavia, i presidenti Galf e Magap sono soddisfatti: “la trattativa è stata molto difficile, ma ci ha rafforzato”.
SÌ UNANIME ALLA MOZIONE
I lavori del pomeriggio si sono concentrati sulla stesura della mozione conclusiva dell’assemblea. Nel testo emerge la delusione verso le modalità in cui la compagnia ha gestito la trattativa e si chiede di ristabilire i rapporti con la mandante e con gli altri gruppi. Inoltre, la mozione chiede a Galf e Magap di monitorare l’applicazione dell’accordo (con attenzione alla fruibilità, trasparenza e attendibilità dei dati), di ottenere l’efficienza operativa “mai realizzata” e di continuare il percorso di salvaguardia delle attività agenziale. Con un voto all’unanimità gli agenti autorizzano i rispettivi gruppi a sottoscrivere il Patto 2.0. Si conclude così ufficialmente un lungo e travagliato percorso negoziale.
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