Una competizione che cambia
L’anno che si sta concludendo nel complesso si mostra positivo. Alcuni fermenti manifestati in questi mesi si stanno trasformando in trend concreti che continueranno ad influenzare l’offerta complessiva del mercato, in modo particolare da parte di banche e compagnie specialistiche
22/12/2014
Il 2014, ormai entrato nella sua fase finale, sta consolidando una pre-chiusura d'anno con performance sui volumi assolutamente eccezionali per il comparto vita, e complessivamente positive anche sul fronte danni, queste ultime avvalorate, in particolare, da andamenti tecnici apprezzabili, a tutto vantaggio di marginalità che dovrebbero risultare premianti per la maggior parte degli operatori.
Accanto ai buoni risultati conseguiti, l'industria ha inoltre avviato, nel corso dell'ultimo periodo, una serie di iniziative tramite le quali si sta ridefinendo e ridisegnando la platea dei player presenti sul mercato e gli equilibri interni del settore.
Tra i principali fenomeni che hanno contribuito ad incrementare le dinamiche competitive già presenti sul mercato e che, con tutta probabilità, influenzeranno gli andamenti e le modalità della distribuzione anche nel medio termine, se ne evidenziano almeno cinque di primaria importanza:
1.razionalizzazione dell'offerta da parte di alcuni main player
2.progressiva concentrazione tra operatori che si rivolgono alle reti agenziali più tipicamente ''multibrand''
3.ingresso di nuovi operatori sul mercato italiano attraverso l'acquisizione di player nazionali
4.crescente focalizzazione anche sul comparto danni da parte degli operatori bancassicurativi
5.crescita progressiva dei player specializzati, sia italiani che esteri.
Puntare su efficienza e organizzazione
Con particolare riguardo al primo punto, si osserva come molti grandi operatori abbiano avviato iniziative di integrazione della gamma prodotti tra le diverse reti distributive o tra i diversi brand proprietari riconducibili al medesimo gruppo assicurativo. Tali razionalizzazioni, avviate o annunciate, mirano al conseguimento di un crescente efficientamento commerciale ed operativo delle strutture distributive.
I temi dell'efficientamento e della crescita del business hanno catalizzato gli sforzi della maggior parte degli operatori anche attraverso un crescente impegno di sviluppo per 'linee esterne', sia tramite la concessione di nuovi mandati agenziali, sia tramite operazioni di acquisizione in seguito alle quali, peraltro, è emersa la necessità, in taluni casi, di cedere asset in ottemperanza alle direttive dell'Antitrust in tema di concentrazione di mercato.
Al di là delle imposizioni degli organi di vigilanza, la ridefinizione del "perimetro" di gruppo è stata una strategia perseguita attivamente da alcuni operatori più tipicamente multibrand. Alla cessione di branch italiane, di compagnie di natura specialistica o di divisioni non considerate strategiche, motivate in particolare da necessità di risanamento manifestate da alcuni players, ha corrisposto il bisogno, per altri, di creare nuove potenziali sinergie d'offerta (via accordi commerciali, diversificazione dei canali, ecc..) volte ad incrementare la "massa critica".
Banche e compagnie specialistiche in cerca di spazi
La ricerca di nuove fonti di ricavo, in un contesto in cui i margini rivenienti dall'operatività core risultano relativamente appiattiti, ha portato inoltre ad una crescente attenzione, da parte del sistema bancario, verso il comparto assicurativo danni. In quest'ottica, da un lato, nuovi operatori si sono affacciati sul mercato mentre, quelli già presenti, hanno ridisegnato le proprie strategie di offerta attraverso la revisione della gamma prodotti e la stipula di nuovi accordi distributivi con le compagnie fornitrici mirati ad un più efficace supporto dell'azione di vendita presso le filiali bancarie (via formazione tecnica, supporti operativi mirati, o anche inserimento di personale diretto del partner assicurativo). Non di meno, anche in questo contesto si è assistito alla cessione e all'acquisizione di due primari players con la conseguente necessità di definizione di nuovi piani industriali e strategici che avranno sicuri risvolti, anche a livello distributivo, nel corso del 2015.
Molto dinamismo, infine, ha contraddistinto il comparto delle cosiddette compagnie specialistiche che ha visto, oltre alla progressiva crescita dei volumi di raccolta, l'ingresso sul mercato italiano di nuovi operatori esteri, attratti dalle crescenti opportunità offerte dai nuovi ambiti di rischio, soprattutto nel segmento corporate (cyber risk, key man, ecc..) sui quali le compagnie "tradizionali" italiane risultano oggi ancora poco focalizzate.
In conclusione, le dinamiche competitive e strategiche e le iniziative di natura straordinaria che hanno caratterizzato il mercato assicurativo nel corso del 2014 indurranno, verosimilmente, ulteriori trasformazioni nell'assetto e nella struttura distributiva dell'industria nel corso dei prossimi anni. Al di là dei cambiamenti di governance e delle riorganizzazioni societarie, il tema vero sarà sempre più quello di focalizzarsi il più possibile sulla capacità di offrire reale valore aggiunto, dalle compagnie ai distributori e dai distributori ai clienti trasformando le criticità in opportunità di sviluppo del business, rispondendo in maniera più puntuale al cambiamento della natura dei rischi e, nel contempo, razionalizzando i modelli organizzativi per tenere sotto controllo i costi di gestione della supply chain assicurativa.
Luca Zille, senior consultant Prometeia
Accanto ai buoni risultati conseguiti, l'industria ha inoltre avviato, nel corso dell'ultimo periodo, una serie di iniziative tramite le quali si sta ridefinendo e ridisegnando la platea dei player presenti sul mercato e gli equilibri interni del settore.
Tra i principali fenomeni che hanno contribuito ad incrementare le dinamiche competitive già presenti sul mercato e che, con tutta probabilità, influenzeranno gli andamenti e le modalità della distribuzione anche nel medio termine, se ne evidenziano almeno cinque di primaria importanza:
1.razionalizzazione dell'offerta da parte di alcuni main player
2.progressiva concentrazione tra operatori che si rivolgono alle reti agenziali più tipicamente ''multibrand''
3.ingresso di nuovi operatori sul mercato italiano attraverso l'acquisizione di player nazionali
4.crescente focalizzazione anche sul comparto danni da parte degli operatori bancassicurativi
5.crescita progressiva dei player specializzati, sia italiani che esteri.
Puntare su efficienza e organizzazione
Con particolare riguardo al primo punto, si osserva come molti grandi operatori abbiano avviato iniziative di integrazione della gamma prodotti tra le diverse reti distributive o tra i diversi brand proprietari riconducibili al medesimo gruppo assicurativo. Tali razionalizzazioni, avviate o annunciate, mirano al conseguimento di un crescente efficientamento commerciale ed operativo delle strutture distributive.
I temi dell'efficientamento e della crescita del business hanno catalizzato gli sforzi della maggior parte degli operatori anche attraverso un crescente impegno di sviluppo per 'linee esterne', sia tramite la concessione di nuovi mandati agenziali, sia tramite operazioni di acquisizione in seguito alle quali, peraltro, è emersa la necessità, in taluni casi, di cedere asset in ottemperanza alle direttive dell'Antitrust in tema di concentrazione di mercato.
Al di là delle imposizioni degli organi di vigilanza, la ridefinizione del "perimetro" di gruppo è stata una strategia perseguita attivamente da alcuni operatori più tipicamente multibrand. Alla cessione di branch italiane, di compagnie di natura specialistica o di divisioni non considerate strategiche, motivate in particolare da necessità di risanamento manifestate da alcuni players, ha corrisposto il bisogno, per altri, di creare nuove potenziali sinergie d'offerta (via accordi commerciali, diversificazione dei canali, ecc..) volte ad incrementare la "massa critica".
Banche e compagnie specialistiche in cerca di spazi
La ricerca di nuove fonti di ricavo, in un contesto in cui i margini rivenienti dall'operatività core risultano relativamente appiattiti, ha portato inoltre ad una crescente attenzione, da parte del sistema bancario, verso il comparto assicurativo danni. In quest'ottica, da un lato, nuovi operatori si sono affacciati sul mercato mentre, quelli già presenti, hanno ridisegnato le proprie strategie di offerta attraverso la revisione della gamma prodotti e la stipula di nuovi accordi distributivi con le compagnie fornitrici mirati ad un più efficace supporto dell'azione di vendita presso le filiali bancarie (via formazione tecnica, supporti operativi mirati, o anche inserimento di personale diretto del partner assicurativo). Non di meno, anche in questo contesto si è assistito alla cessione e all'acquisizione di due primari players con la conseguente necessità di definizione di nuovi piani industriali e strategici che avranno sicuri risvolti, anche a livello distributivo, nel corso del 2015.
Molto dinamismo, infine, ha contraddistinto il comparto delle cosiddette compagnie specialistiche che ha visto, oltre alla progressiva crescita dei volumi di raccolta, l'ingresso sul mercato italiano di nuovi operatori esteri, attratti dalle crescenti opportunità offerte dai nuovi ambiti di rischio, soprattutto nel segmento corporate (cyber risk, key man, ecc..) sui quali le compagnie "tradizionali" italiane risultano oggi ancora poco focalizzate.
In conclusione, le dinamiche competitive e strategiche e le iniziative di natura straordinaria che hanno caratterizzato il mercato assicurativo nel corso del 2014 indurranno, verosimilmente, ulteriori trasformazioni nell'assetto e nella struttura distributiva dell'industria nel corso dei prossimi anni. Al di là dei cambiamenti di governance e delle riorganizzazioni societarie, il tema vero sarà sempre più quello di focalizzarsi il più possibile sulla capacità di offrire reale valore aggiunto, dalle compagnie ai distributori e dai distributori ai clienti trasformando le criticità in opportunità di sviluppo del business, rispondendo in maniera più puntuale al cambiamento della natura dei rischi e, nel contempo, razionalizzando i modelli organizzativi per tenere sotto controllo i costi di gestione della supply chain assicurativa.
Luca Zille, senior consultant Prometeia
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