Le nuove strategie dei chief investment officer in Europa
Diversificazione del portafoglio per fuggire i bassi tassi di rendimento e saper gestire una più complessa volatilità dei mercati
12/06/2013
Tassi d'interesse bassi, normative e gestione del rischio sono le sfide principali per il settore assicurativo europeo. È uno dei dati evidenziati da una ricerca condotta da Axa Investment Managers e Boston Consulting dal titolo Adapting asset management strategies to the current market environment.
Il campione della survey è costituito dai chief investment officer di circa 30 compagnie assicurative europee, che rappresentano oltre 3000 miliardi di asset under management. La ricerca ha evidenziato come le compagnie assicurative stiano in effetti modificando l'approccio d'investimento con l'uso di diversificazione e tecniche di copertura, ma resti forte il timore dei cio sui tassi di interesse oggi ai minimi. Nonostante, ci sia una crescente propensione dei cio a controbilanciare l'impatto del contesto a basso rendimento allocando su fonti alternative, il movimento verso la reale diversificazione dei portafogli è molto limitato. La maggior parte afferma di allocare fino al 10% dei propri portafogli su asset class alternative, ma è un dato gonfiato perché la percentuale si ferma realisticamente al attorno al 2-3%.
Scorrendo i dati scopriamo che sono proprio i tassi così bassi la maggiore preoccupazione: quasi i due terzi (68%) dei cio intervistati indicano in questa situazione la maggiore sfida per la redditività del business. Subito dopo vengono le nuove normative, per il 58% degli intervistati, e le complessità della gestione del rischio legata agli investimenti (47%).
Dalla ricerca il top management delle compagnie è risultato, un po' a sorpresa, meno preoccupato per la i dati macroeconomici e soprattutto per la correlata volatilità dei mercati: rispettivamente il 26% e 16%. Axa e Boston Consulting commentano che questo dato potrebbe indicare che gli assicuratori sono pronti ad abituarsi a operare nella Nuova Normalità" fatta di incertezza e cambiamenti repentini. Il 30% però resta teso riguardo al rischio politico: la prospettiva di costanti interventi politici sull'attività economica è dunque una delle sfide principali, perché intacca la loro capacità di fare previsioni e adottare scelte d'investimento.
"Le società che adottano le misure necessarie a ottenere una reale diversificazione dei portafogli e ad accedere alle asset class più interessanti del mercato - ha commentato Laurent Seyer, global head of multi-asset client solutions di Axa Investment Managers - godono di un evidente vantaggio". Ma poche lo stanno davvero facendo perché la crisi finanziaria e le nuove normative stanno spingendo gli assicuratori a mantenere l'allocazione sugli investimenti obbligazionari.
Il 45% degli assicuratori europei, secondo l'indagine, non adotta alcun meccanismo di copertura e cita l'assenza di know-how interno, di risorse e infrastrutture quali ostacoli principali. Come, questi stessi assicuratori, affronteranno la gestione di Solvency II?
Che fare quindi? Per esempio, grande spazio sta avendo la funzione di asset e liability management, che svolge un ruolo sempre più importante nella corporate governance delle società assicurative. Ben il 75% dei grandi assicuratori intervistati ha spostato, o sta spostando, le funzioni di alm dalla singola divisione a livello di gruppo, rimarcando così la tendenza sempre più acuita di centralizzazione delle competenze.
"Nella nostra esperienza - conclude Davide Corradi, partner e managing director di Boston Consulting - gli assicuratori che adottano le pratiche migliori hanno investito significativamente nella centralizzazione e ottimizzazione dei processi di alm. Tuttavia la comprensione stessa della posizione di asset e liability management, è lungi dal rappresentare lo standard in tutta l'industria".
Il campione della survey è costituito dai chief investment officer di circa 30 compagnie assicurative europee, che rappresentano oltre 3000 miliardi di asset under management. La ricerca ha evidenziato come le compagnie assicurative stiano in effetti modificando l'approccio d'investimento con l'uso di diversificazione e tecniche di copertura, ma resti forte il timore dei cio sui tassi di interesse oggi ai minimi. Nonostante, ci sia una crescente propensione dei cio a controbilanciare l'impatto del contesto a basso rendimento allocando su fonti alternative, il movimento verso la reale diversificazione dei portafogli è molto limitato. La maggior parte afferma di allocare fino al 10% dei propri portafogli su asset class alternative, ma è un dato gonfiato perché la percentuale si ferma realisticamente al attorno al 2-3%.
Scorrendo i dati scopriamo che sono proprio i tassi così bassi la maggiore preoccupazione: quasi i due terzi (68%) dei cio intervistati indicano in questa situazione la maggiore sfida per la redditività del business. Subito dopo vengono le nuove normative, per il 58% degli intervistati, e le complessità della gestione del rischio legata agli investimenti (47%).
Dalla ricerca il top management delle compagnie è risultato, un po' a sorpresa, meno preoccupato per la i dati macroeconomici e soprattutto per la correlata volatilità dei mercati: rispettivamente il 26% e 16%. Axa e Boston Consulting commentano che questo dato potrebbe indicare che gli assicuratori sono pronti ad abituarsi a operare nella Nuova Normalità" fatta di incertezza e cambiamenti repentini. Il 30% però resta teso riguardo al rischio politico: la prospettiva di costanti interventi politici sull'attività economica è dunque una delle sfide principali, perché intacca la loro capacità di fare previsioni e adottare scelte d'investimento.
"Le società che adottano le misure necessarie a ottenere una reale diversificazione dei portafogli e ad accedere alle asset class più interessanti del mercato - ha commentato Laurent Seyer, global head of multi-asset client solutions di Axa Investment Managers - godono di un evidente vantaggio". Ma poche lo stanno davvero facendo perché la crisi finanziaria e le nuove normative stanno spingendo gli assicuratori a mantenere l'allocazione sugli investimenti obbligazionari.
Il 45% degli assicuratori europei, secondo l'indagine, non adotta alcun meccanismo di copertura e cita l'assenza di know-how interno, di risorse e infrastrutture quali ostacoli principali. Come, questi stessi assicuratori, affronteranno la gestione di Solvency II?
Che fare quindi? Per esempio, grande spazio sta avendo la funzione di asset e liability management, che svolge un ruolo sempre più importante nella corporate governance delle società assicurative. Ben il 75% dei grandi assicuratori intervistati ha spostato, o sta spostando, le funzioni di alm dalla singola divisione a livello di gruppo, rimarcando così la tendenza sempre più acuita di centralizzazione delle competenze.
"Nella nostra esperienza - conclude Davide Corradi, partner e managing director di Boston Consulting - gli assicuratori che adottano le pratiche migliori hanno investito significativamente nella centralizzazione e ottimizzazione dei processi di alm. Tuttavia la comprensione stessa della posizione di asset e liability management, è lungi dal rappresentare lo standard in tutta l'industria".
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