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Prima gli affetti, poi la carriera

La vicinanza al posto di lavoro conta più dell’ambizione professionale, lo rivela l’Osservatorio mensile di Findomestic

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Disoccupati a casa è meglio che lavoratori all’estero. Secondo l’Osservatorio mensile di Findomestic, realizzato in collaborazione con Doxa, il 46% dei lavoratori sarebbe disposto a rimanere disoccupato, piuttosto che andare a lavorare lontano da casa. Solo due su dieci rinuncerebbero a vivere in Italia per fare il lavoro dei propri sogni. Fortunatamente oggi tre italiani su quattro sono soddisfatti della vicinanza al proprio posto di lavoro e il 61% dei lavoratori italiani è soddisfatto dell’equilibrio che è riuscito a raggiungere tra lavoro e vita privata (anche se i “molto soddisfatti” sono solo 1 su 10). L’attaccamento alla famiglia emerge anche nelle preferenze per il tempo libero. Se potessero avere più tempo libero gli italiani lo utilizzerebbero soprattutto per stare con la propria famiglia (50%); seguono hobby (43%), viaggi (42%) e infine sport (28%). 

Sul posto di lavoro emergono interessanti differenze di genere. La flessibilità dell’orario di lavoro è più rilevante per le donne (35% contro il 26% degli uomini), mentre il potere decisionale e la carriera attrae più gli uomini: il 31% degli uomini dà più peso all’autonomia decisionale (contro 27% delle donne), mentre l’opportunità di fare carriera  interessa al 17% degli uomini contro 9% delle donne. In generale, 2 italiani su 3 (il 64%) non sono soddisfatti delle opportunità di fare carriera. Gli italiani sono anche delusi dallo stipendio:  il 64% crede di non guadagnare abbastanza, mentre il 54% si aspetterebbe di guadagnare di più. Una quota identica non è soddisfatta dalla coerenza dell’occupazione con il proprio percorso di studio. Per questo la maggior parte dei lavoratori italiani (60%) ha pensato almeno una volta di cambiare lavoro, soprattutto nella fascia fra i 35 e i 44 anni. 


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