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Commissione Europea, rinnovata l’autorizzazione all’uso del glifosato

Il controverso pesticida potrà essere utilizzato in agricoltura fino al 2033, nonostante siano in molti a credere che causi tumori ed altre gravi malattie alle persone esposte: negli Stati Uniti sono numerose le pronunce delle corti che confermerebbero la sua pericolosità

Commissione Europea, rinnovata l’autorizzazione all’uso del glifosato hp_vert_img
Il glifosato è un’ammina individuata per la prima volta intorno al 1950 da una società chimico-farmaceutica svizzera e successivamente sintetizzata negli Stati Uniti dalla Monsanto, che ne brevettò il marchio col nome di Roundup.
Questo diserbante ha avuto grande successo per la sua efficacia nel disseccare le piante infestanti ed ha raggiunto una diffusione enorme in tutto il mondo, divenendo componente essenziale di oltre 750 prodotti, sia per l’agricoltura che per il giardinaggio domestico, e fruttando ai suoi produttori enormi guadagni. 
Ancora oggi il glifosato è l’erbicida più usato in agricoltura, ma nel corso degli anni si sono diffuse le polemiche sui suoi effetti nocivi, in seguito alla circolazione di numerosi studi che lo accusano di causare il cancro a chi lo utilizza.

La pericolosità del glifosato è ancora molto discussa

Nel 2015 l’IARC (International Agency for Research in Cancer), appartenente all’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha riunito un comitato di esperti per determinare la sua tossicità. 
Lo studio ha esaminato lavoratori agricoli provenienti da Usa, Canada e Svezia, dimostrando un aumentato rischio di contrarre il linfoma non-Hodgkin (un tumore che nasce dal sistema linfatico e si sviluppa dai linfociti) su quelli esposti al glifosato. 
L’erbicida è stato così definito “probabilmente cancerogeno” e dunque collocabile tra i prodotti ritenuti in grado di causare tumori. La sua licenza per il mercato UE è stata rinnovata l’ultima volta nel 2017, per soli cinque anni, invece dei canonici 15, proprio per le tante accuse mosse a suo sfavore, ma nel luglio del 2023 l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha dichiarato di non aver individuato alcuna area critica di preoccupazione per gli effetti nell’uomo, negli animali e nell’ambiente, tale da impedire il rinnovo all’autorizzazione dell’erbicida.

Le difficoltà a trovare un accordo per i Paesi Membri e la Pac

A questo punto, all’interno del Parlamento europeo, non si è più raggiunta una maggioranza qualificata a favore o contro il rinnovo all’utilizzo del glifosato e si è persa l’occasione per vietare in Europa l’uso dei prodotti che lo contengono per i prossimi 10 anni.
Nella votazione, l’Italia si è astenuta, insieme ad altri sei Paesi (tra cui Francia e Germania), mentre in passato aveva addirittura votato a favore del rinnovo. 
Il ministro dell’agricoltura francese, Marc Fesneau, ha affermato che un divieto totale del glifosato non sarebbe praticabile al momento per la mancanza di alternative valide per gli agricoltori.
Le ragioni della posizione del nostro e di altri governi potrebbero comunque essere soprattutto di ordine politico ed economico, di fronte all’approssimarsi delle elezioni. 
In ogni caso, l’azienda chimica tedesca Bayer, che ha acquistato la Monsanto e oggi produce il Roundup, ha perso numerose cause legali negli Stati Uniti contro persone che avevano contratto il cancro ed imputavano la malattia all’esposizione a questo erbicida.
Anche la rete europea di studiosi ENSSER ha espresso serie riserve sul rinnovo dell’autorizzazione. 
Secondo l’ENSSER, la Commissione non avrebbe in questo caso applicato il principio di precauzione, non tenendo conto di tutti gli effetti negativi segnalati sull’impiego dell’erbicida.
Infine, una ricerca sulle conseguenze dell’esposizione al glifosato e il morbo di Parkinson, pubblicata sulla rivista medica Lancet, suggerisce che potrebbe esserci un collegamento tra il rapido aumento dei casi di questa patologia e l’esposizione al pesticida.
Secondo alcuni osservatori, il voto a favore dell’uso del glifosato si inquadrerebbe nell’attacco perpetrato contro la Politica agricola comune (PAC), che impone alle aziende agricole di proteggere il suolo e di adottare misure minime per proteggere l’ambiente. 
In un comunicato stampa, Greenpeace ha accusato la Commissione europea di aver votato l’esenzione di quasi 17 milioni di ettari di terreni agricoli (pari alla superficie agricola totale della Germania) da controlli di carattere ambientale, eliminando molte norme che proteggono l’ambiente e la qualità del suolo, in seguito alle proteste degli agricoltori che hanno interessato tutta l’Europa.

In USA sentenze miliardarie contro i produttori a titolo di punitive damages

Proprio mentre la Commissione europea decideva di rinnovarne l’autorizzazione, le sentenze che confermerebbero indirettamente la pericolosità del glifosato si sono moltiplicate. 
Lo scorso novembre la Bayer è stata infatti colpita da una sentenza miliardaria e dovrà risarcire oltre 1,5 miliardi di dollari a tre coltivatori statunitensi, che hanno dimostrato di essersi ammalati di cancro per aver usato il Roundup. 
Nello specifico, i tre hanno sostenuto davanti ai giudici che l’utilizzo prolungato dell’erbicida Roundup nei loro terreni avrebbe portato al sorgere di linfomi non-Hodgkin. I giudici hanno quindi stabilito che l’esposizione al diserbante ha costituito un “fattore sostanziale” per la contrazione della malattia da parte delle vittime e che il comportamento della Monsanto sarebbe stato negligente, non avendo testato correttamente il prodotto, né avvertito i consumatori dei rischi che correvano.
In USA, negli ultimi 40 anni sono state utilizzate oltre 150mila tonnellate di erbicidi all’anno e le accuse mosse alla Bayer stanno ora scatenando contro la multinazionale chimica un sentimento popolare che si sta manifestando in tribunale, attraverso il riconoscimento di cifre astronomiche a titolo di danni punitivi.
Com’è noto, l’istituto dei punitives, assai popolare in questo Paese, prevede che venga riconosciuta al danneggiato una posta di risarcimento esemplare, qualora il danneggiante abbia agito con particolare malizia o efferatezza, ovvero dimostrando colpevole noncuranza delle regole, piuttosto che semplice negligenza. 
Lo scopo è punire l’autore dell’illecito, scoraggiando nel contempo il perpetrarsi di azioni simili da parte di altri potenziali trasgressori. Il riconoscimento di un maggiore risarcimento, insomma, assume una connotazione deterrente e persecutoria che va ben oltre la funzione compensatoria del danno ed è spesso caratterizzata da vere e proprie forzature. Non è raro che l’ammontare del danno punitivo riconosciuto in prima istanza venga poi notevolmente ridotto in appello, com’è successo proprio in alcuni processi al Roundup.

Autorizzazione subordinata a restrizioni

Sebbene il glifosato sia stato indicato come potenzialmente cancerogeno, quindi, diverse multinazionali europee della chimica con interessi commerciali nei confronti dell’erbicida beneficeranno della decisione della Commissione europea, anche se c’è da dire che il suo impiego sarà subordinato a nuove condizioni e restrizioni. 
Ne verrà infatti vietato l’uso per il disseccamento del raccolto (una pratica utilizzata dai grandi produttori di cereali), mentre  nella fase di pre-raccolta toccherà a ciascuno Stato membro decidere quali usi siano più in linea con le buone pratiche. Per ridurre la dispersione della sostanza è stata anche proposta l’istituzione di fasce tampone di almeno 5-10 metri. 
Gli Stati membri dovranno infine garantire che l’uso dei pesticidi contenenti glifosato sia ridotto al minimo e vietato nei parchi e giardini pubblici.

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