Amministrazione condivisa, un nuovo welfare locale per il futuro
I patti di collaborazione tra cittadini e pubblica amministrazione sono favoriti dal nostro ordinamento e rappresentano un’opportunità di crescita per la società

11/03/2025
In precedenti articoli pubblicati su questa testata ho evidenziato alcune iniziative, poste in essere dalle imprese, dalle quali risulta che l’interesse generale alla tutela dell’ambiente, della salute, della cultura e dei beni urbani non è più soltanto monopolio della pubblica amministrazione ma è perseguito anche dal mondo delle imprese e dai privati cittadini, singoli o associati.
Numerosi sono i patti di collaborazione stipulati tra cittadini attivi, enti del terzo settore e i Comuni per la cura, gestione e rigenerazione di beni comuni urbani tra i quali i giardini, parchi, piazze, scuole, immobili confiscati alla mafia o abbandonati.
La sussidiarietà orizzontale riconosce il valore del cittadino
Questi patti di collaborazione fanno parte di un modello generale di rapporti giuridici denominato amministrazione condivisa che è ormai entrato a far parte del nostro ordinamento grazie alla normativa primaria (articoli 55 e 56 del codice del terzo settore, l’articolo 6 del Codice dei contratti pubblici), la normativa regionale (Emilia Romagna, Lazio, Molise, Piemonte, Toscana e Umbria), la giurisprudenza costituzionale (la sentenza n. 131/2020 della Corte Costituzionale), numerosi regolamenti comunali e linee guida ministeriali.
Questo modello si fonda sul principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale affermato dalla nostra Costituzione all’articolo 118, che considera le persone come portatrici di capacità e di compiere azioni sociali volte alla tutela dell’interesse generale in collaborazione con la pubblica amministrazione.
Come è stato indicato molto efficacemente dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2020, il modello dell’amministrazione condivisa, che si sta diffondendo sempre di più, è espressione di un’antropologia positiva dell’uomo (Aristotele, San Tommaso, Hannah Arendt) in contrapposizione all’antropologia negativa di hobbesiana memoria dell’homo homini lupus. Ed è un modello che non intende restare passivo, ma vuole collaborare con la pubblica amministrazione per realizzare scopi di interesse generale e sociale.
Terzo settore, competenza e impegno
Il terzo settore ha un ruolo fondamentale nel modello dell’amministrazione condivisa e, come ha rilevato ancora la sentenza della Corte Costituzionale sopra indicata, rappresenta la società solidale in grado di mettere a disposizione della pubblica amministrazione un patrimonio di conoscenze e progettualità che permette alle istituzioni pubbliche azioni molto più efficienti nella tutela degli interessi generali.
Occorre rilevare poi che il mondo dell’amministrazione condivisa si sta espandendo sempre di più in questi ultimi anni e rientrano in questo ambito i contratti di fiume, gli accordi di foresta (d.l. 31 maggio 2021 n. 77), le comunità di energia rinnovabile (Cer) introdotte dalla direttiva 2018/2001 recepita dal d.lgsl. n. 199/2021 e da diverse leggi regionali. Cittadini, imprese ed enti del terzo settore, in collaborazione con la pubblica amministrazione, producono e condividono energia rinnovabile. Ma rientrano in questo settore anche le imprese sociali, le cooperative sociali e le società di mutuo soccorso.
Ma c’è un altro settore di fondamentale importanza che rientra nell’alveo dell’amministrazione condivisa rappresentato dagli Ospedali di Comunità. L’apporto degli enti del terzo settore nella creazione di questi ospedali sarà in futuro estremamente importante per il Servizio sanitario nazionale e, dunque, per la nostra salute.
C’è un mondo, insomma, quello dell’amministrazione condivisa, che opera sullo stesso piano delle imprese private, che ha la sua complessa regolamentazione e che deve essere attentamente studiato e approfondito dalle compagnie e dagli intermediari affinché siano offerte polizze che rispondano alle esigenze degli enti del terzo settore e della pubblica amministrazione che collaborano tra di loro per realizzare obiettivi di interesse generale.
Come è noto, ci sono alcune compagnie molto attive nell’ambito del terzo settore, ma in futuro sarà necessario uno sforzo culturale di tutte per lo studio dei problemi legati ad esso.
Uno sforzo culturale che aprirà nuove prospettive e che permetterà di realizzare in pieno la funzione sociale propria del servizio assicurativo.
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