Un’estate di fuoco
L’incendio al grattacielo Torre del Moro a Milano rappresenta un caso esemplare riguardo alla complessità nell’individuare le responsabilità che attengono a un evento assicurato. Il primo passo è comprendere caratteristiche e qualità del prodotto di rivestimento utilizzato per l’edificio, ma vanno valutate le posizioni di tutte le parti coinvolte nella costruzione. Infine entrano in gioco le coperture stipulate dai singoli condòmini
12/11/2021
SECONDA PARTE
I danni determinati dall’incendio al condominio Torre del Moro i via Antonini, a Milano, sono ingenti. Il grattacielo ospitava almeno 70 famiglie, oltre che uffici, ristoranti e negozi. Il solo valore dell’immobile pare ammontasse a poco meno di 30 milioni di euro.
La Procura ha così aperto un’inchiesta per disastro colposo.
Sappiamo che a prendere fuoco sarebbe stato un appartamento all’ultimo piano e che le fiamme si sono poi propagate lungo la facciata, consumando l’edificio in pochissimo tempo, fino a mostrarne l’ossatura.
Le indagini si concentrano sulla proprietà e sull’impresa di costruzione, chiusa alcuni anni fa e trasformata in real estate, come pure sull’azienda che ha realizzato il rivestimento. Un altro filone dell’indagine riguarda l’impianto antincendio, che sarebbe stato parzialmente fuori uso.
L’Alucobond è un materiale molto utilizzato nelle nuove costruzioni, che oggi è certificato come ignifugo o fire retardant. Tuttavia, il rivestimento della torre di via Antonini è stato posizionato nel 2011, quando è terminata la costruzione dell’edificio. All’epoca le normative non imponevano l’uso di materiale antincendio all’esterno dei palazzi e, per la verità, anche oggi la materia è abbastanza controversa, come spiegano gli inquirenti.
Ma un conto è utilizzare pannelli non ignifughi, un altro è montare prodotti che hanno invece favorito le fiamme, alimentandole.
DALL’IMPRESA ALLA NORMA, È COMPLESSO IL TEMA DELLE RESPONSABILITÀ
Torniamo dunque alla questione dell’individuazione delle responsabilità.
Se dovesse appurarsi che il difetto era già presente nei progetti, e che i progettisti avevano omesso di indicare il tipo di pannelli più sicuro e adatto per un edificio di questo genere, il conto verrebbe presentato a loro.
In quanto professionisti, la legge obbliga ingegneri e architetti a munirsi di un’adeguata copertura assicurativa per la responsabilità professionale loro ascrivibile. Il rischio, insomma, risulterebbe coperto, ma c’è da tener presente che una polizza di responsabilità professionale raramente garantisce un massimale in grado di coprire danni così ingenti e, comunque, è probabile che le responsabilità vengano condivise con il costruttore, che dovrebbe essere ben informato sulla necessità di utilizzare determinati materiali, per garantire la sicurezza dell’edificio in opera.
Come sappiamo, anche i costruttori sono obbligati a contrarre polizze per coprire eventuali errori e danni causati in seguito a loro comportamenti omissivi. Il settore investigativo dei Vigili del Fuoco sta esaminando il materiale prelevato nel corso dell’incendio, per valutare eventuali responsabilità dell’appaltatore, e ciò terrà comunque conto della normativa in corso all’epoca della costruzione.
L’articolo 1669 del Codice civile stabilisce la responsabilità del costruttore, in caso di rovina o gravi difetti degli edifici eretti, purché si manifestino entro il termine di dieci anni dal loro completamento. Si tratta della cosiddetta garanzia postuma decennale.
La Torre del Mori è stata costruita tra il 2006 e il 2011, e sono appena trascorsi 10 anni dalla fine dei lavori. Ci troviamo quindi sul filo di lana per definire se questa copertura possa essere invocata o se non sia già andata in prescrizione.
La proprietà, per quanto divisa tra un certo numero di inquilini, dovrà pure rispondere perché è comunque responsabilità di ogni proprietario di un immobile qualsiasi danno che possa derivare a terzi dalla sua rovina, a meno che lo stesso non provi che tali danni siano dovuti a vizio di manutenzione o – appunto – di costruzione, così come definito all’articolo 2053 del Codice civile.
È poi possibile che vengano considerate responsabili le società che hanno fornito i materiali. Come si è accennato, pare che nel capitolato dei lavori depositato in Comune, i pannelli utilizzati fossero definiti ignifughi, ma le evidenze hanno mostrato come la torre si sia trasformata in breve tempo in una torcia, e questo sarebbe poco coerente con tale assunto.
Inoltre, ci sarebbe da considerare il già citato precedente della Grenfell Tower a Londra, poiché in quel caso (che dimostra molte analogie con quello della Torre del Moro) la responsabilità è stata ascritta proprio al fornitore dei materiali.
C’è poi da tenere in conto la responsabilità dell’amministratore del condominio, poiché si dovrà chiarire se vi sia stata qualche mancanza nella manutenzione dello stabile.
UN ALTRO FRONTE È LA RESPONSABILITÀ SULL’IMPIANTO ANTINCENDIO
Sembra inoltre che l’impianto antincendio non fosse perfettamente funzionante, e non si capisce come mai lo stesso non sia intervenuto a dovere. Gli idranti di ben cinque piani sarebbero stati fuori uso e l’allarme non avrebbe suonato.
L’amministratore condominiale ha, nelle sue competenze, anche la responsabilità della sicurezza dell’edificio che amministra. Quindi, se si dimostrasse che questi non avesse adempiuto il suo dovere, si potrebbe valutare la responsabilità civile a lui ascrivibile, come previsto dall’articolo 1130 del Codice civile.
Non abbiamo ancora parlato delle polizze incendio che ciascun inquilino avrà acceso privatamente e a quelle che potrebbero essere legate a eventuali contratti di mutuo stipulati presso le banche, ma sono ancora molti i soggetti che potrebbero essere coinvolti in un incendio di queste dimensioni.
E per fortuna non c’erano lavori in corso nello stabile, perché in questo caso avremmo a che fare con ulteriori fattispecie di responsabilità, com’è capitato a Torino, dove un fabbro che stava installando una cassaforte ha perso il controllo della fiamma che utilizzava per saldare e ha mandato alle fiamme un palazzo con un centinaio di residenti.
Ma questa è un’altra storia dell’estate di fuoco che abbiamo trascorso, e il dramma della Torre del Moro è già abbastanza complicato di per sé.
(La prima parte dell’articolo è stata pubblicata su Insurance Daily di mercoledì 6 ottobre)
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