Il nuovo che avanza fa paura agli intermediari?
Da più parti si sostiene (vero o falso?) che gli agenti di assicurazione, da sempre considerati canali tradizionali e i più graditi agli assicurati, siano in serie difficoltà, grazie anche a un mercato in costante evoluzione, proprio in virtù di un’innovazione costante e un panorama concorrenziale che spinge inesorabilmente verso il nuovo.
L’esatto contraltare di un settore, quello dell’intermediazione italiana, che non si è mai cimentato scientificamente sul futuro che avanza, restando “rintanato” – non di rado (fatte salve specifiche eccellenze), nell’operosità convulsa e poco redditizia di un ramo, la Rc auto, che oggi, con i nuovi competitor che incombono, ha sottratto ossigeno a molti operatori.
Gli intermediari “classici” hanno perso terreno, non solo in Italia.
In controtendenza parrebbero i broker che possono vantare una certa stabilità, seppur con qualche punto di decremento.
Nella sostanza stanno avanzando nuovi modelli distributivi di tipo “misto”.
La responsabilità del cambiamento in corso va ricondotta quasi sicuramente all’innovazione tecnologica e alle nuove regolamentazioni. La “Imd 2”, con le sue strette regole, incombe sovrana!
In questo panorama vanno considerate le banche, quale importante canale, ancora più importante se si considera che le stesse hanno intrinsecamente una loro immagine di solida credibilità, dovuta anche alle consuetudini, in particolare per il settore “vita”. Settore che – da sempre – ha condizionato l’assicurato in senso positivo. La conquista di una polizza vita ha sempre indotto il cliente a considerare benevolmente anche altri “rami”. Insomma, una sorta di “Cavallo di Troia”…
I danni agli intermediari, a mio parere, provengono anche dai c.d. comparatori di prezzo che, negli ultimi 12 mesi hanno proliferato parecchio. Ben ha fatto l’Ivass a controllarne trasparenza e legalità. E’ logico tutelare l’utente tra l’attenzione che lo stesso dedica al prezzo e l’attenzione alla qualità del prodotto.
Le strategie multicanali, prerogative sino a poco tempo fa solo di alcune compagnie generaliste, oggi si stanno diffondendo anche tra le imprese minori.
Dulcis in fundo, non vanno dimenticate le modifiche normative in arrivo che andranno ad incidere pesantemente sull’intero panorama distributivo.
In Europa sappiamo che esistono per tutti gli Stati membri le “condizioni di licenza” e, come previsto dalla Imd, gli intermediari assicurativi hanno l’obbligo di risultare iscritti presso un’autorità competente. In Italia abbiamo l’Ivass e, ad esempio, in Spagna, la “DGSFP” (Direcciòn General de Seguros y Fondos de Pensiones); la Germania ha trasferito le competenze alle Camere di Commercio e Industria locali.
Ogni Stato ha recepito la Imd e alcuni addirittura con regole più rigorose. Va però tenuto presente che molti Stati membri hanno consentito agli intermediari nostrani esistenti, di proseguire nella loro attività senza doversi “riqualificare” per il rispettivo albo nazionale o registro, che dir si voglia.
Sulla Imd l’Italia ha previsto norme più dettagliate sui possibili conflitti di interessi, ferma tutta la modulistica (tanta, troppa) per aiutare le compagnie rappresentate a implementare, oltre che rispettare, i requisiti d’informativa richiesti.
A puro titolo di cronaca va data notizia che in Germania, Spagna e Paesi Bassi, questa “ responsabilità “ è stata assunta direttamente dalle imprese di assicurazione, dai fornitori di servizi privati e/o dalle associazioni.
Tra le nuove regole certo non può sfuggire il testo proposto per l’Imd2 (2/7/2012). Oggi sappiamo che sarebbe prossima l’adozione formale, comunque sicuramente rivisitata, di un testo “2014” e che parrebbe vada in vigore nel 2015.
Essa sarà applicata a “tutti“ gli intermediari assicurativi, compresi quelli che agiscono in punti vendita come “noleggio auto” e alla vendita diretta da parte delle compagnie assicurative.
L’Imd2 vuole stigmatizzare essenzialmente il principio di : “prodotti più semplici, regole più semplici”. Importante: l’art. 2 della Direttiva aggiorna la definizione di “ mediazione assicurativa” e ne amplia l’ambito di applicazione, facendo rientrare nella stessa i siti internet comparatori di prezzi.
No comment!
In effetti il testo introduttivo alla Direttiva comprende specificatamente i siti internet proprio come “tipo” di intermediario!
Anche per il ramo vita le norme sono allineate a quelle della MiFID (mercati finanziari) e proprio per questo settore, a livello UE, risulterebbero più pesanti.
L’Imd2 conserverà lo status di “strumento giuridico di armonizzazione minima”, lasciando spazi agli Stati membri di regolamentare requisiti e condizioni supplementari.
Le disposizioni principali sono la “remunerazione variabile” (ad esempio provvigioni basate su obiettivi o prestazioni), che sarà oggetto obbligatorio di informativa.
La Direttiva ridefinisce la “remunerazione” così da comprendere sia indennità monetarie che NON: queste ultime diventerebbero “vantaggi economici di qualsiasi natura”.
Vi sarà differenza tra prodotti vita e danni. Nel primo caso andranno immediatamente in vigore le nuove regole, all’atto dell’entrata a regime della Direttiva stessa; per i rami danni è concesso un termine transitorio di cinque anni.
Come si concilierà quanto sopra detto con l’ANA (Accordo Nazionale Imprese/Agenti)? Saranno concessi agli intermediari italiani spazi di maggior favore? Quali saranno le mosse sulla scacchiera del “rinnovo”, tra la Confindustria assicurativa e le Associazioni di categoria?
E’ un argomento delicatissimo e complesso, che ha una sua storia fatta da regole ineluttabili tuttora vigenti (ad esempio la “rivalsa” che poggia sul do ut des), senza poi dimenticare un Accordo “erga omnes“ del 1951 che regola la materia.
I problemi che investiranno il mercato europeo e che sicuramente avranno particolari ricadute sulla nostra Italia, non saranno di facile soluzione.
E’ mia opinione che troppo poco se ne parla e ancora di meno si conosce la materia.
I tre sindacati di categoria (Sna, Unapass e Anapa) unitamente ai Gruppi Aziendali, dovrebbero essere in perenne fibrillazione, essendo consapevoli della “beata NON conoscenza” che la Direttiva in parola ha presso la stragrande maggioranza degli agenti italiani.
La Commissione europea stima che saranno interessate dalle modifiche circa 841.000 aziende.
Andrebbero approfonditi due aspetti fondamentali dell’Imd2 e il modo in cui si può ipotizzare influiscano sulla scelta dei canali distributivi: informativa obbligatoria sulla remunerazione e il divieto di pagamenti di terzi a intermediari indipendenti per quanto riguarda prodotti di investimento.
Attenzione che dovrebbe scaturire sull’oggetto di tali misure e sulla sua “appetibilità” relativa ai diversi canali di distribuzione, rispetto alla situazione odierna.
Attenzione che non può né deve sfuggire ad alcuno: agenti, broker, imprese, Sindacati.
L’esatto contraltare di un settore, quello dell’intermediazione italiana, che non si è mai cimentato scientificamente sul futuro che avanza, restando “rintanato” – non di rado (fatte salve specifiche eccellenze), nell’operosità convulsa e poco redditizia di un ramo, la Rc auto, che oggi, con i nuovi competitor che incombono, ha sottratto ossigeno a molti operatori.
Gli intermediari “classici” hanno perso terreno, non solo in Italia.
In controtendenza parrebbero i broker che possono vantare una certa stabilità, seppur con qualche punto di decremento.
Nella sostanza stanno avanzando nuovi modelli distributivi di tipo “misto”.
La responsabilità del cambiamento in corso va ricondotta quasi sicuramente all’innovazione tecnologica e alle nuove regolamentazioni. La “Imd 2”, con le sue strette regole, incombe sovrana!
In questo panorama vanno considerate le banche, quale importante canale, ancora più importante se si considera che le stesse hanno intrinsecamente una loro immagine di solida credibilità, dovuta anche alle consuetudini, in particolare per il settore “vita”. Settore che – da sempre – ha condizionato l’assicurato in senso positivo. La conquista di una polizza vita ha sempre indotto il cliente a considerare benevolmente anche altri “rami”. Insomma, una sorta di “Cavallo di Troia”…
I danni agli intermediari, a mio parere, provengono anche dai c.d. comparatori di prezzo che, negli ultimi 12 mesi hanno proliferato parecchio. Ben ha fatto l’Ivass a controllarne trasparenza e legalità. E’ logico tutelare l’utente tra l’attenzione che lo stesso dedica al prezzo e l’attenzione alla qualità del prodotto.
Le strategie multicanali, prerogative sino a poco tempo fa solo di alcune compagnie generaliste, oggi si stanno diffondendo anche tra le imprese minori.
Dulcis in fundo, non vanno dimenticate le modifiche normative in arrivo che andranno ad incidere pesantemente sull’intero panorama distributivo.
In Europa sappiamo che esistono per tutti gli Stati membri le “condizioni di licenza” e, come previsto dalla Imd, gli intermediari assicurativi hanno l’obbligo di risultare iscritti presso un’autorità competente. In Italia abbiamo l’Ivass e, ad esempio, in Spagna, la “DGSFP” (Direcciòn General de Seguros y Fondos de Pensiones); la Germania ha trasferito le competenze alle Camere di Commercio e Industria locali.
Ogni Stato ha recepito la Imd e alcuni addirittura con regole più rigorose. Va però tenuto presente che molti Stati membri hanno consentito agli intermediari nostrani esistenti, di proseguire nella loro attività senza doversi “riqualificare” per il rispettivo albo nazionale o registro, che dir si voglia.
Sulla Imd l’Italia ha previsto norme più dettagliate sui possibili conflitti di interessi, ferma tutta la modulistica (tanta, troppa) per aiutare le compagnie rappresentate a implementare, oltre che rispettare, i requisiti d’informativa richiesti.
A puro titolo di cronaca va data notizia che in Germania, Spagna e Paesi Bassi, questa “ responsabilità “ è stata assunta direttamente dalle imprese di assicurazione, dai fornitori di servizi privati e/o dalle associazioni.
Tra le nuove regole certo non può sfuggire il testo proposto per l’Imd2 (2/7/2012). Oggi sappiamo che sarebbe prossima l’adozione formale, comunque sicuramente rivisitata, di un testo “2014” e che parrebbe vada in vigore nel 2015.
Essa sarà applicata a “tutti“ gli intermediari assicurativi, compresi quelli che agiscono in punti vendita come “noleggio auto” e alla vendita diretta da parte delle compagnie assicurative.
L’Imd2 vuole stigmatizzare essenzialmente il principio di : “prodotti più semplici, regole più semplici”. Importante: l’art. 2 della Direttiva aggiorna la definizione di “ mediazione assicurativa” e ne amplia l’ambito di applicazione, facendo rientrare nella stessa i siti internet comparatori di prezzi.
No comment!
In effetti il testo introduttivo alla Direttiva comprende specificatamente i siti internet proprio come “tipo” di intermediario!
Anche per il ramo vita le norme sono allineate a quelle della MiFID (mercati finanziari) e proprio per questo settore, a livello UE, risulterebbero più pesanti.
L’Imd2 conserverà lo status di “strumento giuridico di armonizzazione minima”, lasciando spazi agli Stati membri di regolamentare requisiti e condizioni supplementari.
Le disposizioni principali sono la “remunerazione variabile” (ad esempio provvigioni basate su obiettivi o prestazioni), che sarà oggetto obbligatorio di informativa.
La Direttiva ridefinisce la “remunerazione” così da comprendere sia indennità monetarie che NON: queste ultime diventerebbero “vantaggi economici di qualsiasi natura”.
Vi sarà differenza tra prodotti vita e danni. Nel primo caso andranno immediatamente in vigore le nuove regole, all’atto dell’entrata a regime della Direttiva stessa; per i rami danni è concesso un termine transitorio di cinque anni.
Come si concilierà quanto sopra detto con l’ANA (Accordo Nazionale Imprese/Agenti)? Saranno concessi agli intermediari italiani spazi di maggior favore? Quali saranno le mosse sulla scacchiera del “rinnovo”, tra la Confindustria assicurativa e le Associazioni di categoria?
E’ un argomento delicatissimo e complesso, che ha una sua storia fatta da regole ineluttabili tuttora vigenti (ad esempio la “rivalsa” che poggia sul do ut des), senza poi dimenticare un Accordo “erga omnes“ del 1951 che regola la materia.
I problemi che investiranno il mercato europeo e che sicuramente avranno particolari ricadute sulla nostra Italia, non saranno di facile soluzione.
E’ mia opinione che troppo poco se ne parla e ancora di meno si conosce la materia.
I tre sindacati di categoria (Sna, Unapass e Anapa) unitamente ai Gruppi Aziendali, dovrebbero essere in perenne fibrillazione, essendo consapevoli della “beata NON conoscenza” che la Direttiva in parola ha presso la stragrande maggioranza degli agenti italiani.
La Commissione europea stima che saranno interessate dalle modifiche circa 841.000 aziende.
Andrebbero approfonditi due aspetti fondamentali dell’Imd2 e il modo in cui si può ipotizzare influiscano sulla scelta dei canali distributivi: informativa obbligatoria sulla remunerazione e il divieto di pagamenti di terzi a intermediari indipendenti per quanto riguarda prodotti di investimento.
Attenzione che dovrebbe scaturire sull’oggetto di tali misure e sulla sua “appetibilità” relativa ai diversi canali di distribuzione, rispetto alla situazione odierna.
Attenzione che non può né deve sfuggire ad alcuno: agenti, broker, imprese, Sindacati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
👥