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Allarme Fentanyl in Italia

Il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga, ha recentemente diffuso nel nostro paese un’allerta di grado 3 per la presenza di Fentanyl, utilizzato per tagliare una partita di eroina sequestrata dalla Polizia

Allarme Fentanyl in Italia hp_vert_img
A fronte della diffusione anche in Italia del Fentanyl, sostanza altamente pericolosa, di recente è stato  attivato il Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl, che prevede l’invio dell’allerta alle forze di polizia e a tutte le amministrazioni. 
Anche il ministero della Salute, con una nota inviata alle Regioni e  firmata dal direttore della prevenzione Francesco Vaia, ha chiesto agli assessorati alla Sanità di diramare con urgenza ai Dipartimenti per le dipendenze delle Asl, alle comunità terapeutiche e al personale socio-sanitario, una comunicazione per informare coloro che fanno uso di droghe della possibilità di gravissimi rischi per la salute.

Di cosa si tratta

Il Fentanyl è un oppioide sintetico con proprietà analgesico narcotiche. È circa 100 volte più potente della morfina, ma anche 100 volte più tossico. È anche 50 volte più potente dell’eroina. Alcune sostanze analoghe (nel mercato nero se ne trovano più di 150) arrivano a essere fino a mille volte più potenti della morfina e fino a 500 volte più forti dell’eroina. Gli esempi più comuni sono il Sufentanyl o il Carfentanyl
In Italia, questa sostanza viene utilizzata, sotto stretto controllo medico, come anestetico generale nelle operazioni di chirurgia maggiore e nella terapia palliativa per il dolore terminale oncologico. 
Nel mercato degli stupefacenti, invece, può essere utilizzata come agente di taglio dell’eroina o anche al posto dell’eroina stessa. Queste droghe si producono assai facilmente nei cosiddetti kitchen laboratories, laboratori illegali che possono essere organizzati con materiali facilmente reperibili , e ciò permette di diffonderle a prezzi più bassi. Sono sostanze estremamente tossiche, perché si legano in modo molto più potente ai recettori cerebrali degli oppioidi. Questo meccanismo rende inoltre molto più difficile invertire l’overdose da Fentanyl con il Naloxone, che è il farmaco generalmente utilizzato per intervenire sulle overdosi da oppiacei.
Il Fentanyl viene anche definito eroina degli zombie. In realtà, sono le preparazioni a base di eroina o Fentanyl tagliate con la Xilazina, un anestetico e miorilassante veterinario utilizzato pochissimo in Italia ma impiegato nel mercato illegale per dare più potenza alla droga, a causare delle ulcere cutanee agli arti superiori e inferiori. Queste ulcerazioni profonde fanno sembrare i consumatori come zombie, e da qui deriva il nome utilizzato per definire questo particolare tipo di sostanza stupefacente.

Allerta di terzo grado

L’allerta di terzo grado inviata lo scorso mese dal ministero della Salute, in seguito al rinvenimento di Fentanyl in una partita di eroina sequestrata in Umbria, è una comunicazione di massima urgenza che viene mandata a tutti gli operatori che hanno a che fare con i consumatori di sostanze d’abuso.
Tra i destinatari sono presenti diversi soggetti, dagli uffici tossicologici forensi alle forze di Polizia, dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) agli assessorati regionali alla Salute, dai pronto soccorso agli ospedali. L’allerta di grado 3 si riferisce a sostanze che possono provocare intossicazioni severe o morti e tra queste è presente proprio il Fentanyl. 
Nel nostro paese, si tratta del primo caso in cui è stata rilevata una preparazione da strada contenente questo oppioide sintetico. Al momento, sono in corso indagini per assicurarsi se il fenomeno sia stato circoscritto o diffuso, ma l’uso improprio di questa sostanza ha già causato molte vittime nel mondo.
La chiamano anche Dragon’s Breath, White Girl, Dance Fever, Tango & Cash, Persiano bianco o Trip di carta e negli Stati Uniti sta provocando una vera e propria strage silenziosa: si ritiene infatti che, tra la fine degli anni ‘90 e il 2022, il Fentanyl abbia provocato quasi un milione di overdose letali.

Gli effetti del Fentanyl

Come abbiamo accennato, questa sostanza viene normalmente utilizzata in medicina per il trattamento delle forme di dolore più importanti, come per esempio il dolore cronico di tipo oncologico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti inserito questo farmaco nella lista dei farmaci essenziali per la cura del dolore nei pazienti che hanno un tumore in stadio avanzato. Inoltre, avendo anche degli effetti sedativi molto importanti, viene utilizzato in clinica nell’induzione dell’anestesia.
Questa droga agisce sui recettori degli oppioidi e, attraverso la loro stimolazione, riduce la trasmissione degli impulsi nervosi del dolore, modulando la risposta emozionale al dolore con l’induzione di uno stato di euforia. I pazienti che hanno un dolore cronico di tipo oncologico, ad esempio, si sentono molto rilassati e riferiscono che il dolore è ancora presente, ma è come se non provocasse sofferenza. Le persone che utilizzano il Fentanyl come stupefacente ricercano proprio l’effetto combinato tra il senso di euforia ed il rilassamento assoluto.
Tra gli effetti collaterali a breve termine si riscontrano nausea, vomito, stipsi e confusione mentale, ma l’abuso di questa sostanza causa effetti letali. I recettori oppioidi che sono stimolati dal Fentanyl sono infatti coinvolti anche nel controllo del respiro ,e le crisi respiratorie sono la tipica causa di morte da sovradosaggio da oppioidi, soprattutto col Fentanyl. 
Uno studio pubblicato nel 2022 sulla rivista Pnas Nexus, da un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital, ha rilevato come questo oppioide sintetico sia in grado di fermare la respirazione prima ancora che i pazienti perdano coscienza: sono sufficienti appena 2-3 milligrammi per uccidere una persona, provocandone il soffocamento.
La dipendenza si sviluppa molto velocemente già dopo i primi giorni di utilizzo. Quando si decide di interrompere il trattamento in clinica, ad esempio, è prescritta una riduzione lenta e graduale del dosaggio, perché potrebbero insorgere dei sintomi da astinenza che possono comportare effetti come sudorazione, ansia, diarrea o anche dolori addominali molto forti.

La crisi degli oppioidi in Usa e la situazione in Europa

La diffusione di questa sostanza può rappresentare un problema molto serio, il che giustifica l’allarme diffuso dal nostro Ministero della Salute. Negli Stati Uniti, infatti, la cosiddetta crisi degli oppioidi ha costituito una delle più gravi emergenze sanitarie pubbliche del dopoguerra. Come purtroppo accade negli Usa, alla base di questo fenomeno vi sono state questioni di mercato, che hanno avuto la meglio su quelle della salute pubblica. 
A partire dagli anni ’90, le aziende produttrici di questo genere di farmaci hanno incentivato i medici a prescrivere oppiacei ad alti dosaggi, creando una dipendenza che è andata ben oltre la prescrizione medica. E in questo modo sono aumentati anche i profitti del mercato illegale.
A partire dal 2010 il Fentanyl si è sostituito all’eroina, in quanto molto più economico e più facile da produrre e trasportare. A differenza di altre droghe, inoltre, questa sostanza poteva essere venduta anche online. Dal 2015 in poi, il Fentanyl viene associato ad altre sostanze, in particolare agli stimolanti come metanfetamina, cocaina, crystal meth, etc. Come si è accennato, questo mix può impedire la risposta al Naloxone, il classico antidoto per l’overdose da oppioidi. Tra il 2010 e il 2021 il numero dei decessi è aumentato di 50 volte, secondo una ricerca condotta dall’Università della California e pubblicata sulla rivista Addiction. In Italia ed Europa non si osserva ancora un’emergenza Fentanyl e probabilmente ciò accade per la disponibilità di cure mediche dedicate al trattamento del dolore e per l’adozione di programmi di sostituzione degli oppiacei, volti ad affrontare eventuali dipendenze. Ma il livello di attenzione si sta alzando, soprattutto perché vi è un forte interesse della criminalità organizzata in questo senso. Basti pensare che da 1 kg di polvere di Fentanyl, che costa 10mila euro al mercato nero, è possibile ricavare 1 milione di pillole. Queste ultime, vendute in media a 20 euro l’una, producono fino a 20 milioni di euro di ricavo. È quindi ovvio che la malavita sia fortemente interessata a questo mercato, caratterizzato da pochi rischi e molti guadagni.
Solo nel 2023 Europol e Interpol hanno individuato in Europa circa 400 laboratori clandestini: alcuni, purtroppo, anche in Italia.

I risvolti di carattere assicurativo

La crisi degli oppioidi negli Usa sarebbe costata a Big Pharma tra i 100 e i 150 miliardi di dollari. Parliamo dei costi relativi alle migliaia di cause avviate in tutti gli Stati dalle municipalità, contro quella che negli Usa viene definita una vera e propria epidemia. Un’epidemia causata dalle pratiche di marketing aggressivo, attuate dalle società farmaceutiche per spingere i medici a prescrivere farmaci a base di oppioidi, anche quando non ve n’era bisogno. Secondo i dati del governo statunitense, negli ultimi vent’anni l’uso eccessivo di oppioidi avrebbe causato la morte di 400mila persone: più dei caduti americani della Seconda guerra mondiale. Ma solo il 30% delle morti è fatto risalire all’abuso generico di oppioidi: la restante dipende proprio dal Fentanyl. Sempre secondo il governo federale americano, il costo economico complessivo ammonterebbe a circa 80 miliardi l’anno, considerandone il peso sul sistema sanitario, i costi sociali, la perdita di produttività e i costi relativi al sistema giudiziario. 
Per molti osservatori, tutto questo riporta alla memoria le campagne contro il tabacco degli anni ‘90 e le tante cause avviate contro le società produttrici, in seguito a decenni di pratiche di marketing aggressivo e pubblicità ingannevoli, che contribuirono all’aumento esponenziale delle malattie e delle morti legate al fumo. I costi in Italia furono cospicui: secondo Tobacco Atlas, parliamo di almeno 26 miliardi di euro e non pare che vi siano ragioni per pensare che il Fentanyl possa causare problemi di minore portata. È dunque logico tenere alti gli scudi.

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