Mingozzi: “Ho fatto la mia parte: ora passo la mano”
Dopo cinque anni alla guida del Gruppo Agenti di Italiana Assicurazioni, il professionista bolognese alza bandiera bianca: “spazio a forze nuove, sempre nell’interesse della nostra categoria: gli agenti hanno più che mai bisogno di fare squadra”
07/12/2011
Luigi Mingozzi (nella foto) ha deciso di lasciare, dopo ormai un quinquennio, la guida del Gruppo Agenti di Italiana Assicurazioni. Una decisione sicuramente coraggiosa, in linea con i principi e i valori di rigore etico morali e professionali che pervadono l’agire di chi intraprende la professione guardando al domani, al futuro della categoria e delle nuove generazioni.
Mingozzi, titolare dell’agenzia di Altedo (Bologna), è bolognese di adozione ed entra in Italiana nel 2000 in seguito alla fusione per incorporazione della Universo Assicurazioni. In Italiana Assicurazioni prosegue il cammino intrapreso con la passione di sempre. Coniugando la conoscenza con il saper fare e raccogliendo le sfide quotidiane fino a tradurle, o quantomeno provando a tradurle, in opportunità prende poi le redini del Gruppo Agenti nel 2007. E lo guida fino a pochi giorni fa.
Dottor Mingozzi, sono trascorsi 5 anni dalla sua elezione a presidente del suo Gruppo Agenti. Tentiamo un bilancio?
Volentieri. In questi 5 anni il Gruppo Agenti Italiana Assicurazioni ha rispettato gli impegni presi con i propri associati, pur incrociando la legge 40/2007, il conseguente passaggio alle polizze annuali, la crisi del settore Vita al profilarsi degli effetti del crak Lehman Brothers e non ultima quella economica attuale, definita la più difficile del dopoguerra.
Ho ricevuto moltissimi ringraziamenti dai colleghi per il lavoro svolto in questi anni. In particolare per aver trovato i meccanismi, anche economici, per continuare a svolgere la nostra attività con la consueta dignità e professionalità.
Perché si è dimesso, e perché ora?
Le mie dimissioni sono chiaramente un atto politico, soprattutto per la imminente scadenza del mio secondo mandato. Il messaggio che voglio dare va in due direzioni: verso la compagnia e verso i colleghi.
Ho sempre cercato di trovare un punto di incontro tra le necessità dell’azienda e quelle degli agenti, presidiando i diritti inalienabili della categoria.
Avrei voluto fare molto di più, e sempre con l'obiettivo di migliorare il benessere degli agenti e il business della compagnia che rappresentiamo, ma le mie idee, evidentemente, non incontravano più il progetto della società.
Personalmente sono, comunque, sicuro di aver tenuto sempre la massima correttezza nei confronti dell’azienda, anche quando è stato necessario frapporre un cuscinetto tra agenti e compagnia: mi riferisco in particolare, a un periodo protrattosi per circa 18 mesi durante i quali sembrava di combattere contro i mulini a vento. Il problema? Il sostanziarsi quotidiano, a livello generale, di errori nei saldi mensili della contabilità di difficile intelligibilità da parte delle agenzie. Stessa fermezza e costruttività mi hanno accompagnato anche quando ho dovuto gestire i rallentamenti nello sviluppo delle soluzioni informatiche dei gestionali operativi. Per contro, non nascondo di essermi particolarmente infastidito allorquando sono state date interpretazioni unilaterali degli accordi sottoscritti.
Questi sono stati anni importanti anche per la Compagnia, oggi contrassegnati dal cambiamento. A partire dalla fusione per incorporazione di Piemontese Assicurazioni in Italiana Assicurazioni. Cos’è cambiato e cosa sta cambiando?
In questi ultimi mesi il management è stato rinforzato da nuovi dirigenti, pur sempre provenienti dal Gruppo Reale Mutua. Tuttavia, il gravoso impegno di riorganizzare l’intero sistema interno non ha certo agevolato il dialogo, rendendolo, al contrario, difficile. E quando parlo di dialogo parlo di comunicazione bidirezionale, dialogo a due vie.
Le riunioni con i dirigenti e le rappresentanze di tutti i Gruppi esistenti (l'incorporazione di Piemontese ci ha portato 2 Gruppi in rappresentanza degli agenti dell’incorporata) sono diventate una sorta di assemblea dove era difficile arrivare a delle conclusioni.
Do’ comunque atto alla compagnia che, pur avendo dichiarato la preferenza a trattare con un unico gruppo in rappresentanza di tutti gli agenti Italiana, non ha mai forzato la mano, riconoscendo tutti senza distinguo.
Lei però motivi di dissenso ne ha avuti: quali in particolare?
Credo che riunire nello stesso incontro tre gruppi con accordi diversi, provvigioni differenti e problematiche diverse possa essere un ostacolo alle trattative da avviare o concludere. Proprio per evitare questa mia distonia con la nuova dirigenza, e per evitare di danneggiare i miei rappresentati, ecco che ho deciso di lasciare il passo ai miei compagni di Giunta, sui quali nutro la massima fiducia e con cui condivido uniformità di vedute sul programma da sviluppare.
Un messaggio ai colleghi?
Il cambiamento cui stiamo per assistere impone scelte importanti, che possono essere discusse e decise con una partecipazione totalitaria; pertanto il messaggio è: “intervenite alle riunioni, arricchite le assemblee, fate ognuno la propria parte, senza più delegare qualcuno al vostro posto”.
Se ascolto gli esperti del settore sembra che il mercato verrà trasformato, con la suddivisione degli intermediari in due categorie: da una parte agenzie simili a discount dove verranno distribuiti prodotti standardizzati a basso contenuto tecnico, e, dall’altra, gli highlander che vorranno ancora dispensare consulenza ricercando la soluzione più adeguata al proprio cliente. A questo devo poi aggiungere il bombardamento mediatico che quotidianamente subiamo sul futuro della distribuzione del prodotto Auto: annunciandosi l'imminente perdita del ramo per le agenzie, alcuni colleghi, di altri Gruppi, stanno già considerando la possibilità di scambiare una minor remunerazione sul ramo Auto con un compenso per la gestione dei sinistri.
Questi sono solo alcuni degli argomenti che pretendono la presenza di tutti i colleghi per decidere insieme cosa vogliamo fare da grandi. E lo dobbiamo fare sia nelle assemblee provinciali del Sindacato Nazionale Agenti, quando dovremo eleggere coloro che ci rappresenteranno nel prossimo Congresso Nazionale, sia in tutte le riunioni e assemblee del proprio Gruppo Agenti.
Mingozzi, titolare dell’agenzia di Altedo (Bologna), è bolognese di adozione ed entra in Italiana nel 2000 in seguito alla fusione per incorporazione della Universo Assicurazioni. In Italiana Assicurazioni prosegue il cammino intrapreso con la passione di sempre. Coniugando la conoscenza con il saper fare e raccogliendo le sfide quotidiane fino a tradurle, o quantomeno provando a tradurle, in opportunità prende poi le redini del Gruppo Agenti nel 2007. E lo guida fino a pochi giorni fa.
Dottor Mingozzi, sono trascorsi 5 anni dalla sua elezione a presidente del suo Gruppo Agenti. Tentiamo un bilancio?
Volentieri. In questi 5 anni il Gruppo Agenti Italiana Assicurazioni ha rispettato gli impegni presi con i propri associati, pur incrociando la legge 40/2007, il conseguente passaggio alle polizze annuali, la crisi del settore Vita al profilarsi degli effetti del crak Lehman Brothers e non ultima quella economica attuale, definita la più difficile del dopoguerra.
Ho ricevuto moltissimi ringraziamenti dai colleghi per il lavoro svolto in questi anni. In particolare per aver trovato i meccanismi, anche economici, per continuare a svolgere la nostra attività con la consueta dignità e professionalità.
Perché si è dimesso, e perché ora?
Le mie dimissioni sono chiaramente un atto politico, soprattutto per la imminente scadenza del mio secondo mandato. Il messaggio che voglio dare va in due direzioni: verso la compagnia e verso i colleghi.
Ho sempre cercato di trovare un punto di incontro tra le necessità dell’azienda e quelle degli agenti, presidiando i diritti inalienabili della categoria.
Avrei voluto fare molto di più, e sempre con l'obiettivo di migliorare il benessere degli agenti e il business della compagnia che rappresentiamo, ma le mie idee, evidentemente, non incontravano più il progetto della società.
Personalmente sono, comunque, sicuro di aver tenuto sempre la massima correttezza nei confronti dell’azienda, anche quando è stato necessario frapporre un cuscinetto tra agenti e compagnia: mi riferisco in particolare, a un periodo protrattosi per circa 18 mesi durante i quali sembrava di combattere contro i mulini a vento. Il problema? Il sostanziarsi quotidiano, a livello generale, di errori nei saldi mensili della contabilità di difficile intelligibilità da parte delle agenzie. Stessa fermezza e costruttività mi hanno accompagnato anche quando ho dovuto gestire i rallentamenti nello sviluppo delle soluzioni informatiche dei gestionali operativi. Per contro, non nascondo di essermi particolarmente infastidito allorquando sono state date interpretazioni unilaterali degli accordi sottoscritti.
Questi sono stati anni importanti anche per la Compagnia, oggi contrassegnati dal cambiamento. A partire dalla fusione per incorporazione di Piemontese Assicurazioni in Italiana Assicurazioni. Cos’è cambiato e cosa sta cambiando?
In questi ultimi mesi il management è stato rinforzato da nuovi dirigenti, pur sempre provenienti dal Gruppo Reale Mutua. Tuttavia, il gravoso impegno di riorganizzare l’intero sistema interno non ha certo agevolato il dialogo, rendendolo, al contrario, difficile. E quando parlo di dialogo parlo di comunicazione bidirezionale, dialogo a due vie.
Le riunioni con i dirigenti e le rappresentanze di tutti i Gruppi esistenti (l'incorporazione di Piemontese ci ha portato 2 Gruppi in rappresentanza degli agenti dell’incorporata) sono diventate una sorta di assemblea dove era difficile arrivare a delle conclusioni.
Do’ comunque atto alla compagnia che, pur avendo dichiarato la preferenza a trattare con un unico gruppo in rappresentanza di tutti gli agenti Italiana, non ha mai forzato la mano, riconoscendo tutti senza distinguo.
Lei però motivi di dissenso ne ha avuti: quali in particolare?
Credo che riunire nello stesso incontro tre gruppi con accordi diversi, provvigioni differenti e problematiche diverse possa essere un ostacolo alle trattative da avviare o concludere. Proprio per evitare questa mia distonia con la nuova dirigenza, e per evitare di danneggiare i miei rappresentati, ecco che ho deciso di lasciare il passo ai miei compagni di Giunta, sui quali nutro la massima fiducia e con cui condivido uniformità di vedute sul programma da sviluppare.
Un messaggio ai colleghi?
Il cambiamento cui stiamo per assistere impone scelte importanti, che possono essere discusse e decise con una partecipazione totalitaria; pertanto il messaggio è: “intervenite alle riunioni, arricchite le assemblee, fate ognuno la propria parte, senza più delegare qualcuno al vostro posto”.
Se ascolto gli esperti del settore sembra che il mercato verrà trasformato, con la suddivisione degli intermediari in due categorie: da una parte agenzie simili a discount dove verranno distribuiti prodotti standardizzati a basso contenuto tecnico, e, dall’altra, gli highlander che vorranno ancora dispensare consulenza ricercando la soluzione più adeguata al proprio cliente. A questo devo poi aggiungere il bombardamento mediatico che quotidianamente subiamo sul futuro della distribuzione del prodotto Auto: annunciandosi l'imminente perdita del ramo per le agenzie, alcuni colleghi, di altri Gruppi, stanno già considerando la possibilità di scambiare una minor remunerazione sul ramo Auto con un compenso per la gestione dei sinistri.
Questi sono solo alcuni degli argomenti che pretendono la presenza di tutti i colleghi per decidere insieme cosa vogliamo fare da grandi. E lo dobbiamo fare sia nelle assemblee provinciali del Sindacato Nazionale Agenti, quando dovremo eleggere coloro che ci rappresenteranno nel prossimo Congresso Nazionale, sia in tutte le riunioni e assemblee del proprio Gruppo Agenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA