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Per l’Italia un export dinamico

Sace ha presentato il consueto Rapporto Export, che conferma una positiva crescita (+6,8%) della presenza italiana sui mercati internazionali anche in termini di volumi. Buone prospettive per il commercio dei beni legati alla transizione ecologica (+9,3%)

Per l’Italia un export dinamico
L’export italiano continua la sua fase di positività, si mostra dinamico, flessibile e capace di affrontare nuovi settori e nuovi mercati. Secondo il Rapporto Export 2023 di Sace presentato ieri a Milano, le vendite di beni all’estero da parte delle imprese italiane supereranno quest’anno i 660 miliardi di euro, con una crescita del 6,8%, che scenderà a +4,6% nel 2024 e a +3,8% medio annuo nel biennio successivo.

Con uno sguardo generale, Sace afferma che il grado di apertura commerciale (cioè l’incidenza degli scambi complessivi sul PIL mondiale) è sostanzialmente stabile, dimostrando che non sono in corso né arretramenti del processo di integrazione dei mercati né la fine della globalizzazione; si può piuttosto parlare di ri-globalizzazione, “ossia di un aggiustamento delle catene globali del valore nell’ottica di una maggiore diversificazione dei fornitori e dei mercati di sbocco”.

La continuità dell’azione sui mercati esteri da parte del sistema economico italiano è caratterizzata quest’anno da una crescita anche nei volumi (+1,3%) che si intensificherà negli anni successivi, dopo che il +20% complessivo registrato lo scorso anno era da attribuire principalmente all’aumento dei prezzi. Nel complesso, la quota di mercato italiana a livello mondiale è cresciuta lo scorso anno dal 2,4% al 2,6% e quest’anno potrebbe incrementarsi, anche se si affaccia un aumento della competizione sui prezzi. 

Nuovi modelli di business basati sull’IA

L’analisi di Sace si focalizza su due aspetti importanti che possono agire favorevolmente, per ragioni diverse, sull’export italiano: la transizione ecologica e l’intelligenza artificiale.
La transizione ecologica, verso la quale molti paesi si stanno orientando, rappresenta un’opportunità di mercato per le aziende del comparto dei beni ambientali, una categoria che include i prodotti connessi alla protezione dell’ambiente dall’inquinamento e quelli che nascono “green” (ad esempio le auto elettriche).
Attualmente l’Italia è al secondo posto nella Ue per esportazione di beni ambientali, con un valore complessivo di 60 miliardi di dollari nel 2021 (3,4% di quota di mercato a livello globale) a cui contribuiscono principalmente la meccanica strumentale, gli apparecchi elettrici e gli strumenti di misurazione e controllo. Per quest’anno la crescita nell’esportazione dei beni ambientali è attesa a un aumento del 9,3%, del 9,7% nel 2024 e del 14% medio nel biennio 2025-26.

Il secondo aspetto riguarda l’approccio strategico, per il quale Sace ritiene necessario orientarsi verso nuovi modelli di business sostenuti dall’intelligenza artificiale. Pare assodato che l’intelligenza artificiale contribuisca all’aumento della produttività delle imprese, in particolare per la maggiore efficacia che può dare nella gestione delle catene del valore e nella riduzione dei costi commerciali. 
Le tecnologie innovative esprimono però tutto il loro potenziale nella crescita dei risultati se in parallelo le aziende adattano il proprio modello di business: secondo il rapporto Sace, le imprese che si sono evolute in questo senso “hanno una probabilità di esportare superiore di circa tre volte rispetto a quelle che investono senza modificare il proprio modello (14,5% vs 5,2%)”.

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