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Polizze vita, sette su dieci sottoscritte da uomini

Secondo una recente ricerca dell’insurtech spagnola Life5, da poco attiva in Italia, chi tende a stipulare questo tipo di polizze è di genere maschile, tra i 40 e i 50 anni e con l’obiettivo principale di proteggere la propria famiglia

Polizze vita, sette su dieci sottoscritte da uomini
Stando ai dati dell’Ania, tra gennaio e luglio di quest'anno la raccolta di nuovi premi attinenti a polizze temporanee sulla vita è aumentata del 17,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’insurtech spagnola Life5, che lo scorso maggio ha esteso i suoi servizi al mercato italiano in collaborazione con Allianz Global Life, ha condotto una ricerca su 15mila persone che hanno manifestato il desiderio di stipulare una polizza di questo tipo, allo scopo di tracciare un identikit dell’odierno sottoscrittore italiano.
A testimonianza che ancora oggi è l’uomo a sentire la responsabilità della protezione economica della propria famiglia, i dati di Life5 riportano che il 70% di chi si è interessato a stipulare una polizza vita nel 2024 è di genere maschile, mentre solo il 30% è donna. Tra le motivazioni principali troviamo infatti la volontà di tutelare lo stile di vita della propria famiglia (per il 73% dei rispondenti), seguita dalla protezione da una situazione debitoria come un mutuo o un finanziamento (per il 24%) e da altre motivazioni per il restante 3%.

Un’altra conferma della disparità tra uomo e donna è rappresentata dal capitale assicurato medio, che per le donne (meno di 150 mila euro) è ancora inferiore del 12% rispetto a quello maschile (circa 170 mila euro). Questi dati possono leggersi in continuità con quanto riscontrato nel recente rapporto Ocse Education at a Glance 2024, ovvero che in Italia le giovani donne laureate guadagnano in media il 58% del salario dei loro coetanei maschi (evidenziando il più ampio divario retributivo di genere nell'area Ocse).
L’età media riscontrata, invece, è allineata per entrambi i sessi a 45-46 anni. Il 19% di chi cerca una polizza vita ha infatti tra i 40 e i 45 anni mentre il 18% tra i 45 e i 50. I giovani fino ai 35 sono meno dell’8%, e basso è anche il numero di chi se ne interessa dopo i 60 (7%).
“Questa disparità è chiaramente specchio di un contesto sociale complesso e sfaccettato che include diversi fattori come il gap salariale e occupazionale tra i sessi in Italia, che purtroppo, secondo gli ultimi dati, risulta ancora troppo consistente”, ha commentato Raffaele Didonato, country manager Italia di Life5. “Le cifre da noi riscontrate sono infatti destinate a cambiare solo nel caso in cui si verifichi una graduale inversione di rotta e quindi una trasformazione della società”.

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