Israele, attacco cyber contro una compagnia di assicurazioni
Operazione rivendicata su twitter da un gruppo finora sconosciuto chiamato BlackShadow
Gli hacker colpiscono un obiettivo assicurativo proprio in uno dei paesi più avanzati in ambito insurtech. Gli investigatori stanno cercando di fare luce su un attacco cyber condotto il 30 novembre ai danni della compagnia di assicurazione, Shirbit.
In un comunicato l’Ente nazionale israeliano per il cyber precisa che si teme siano state prelevate numerose informazioni di carattere privato relative ai clienti. L’attacco viene attribuito, in questa fase, a imprecisati “hacker”.
Nel frattempo su Twitter un gruppo finora sconosciuto, BlackShadow, ha rivendicato la paternità della operazione e ha poi diffuso su Telegram, secondo i media locali, immagini di polizze assicurative, dati relativi a un importante giudice israeliano nonché registrazioni di conversazioni fra la società e i suoi clienti. Il presidente della Shirbit, Zvi Leibushor, ha affermato che “il vero scopo dell'attacco era di cercare di colpire il mercato israeliano”. Esperti israeliani del ramo precisano che BlackShadow ha esordito sul web poche settimane fa e che sembra operare in maniera simile a quella degli attivisti di Anonymous.
In un comunicato l’Ente nazionale israeliano per il cyber precisa che si teme siano state prelevate numerose informazioni di carattere privato relative ai clienti. L’attacco viene attribuito, in questa fase, a imprecisati “hacker”.
Nel frattempo su Twitter un gruppo finora sconosciuto, BlackShadow, ha rivendicato la paternità della operazione e ha poi diffuso su Telegram, secondo i media locali, immagini di polizze assicurative, dati relativi a un importante giudice israeliano nonché registrazioni di conversazioni fra la società e i suoi clienti. Il presidente della Shirbit, Zvi Leibushor, ha affermato che “il vero scopo dell'attacco era di cercare di colpire il mercato israeliano”. Esperti israeliani del ramo precisano che BlackShadow ha esordito sul web poche settimane fa e che sembra operare in maniera simile a quella degli attivisti di Anonymous.
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