Scrivere la polizza pensando a chi la legge
Gli assicurati trovano oscuro il linguaggio dei contratti assicurativi. Ecco alcuni suggerimenti per renderlo più chiaro e comprensibile, anche ai meno esperti
20/05/2015
Il linguaggio assicurativo appartiene all’insieme delle cd. lingue settoriali, ovvero quelle lingue utilizzate nell’ambito di un settore o di una professione. Tali lingue prevedono l’impiego di una terminologia specifica e vengono usate sia nella comunicazione tra esperti sia tra specialisti e non specialisti. Soprattutto in questo secondo caso, serve ricordare che, in ambito assicurativo, nella maggior parte dei casi, i clienti non possiedono quasi mai le competenze tecniche necessarie alla piena comprensione delle polizze e dei contratti, trovando oscuro il linguaggio in cui essi sono redatti. Infatti, non è così infrequente che i testi di polizza vengano formulati in maniera ambigua, risultando, così, di difficile interpretazione anche per gli stessi addetti ai lavori. Ne consegue che, in virtù di una maggiore attenzione verso il cliente, vi sia la necessità di semplificare il linguaggio rendendolo sempre più accessibile.
Concretamente, in che modo è possibile rendere più semplice e, quindi, più chiaro il linguaggio assicurativo?
Dapprima, intervenendo da un punto di vista terminologico, per quel che concerne i termini tecnici, sarebbe molto utile e semplice attenersi ad un glossario terminologico preventivamente redatto nel rispetto dei principi fondanti della terminologia stessa.
Univocità semantica
Sempre sotto l’aspetto terminologico, sarebbe utile rispettare una univocità semantica: un termine deve avere un solo significato, eliminando l’abuso di sinonimi e termini polisemici che inducono, spesso e volentieri, in errore il lettore o meglio il cliente. Linguisticamente parlando, tale concetto è ben precisato nella monoreferenzialità, principio secondo il quale tra il termine e il concetto designato deve esistere una corrispondenza biunivoca. In questo modo si evita di trovare, all’interno del medesimo testo, i termini fabbricato, immobile e abitazione, come definizione dello stesso concetto.
Parole semplici
In secondo luogo, su un piano più genericamente lessicale, è consigliabile prediligere parole di uso comune o quotidiano, evitando forme obsolete o inutili ricercatezze che spesso hanno come unico effetto quello di creare ambiguità di interpretazione e di conferire oscurità al dettato. Per esempio, in una clausola di polizza che riporta: sport estremi praticati in forma di iniziazione, si rileva una scelta lessicale inadeguata; sarebbe preferibile la più semplice (e corretta) espressione: sport estremi praticati a livello non agonistico.
No alle forme nominali
Un terzo suggerimento riguarda la limitazione dell’uso eccessivo di forme nominali a discapito di quelle verbali, evitando così di produrre periodi troppo densi di informazioni. Per esempio, la frase: la determinazione della prestazione assicurativa avviene al verificarsi dell’evento assicurato come segue potrebbe essere più facilmente compresa se scritta così: nel momento in cui si verifica l’evento assicurato la prestazione assicurativa viene determinata come segue.
Frasi brevi e concise
Sotto altra prospettiva, la semplificazione del linguaggio assicurativo deve avvenire anche a livello sintattico: la regola fondamentale in questo caso è quella di evitare che il lettore perda il filo del discorso, dovendosi destreggiare tra una miriade di incisi e di frasi parentetiche che deviano l’attenzione dal discorso principale. È opportuno privilegiare le frasi brevi, concise e con una struttura sintattica molto semplice, del tipo soggetto-verbo-oggetto, limitando al minimo l’impiego di proposizioni subordinate. Altrettanto, l’utilizzo di forme verbali alla forma attiva permette di non appesantire inutilmente il testo con troppi passivi; analogamente, l’uso di forme affermative (l’Assicuratore potrebbe anziché l’Assicuratore non esclude che).
Infine, le porzioni di testo contenenti lunghi elenchi possono essere schematizzate e, ancor meglio, le informazioni essenziali potrebbero essere messe in rilievo utilizzando espedienti grafici quali il grassetto.
In definitiva, molti sono gli aspetti sui quali i tecnici possono agire per rendere più facilmente accessibile il linguaggio assicurativo. Per individuarli, è essenziale che essi tengano ben presente, durante la fase di redazione dei testi, che questi verranno letti da non esperti. Pensare ai propri lettori è dunque il primo passo da compiere.
Concretamente, in che modo è possibile rendere più semplice e, quindi, più chiaro il linguaggio assicurativo?
Dapprima, intervenendo da un punto di vista terminologico, per quel che concerne i termini tecnici, sarebbe molto utile e semplice attenersi ad un glossario terminologico preventivamente redatto nel rispetto dei principi fondanti della terminologia stessa.
Univocità semantica
Sempre sotto l’aspetto terminologico, sarebbe utile rispettare una univocità semantica: un termine deve avere un solo significato, eliminando l’abuso di sinonimi e termini polisemici che inducono, spesso e volentieri, in errore il lettore o meglio il cliente. Linguisticamente parlando, tale concetto è ben precisato nella monoreferenzialità, principio secondo il quale tra il termine e il concetto designato deve esistere una corrispondenza biunivoca. In questo modo si evita di trovare, all’interno del medesimo testo, i termini fabbricato, immobile e abitazione, come definizione dello stesso concetto.
Parole semplici
In secondo luogo, su un piano più genericamente lessicale, è consigliabile prediligere parole di uso comune o quotidiano, evitando forme obsolete o inutili ricercatezze che spesso hanno come unico effetto quello di creare ambiguità di interpretazione e di conferire oscurità al dettato. Per esempio, in una clausola di polizza che riporta: sport estremi praticati in forma di iniziazione, si rileva una scelta lessicale inadeguata; sarebbe preferibile la più semplice (e corretta) espressione: sport estremi praticati a livello non agonistico.
No alle forme nominali
Un terzo suggerimento riguarda la limitazione dell’uso eccessivo di forme nominali a discapito di quelle verbali, evitando così di produrre periodi troppo densi di informazioni. Per esempio, la frase: la determinazione della prestazione assicurativa avviene al verificarsi dell’evento assicurato come segue potrebbe essere più facilmente compresa se scritta così: nel momento in cui si verifica l’evento assicurato la prestazione assicurativa viene determinata come segue.
Frasi brevi e concise
Sotto altra prospettiva, la semplificazione del linguaggio assicurativo deve avvenire anche a livello sintattico: la regola fondamentale in questo caso è quella di evitare che il lettore perda il filo del discorso, dovendosi destreggiare tra una miriade di incisi e di frasi parentetiche che deviano l’attenzione dal discorso principale. È opportuno privilegiare le frasi brevi, concise e con una struttura sintattica molto semplice, del tipo soggetto-verbo-oggetto, limitando al minimo l’impiego di proposizioni subordinate. Altrettanto, l’utilizzo di forme verbali alla forma attiva permette di non appesantire inutilmente il testo con troppi passivi; analogamente, l’uso di forme affermative (l’Assicuratore potrebbe anziché l’Assicuratore non esclude che).
Infine, le porzioni di testo contenenti lunghi elenchi possono essere schematizzate e, ancor meglio, le informazioni essenziali potrebbero essere messe in rilievo utilizzando espedienti grafici quali il grassetto.
In definitiva, molti sono gli aspetti sui quali i tecnici possono agire per rendere più facilmente accessibile il linguaggio assicurativo. Per individuarli, è essenziale che essi tengano ben presente, durante la fase di redazione dei testi, che questi verranno letti da non esperti. Pensare ai propri lettori è dunque il primo passo da compiere.
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