Esg, anche una questione di rendimento
Per il 50% dei manager il ritorno economico è un fattore determinate nella scelta di effettuare investimenti green
Il rispetto dei criteri Esg è anche una questione di rendimento. O almeno è che così per il 50% dei manager delle grandi imprese globali che, secondo una recente ricerca dell'Institute for sustainable investing, pone il ritorno economico al vertice delle priorità nella decisione di effettuare investimenti green. Il rendimento sembra contare più della necessità di rispettare la normativa di settore (48%).
“Se la principale motivazione che guida i manager aziendali negli investimenti Esg è solo quella del ritorno e del profitto economico, il rischio spesso è che questi ultimi, fermandosi solo all’apparenza e a meri progetti di comunicazione, possano poi andare incontro a casi di greenwashing o meglio di Esg-washing, una nuova forma di greenwashing estesa anche alle questioni sociali e di governance”, osserva Ada Rosa Balzan, founder, presidente e ceo di Arb Sb, commentando i risultati della ricerca.
In fondo, nella classifica delle priorità quando si adotta una strategia di investimento green, si piazza la pressione della società civile (26%), ben al di sotto delle aspettative dei finanziatori (32%) e dei fornitori (34%). Incidono poco anche gli incentivi governativi (35%), mentre più in alto si collocano le convinzioni culturali profonde, come il dovere morale di fare la cosa giusta (47%) o l'idea che la sostenibilità costituisca una sfida per il nostro modello di sviluppo (46%). Solo per il 15% degli intervistati invece il tema si lega alla gestione e alla prevenzione del rischio.
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