Come l’innovazione cambia i rischi
In convegno a Milano risk manager di Anra e compagnie su quali cambiamenti si prospettano dall’utilizzo sempre più pervasivo delle tecnologie digitali nelle imprese
07/04/2017
Le tecnologie stanno assumendo sempre di più un ruolo fondamentale nell'evoluzione del nostro modo di vivere e, in particolare, del nostro modo di produrre. La vera svolta, appena agli inizi, si è avuta negli ultimi quattro anni, con la digital trasformation, cioè l’insieme delle potenzialità derivati dall’utilizzo congiunto di Social, Cloud, Information e Mobile. Questo nuovo “ambiente” rappresenta una sfida per le aziende, spinte ad adattare, se non trasformare, il proprio business tradizionale in un modello innovativo che permetta loro di essere ancora competitive sul mercato. Le innovazioni tecnologiche si presentano come grandi opportunità, ma nascondono anche nuove minacce che vanno conosciute e gestite al meglio: una consapevolezza che le organizzazioni stanno maturando parallelamente all’implementazione strategica delle nuove tecnologie all’interno dei vari settori produttivi.
Su questo tema, ieri pomeriggio, si sono confrontati esperti e risk manager durante il convegno “Dall’Industria 4.0 all’IoT: come l’innovazione sta cambiando i rischi e l’insurance business”, organizzato da Anra, l’associazione che raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali italiani, e ospitato presso la nuova sede di Prysmian Group, firmata dall’architetto Maurizio Varratta.
Ospiti dell’evento, Stefano Brandinali, Group Chief Information Officer di Prysmian Group, Orazio Rossi, Country Manager di Chubb, Marco Dalle Vacche, Direttore Generale per l’Italia e Managing Director South Europe di AIG Europe, Marco Boni, Head of Operations and IT di Generali Global Corporate & Commercial Italia, e Massimo Reale, Risk Director di Euler Hermes Italia.
Il nuovo scenario, presentato Stefano Brandinali, è fatto di fabbriche intelligenti, basate su sistemi interconnessi, in cui la produzione diventa smart, con livelli di automazione inimmaginabili solo pochi anni fa. Cambiare il modo di produrre, cambiare a volte anche il business, confrontarsi con un settore economico complessivamente in grande evoluzione e dove si affacciano player “leggeri” e aggressivi, modifica profondamente il panorama dei rischi e le tecniche di analisi e mitigazione basate sugli studi predittivi e sulle modellizzazioni dei rischi.
Si apre quindi una sfida anche per il risk management e per il mondo assicurativo, coinvolto dal cambiamento sia internamente, nella modalità di gestione del proprio business, sia esternamente nella propria capacità di sottoscrizione dei rischi, cyber e non. Nell’intervento di apertura Alessandro De Felice, presidente di Anra, ha evidenziato cosa le aziende richiedono alle compagnie: “La gestione di coperture cyber ha impatti significativi sui processi core di una compagnia, occorrono nuove competenze e capability di tipo tecnologico, attualmente non sempre presenti in organizzazioni del mondo assicurativo. Serve maggiore sinergia tra il mondo industriale, finanziario, istituzionale e assicurativo”.
Sull’impatto dell’innovazione tecnologica sul business assicurativo si è espresso Orazio Rossi, che ha descritto la nuova rivoluzione industriale e focalizzato gli aspetti che coinvolgono maggiormente il settore assicurativo. Uno di questi, cioè il possibile utilizzo delle tecnologie wearables, è stato approfondito da Marco Dalle Vacche, coadiuvato da Dante Caffarelli di Ibm che ha presentato casi di studio sull’utilizzo concreto delle tecnologie indossabili nella sicurezza sui luoghi di lavoro.
Una possibile “rivoluzione nella rivoluzione” è rappresentata dalla tecnologia blockchain, un sistema collaborativo tra macchine dalle grandi potenzialità che, come ha spiegato Marco Boni, è in fase di test per molte compagnie e che potrebbe rappresentare la vera svolta dell’Insurtech. Strumenti nuovi, problemi vecchi: l’intervento in chiusura di Massimo Reale ha fatto il punto sul rischio di credito commerciale oggi in Italia e su in quale modo gli strumenti innovativi di analisi, come i Big Data, e di predittività, come il Machine Learning, possono contribuire a rendere più sicuro anche il mercato del credito.
Su questo tema, ieri pomeriggio, si sono confrontati esperti e risk manager durante il convegno “Dall’Industria 4.0 all’IoT: come l’innovazione sta cambiando i rischi e l’insurance business”, organizzato da Anra, l’associazione che raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali italiani, e ospitato presso la nuova sede di Prysmian Group, firmata dall’architetto Maurizio Varratta.
Ospiti dell’evento, Stefano Brandinali, Group Chief Information Officer di Prysmian Group, Orazio Rossi, Country Manager di Chubb, Marco Dalle Vacche, Direttore Generale per l’Italia e Managing Director South Europe di AIG Europe, Marco Boni, Head of Operations and IT di Generali Global Corporate & Commercial Italia, e Massimo Reale, Risk Director di Euler Hermes Italia.
Il nuovo scenario, presentato Stefano Brandinali, è fatto di fabbriche intelligenti, basate su sistemi interconnessi, in cui la produzione diventa smart, con livelli di automazione inimmaginabili solo pochi anni fa. Cambiare il modo di produrre, cambiare a volte anche il business, confrontarsi con un settore economico complessivamente in grande evoluzione e dove si affacciano player “leggeri” e aggressivi, modifica profondamente il panorama dei rischi e le tecniche di analisi e mitigazione basate sugli studi predittivi e sulle modellizzazioni dei rischi.
Si apre quindi una sfida anche per il risk management e per il mondo assicurativo, coinvolto dal cambiamento sia internamente, nella modalità di gestione del proprio business, sia esternamente nella propria capacità di sottoscrizione dei rischi, cyber e non. Nell’intervento di apertura Alessandro De Felice, presidente di Anra, ha evidenziato cosa le aziende richiedono alle compagnie: “La gestione di coperture cyber ha impatti significativi sui processi core di una compagnia, occorrono nuove competenze e capability di tipo tecnologico, attualmente non sempre presenti in organizzazioni del mondo assicurativo. Serve maggiore sinergia tra il mondo industriale, finanziario, istituzionale e assicurativo”.
Sull’impatto dell’innovazione tecnologica sul business assicurativo si è espresso Orazio Rossi, che ha descritto la nuova rivoluzione industriale e focalizzato gli aspetti che coinvolgono maggiormente il settore assicurativo. Uno di questi, cioè il possibile utilizzo delle tecnologie wearables, è stato approfondito da Marco Dalle Vacche, coadiuvato da Dante Caffarelli di Ibm che ha presentato casi di studio sull’utilizzo concreto delle tecnologie indossabili nella sicurezza sui luoghi di lavoro.
Una possibile “rivoluzione nella rivoluzione” è rappresentata dalla tecnologia blockchain, un sistema collaborativo tra macchine dalle grandi potenzialità che, come ha spiegato Marco Boni, è in fase di test per molte compagnie e che potrebbe rappresentare la vera svolta dell’Insurtech. Strumenti nuovi, problemi vecchi: l’intervento in chiusura di Massimo Reale ha fatto il punto sul rischio di credito commerciale oggi in Italia e su in quale modo gli strumenti innovativi di analisi, come i Big Data, e di predittività, come il Machine Learning, possono contribuire a rendere più sicuro anche il mercato del credito.
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