Mobile learning: come cambia il nostro modo di apprendere Contenuto sponsorizzato
Ormai largamente in uso nella didattica, questa modalità grazie alla sua immediatezza si adatta ai nostri ritmi di vita, ma non può essere alternativa all’approfondimento. Che però sarà sempre di più multicanale
18/09/2018
I mobile device sono ormai diventati strumenti di uso quotidiano, estensione naturale del nostro corpo, in grado di supportare e facilitare una serie di azioni del vivere comune: la navigazione in auto, la consultazione di una ricetta, la gestione delle proprie finanze, la chiamata multipla, l’apprendimento di una lingua o di una procedura, l’ottenimento di informazioni live su eventi, la chat di gruppo che tanto guida ormai l’organizzazione delle nostre giornate.
Allo stesso modo il mobile learning è diventato un metodo largamente in uso nella didattica delle organizzazioni, scardinando le tradizionali regole di progettazione e spostando il focus verso nuove modalità di comunicazione col rischio a volte, non lo nascondiamo, di prediligere la forma rispetto al contenuto. La parola chiave è impressionare, trovare la maniera di lasciare un segno, anche durante l’esperienza formativa, affinché essa si distingua e si sedimenti tra le infinite esperienze che l’uomo attraversa ogni giorno.
Non è un dettaglio che i progetti più riusciti siano quelli che associano a una buona progettazione formativa, una campagna di comunicazione mirata con un lancio e un brand ben contraddistinto, in chiave decisamente edutainment.
Nei limiti degli obiettivi da raggiungere
E i contenuti? Che caratteristiche devono avere per garantire efficacia didattica e un corretto apprendimento? Quali attenzioni mantenere nella loro progettazione? Può essere altrettanto esaustiva una forma sintetica come quella che un dispositivo mobile può supportare? Sì, nei limiti degli obiettivi da raggiungere come recita l’assunto valido per qualsiasi contenuto formativo.
Serve scomodare a questo punto Robert E. Horn per recuperare un concetto che qui è ancora una volta fondamentale: l’importanza di una buona strutturazione del contenuto in blocchi di informazione da organizzare con la tecnica dell’information mapping su cui torneremo più avanti. L’efficacia delle pillole formative che girano su mobile è data proprio dal contenimento delle informazioni che vengono:
- sintetiche e trasmesse in maniera semplice e chiara a tutti,
- reiterate in modo da sedimentarsi nella memoria con facilità,
- rafforzate dal trasporto emotivo o dalla sensazione di sfida/gioco/avventura e
- accompagnate da un involucro multimediale stimolante in grado di attivare curiosità e motivazione, da qui l’ampio utilizzo del video.
La loro brevità è strumentale e si adatta ai ritmi dell’oggi in cui questo apprendimento, per definizione informale, è incastrato perfettamente tra una fermata e l’altra della metro, nel tempo del caffè al bar, o nell’attesa di un amico in ritardo. L’approccio del “voglio saperlo e voglio saperlo ora” è una chiave di lettura importante della cultura take away che spopola oggi.
Pillola formativa vs apprendimento formale
Sostituirà l’apprendimento formale? Non lo crediamo, a dire il vero, non in tutti i campi della scienza. Se da una parte l’approccio alla pillola formativa è straordinariamente attivo da parte dell’utente (ma anche circoscritto a un desiderio di competenza spesso temporaneo), dall’altro va riconosciuto il valore dell’apprendimento formale, fatto di approfondimento e ricerca, di programmi condivisi e riconosciuti istituzionalmente, di momenti di valutazione e certificazione. Soprattutto quando questi percorsi rappresentano un’abilitazione formale alla professione.
Si tratta, è vero, di due diverse culture di fruizione legate a percorsi temporali e a investimenti molto diversi sulla propria formazione, ma è naturale pensare che il nostro apprendimento sarà sempre più multicanale ed una via di mezzo tra le due. È importante che il formale, un po’ ingrigito e non sempre al passo con la realtà, impari dai successi dell’informale o se non altro, tenga conto delle sue modalità fresche e attrattive. Viceversa, l’informale deve garantire rigore scientifico pur vestendosi di edutainment. Al solito la virtù sta nell’amalgama equilibrato di buone contaminazioni didattiche di cui noi, in perenne cerca di competenza, siamo portatori sani.
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