La responsabilità nelle auto senza conducente
Minori incidenti e frodi, responsabilità dei produttori di software e non condivisione etica delle scelte obbligate del robot, sono gli ambiti in cui si orienteranno i cambiamenti assicurativi
12/12/2017
Il sempre maggiore utilizzo di sofisticati sistemi di automazione nella guida, rende verosimile l’ipotesi della circolazione di autovetture quasi o completamente autonome entro gli anni 2025-2030.
Dal punto di vista del sistema assicurativo ciò determinerà una vera e propria rivoluzione, non necessariamente negativa in termini di ricavi per le compagnie. Se in una prospettiva di lungo periodo si assisterà a un fisiologico calo nei sinistri, con conseguente diminuzione dei premi derivanti dal settore della tutela della persona, si apriranno nuovi fronti assicurativi aventi a oggetto la tutela di una tecnologia sempre più sofisticata.
Sinistri e frodi in netto calo
Recenti studi (si veda la relazione presentata da national highway traffic safety administration, l’agenzia del dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti d’America specializzata nella riduzione dei rischi sulle strade) hanno previsto che la sicurezza sulle strade inizierà ad aumentare sin dalla comparsa dei primi modelli di veicoli autonomi e che nell’anno 2035 il numero di incidenti stradali non supererà il 20% di quello attuale. Sulla percentuale del 20% di incidenti che continuerà a verificarsi, le conseguenze saranno comunque più contenute, grazie all’automatica riduzione della velocità dei veicoli autonomi in caso di sinistro.
Il calo dei premi relativi alla tutela della persona sarà bilanciato dalla corrispondente diminuzione del numero e del valore dei risarcimenti erogati a seguito dei sinistri, e dal forte calo dei costi correlati alle frodi a danno delle compagnie assicurative. La denuncia di sinistri ovvero di danneggiamenti realizzati ad hoc sarà in effetti resa più complessa dalla presenza di sistemi in grado non solo di rilevare, ma anche di registrare e conservare i dati relativi agli eventi che interessano il veicolo. L’utilità dei sistemi di registrazione dati è già apprezzabile in tutti quei veicoli dotati di black box: dispositivi ritenuti ormai così affidabili da aver acquisito valore probatorio nei procedimenti giudiziali volti all’accertamento delle responsabilità nella causazione di sinistri.
Una responsabilità tripartita
Con l’avvento dei veicoli autonomi, il sistema di responsabilità – che a oggi è caratterizzato dalla bipartizione tra colpa del produttore del mezzo e colpa del conducente – diverrà verosimilmente tripartito e contemplerà anche la responsabilità del soggetto che ha sviluppato il software o fornito i componenti. Il proprietario del veicolo, ovvero la persona trasportata (l’attuale conducente), risponderanno in caso di omessa adeguata vigilanza sul robot e inadeguato o non tempestivo aggiornamento dei software necessari a consentire il dialogo delle vetture tra loro e tra le vetture e la strada. Un ulteriore centro di responsabilità potrebbe seguire all’attribuzione, a oggi ancora controversa, di specifica soggettività ai sistemi robot dotati di autonomia tale da escludere o rendere estremamente complesse le attività di vigilanza e intervento da parte dell’uomo.
Quanto alla tutela dei software, al settore assicurativo sarà richiesta copertura per il mancato corretto funzionamento derivante da carente programmazione ovvero utilizzo di componenti viziate, per crash del sistema o attacco hacker o più semplicemente per le conseguenze derivanti dal non corretto o tempestivo aggiornamento del software da parte del proprietario. L’ambito della tutela assicurativa dei software potrebbe estendersi sino alla tutela dei dati immagazzinati dal sistema, essendo evidente il danno derivante dalla sottrazione ovvero divulgazione di informazioni particolarmente sensibili o relative a organizzazioni o personalità di pubblico rilievo.
Rischio risarcimenti per le scelte del robot
Infine, rilevanza in ambito assicurativo potrebbero avere le richieste risarcitorie derivanti dalle conseguenze delle cosiddette scelte obbligate. Queste ultime sono costituite da quelle scelte che la vettura, sulla base della specifica programmazione ricevuta, imporrà de facto al trasportato (oggi conducente) nel caso in cui si renda assolutamente necessario scegliere quale evento sfavorevole evitare e quale provocare. In tali casi, il trasportato si troverà costretto a subire ovvero provocare eventi non voluti, ovvero si troverà costretto a coinvolgere nel sinistro un soggetto terzo anziché un altro. Laddove la scelta operata dal veicolo costringa il trasportato a coinvolgere nel sinistro un particolare soggetto che il trasportato mai avrebbe deciso di coinvolgere, per l’esistenza di relazioni familiari, per esempio, verosimilmente il trasportato si rivolgerà al soggetto che ha sviluppato il software al fine di ottenere il risarcimento del danno patito per essere stato costretto a subire tale scelta non condivisa. Simili domande di indennizzo potrebbero trovare terreno particolarmente fertile, in quanto le autovetture autonome ben si presteranno al noleggio; in futuro, il trasportato potrebbe quindi dover sopportare le conseguenze di decisioni assunte da un mezzo con il quale non condivide principi etici né esperienze o ricordi.
Dal punto di vista del sistema assicurativo ciò determinerà una vera e propria rivoluzione, non necessariamente negativa in termini di ricavi per le compagnie. Se in una prospettiva di lungo periodo si assisterà a un fisiologico calo nei sinistri, con conseguente diminuzione dei premi derivanti dal settore della tutela della persona, si apriranno nuovi fronti assicurativi aventi a oggetto la tutela di una tecnologia sempre più sofisticata.
Sinistri e frodi in netto calo
Recenti studi (si veda la relazione presentata da national highway traffic safety administration, l’agenzia del dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti d’America specializzata nella riduzione dei rischi sulle strade) hanno previsto che la sicurezza sulle strade inizierà ad aumentare sin dalla comparsa dei primi modelli di veicoli autonomi e che nell’anno 2035 il numero di incidenti stradali non supererà il 20% di quello attuale. Sulla percentuale del 20% di incidenti che continuerà a verificarsi, le conseguenze saranno comunque più contenute, grazie all’automatica riduzione della velocità dei veicoli autonomi in caso di sinistro.
Il calo dei premi relativi alla tutela della persona sarà bilanciato dalla corrispondente diminuzione del numero e del valore dei risarcimenti erogati a seguito dei sinistri, e dal forte calo dei costi correlati alle frodi a danno delle compagnie assicurative. La denuncia di sinistri ovvero di danneggiamenti realizzati ad hoc sarà in effetti resa più complessa dalla presenza di sistemi in grado non solo di rilevare, ma anche di registrare e conservare i dati relativi agli eventi che interessano il veicolo. L’utilità dei sistemi di registrazione dati è già apprezzabile in tutti quei veicoli dotati di black box: dispositivi ritenuti ormai così affidabili da aver acquisito valore probatorio nei procedimenti giudiziali volti all’accertamento delle responsabilità nella causazione di sinistri.
Una responsabilità tripartita
Con l’avvento dei veicoli autonomi, il sistema di responsabilità – che a oggi è caratterizzato dalla bipartizione tra colpa del produttore del mezzo e colpa del conducente – diverrà verosimilmente tripartito e contemplerà anche la responsabilità del soggetto che ha sviluppato il software o fornito i componenti. Il proprietario del veicolo, ovvero la persona trasportata (l’attuale conducente), risponderanno in caso di omessa adeguata vigilanza sul robot e inadeguato o non tempestivo aggiornamento dei software necessari a consentire il dialogo delle vetture tra loro e tra le vetture e la strada. Un ulteriore centro di responsabilità potrebbe seguire all’attribuzione, a oggi ancora controversa, di specifica soggettività ai sistemi robot dotati di autonomia tale da escludere o rendere estremamente complesse le attività di vigilanza e intervento da parte dell’uomo.
Quanto alla tutela dei software, al settore assicurativo sarà richiesta copertura per il mancato corretto funzionamento derivante da carente programmazione ovvero utilizzo di componenti viziate, per crash del sistema o attacco hacker o più semplicemente per le conseguenze derivanti dal non corretto o tempestivo aggiornamento del software da parte del proprietario. L’ambito della tutela assicurativa dei software potrebbe estendersi sino alla tutela dei dati immagazzinati dal sistema, essendo evidente il danno derivante dalla sottrazione ovvero divulgazione di informazioni particolarmente sensibili o relative a organizzazioni o personalità di pubblico rilievo.
Rischio risarcimenti per le scelte del robot
Infine, rilevanza in ambito assicurativo potrebbero avere le richieste risarcitorie derivanti dalle conseguenze delle cosiddette scelte obbligate. Queste ultime sono costituite da quelle scelte che la vettura, sulla base della specifica programmazione ricevuta, imporrà de facto al trasportato (oggi conducente) nel caso in cui si renda assolutamente necessario scegliere quale evento sfavorevole evitare e quale provocare. In tali casi, il trasportato si troverà costretto a subire ovvero provocare eventi non voluti, ovvero si troverà costretto a coinvolgere nel sinistro un soggetto terzo anziché un altro. Laddove la scelta operata dal veicolo costringa il trasportato a coinvolgere nel sinistro un particolare soggetto che il trasportato mai avrebbe deciso di coinvolgere, per l’esistenza di relazioni familiari, per esempio, verosimilmente il trasportato si rivolgerà al soggetto che ha sviluppato il software al fine di ottenere il risarcimento del danno patito per essere stato costretto a subire tale scelta non condivisa. Simili domande di indennizzo potrebbero trovare terreno particolarmente fertile, in quanto le autovetture autonome ben si presteranno al noleggio; in futuro, il trasportato potrebbe quindi dover sopportare le conseguenze di decisioni assunte da un mezzo con il quale non condivide principi etici né esperienze o ricordi.
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