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Google, passi da gigante per diventare assicuratore

Google fa paura. E' inutile nascondersi dietro un dito. Da quando il colosso informatico (e non solo) di Mountain View ha deciso di tentare la carriera nell'offerta di servizi assicurativi, gli operatori tradizionali del settore hanno drizzato le antenne, cercando di capire quali potrebbero essere le nuove sfide a cui si andrà incontro quando Google entrerà effettivamente in campo.
Innanzitutto bisogna capire il terreno sul quale ci si potrebbe dare battaglia: internet. E qui Google gioca in casa. Con poche barriere all'ingresso e, soprattutto, con una quantità innumerevole di risorse a disposizione. Senza dimenticare l'elevata capacità nell'analizzare i dati e i trend degli utenti.
Le compagnie per ora stanno tentando di battere questa strada, ma con fortune alterne. Sono alle prese con un cambiamento gigantesco, a livello organizzativo ma soprattutto culturale. Per cercare di instillare una mentalità digitale che è già insita nell'eventuale rivale Google.
In un sondaggio tra gli operatori del settore assicurativo inglese, alla domanda Chi introdurrà la prossima grande novità nel mercato?", in pochi hanno risposto "compagnie" o "intermediari". La maggior parte, forse con timore, forse un po' scetticamente, ha puntato il dito verso i nuovi competitors, Google ma non solo. Un segno di insicurezza, forse un po' arrendevole, verso quello che potrebbe succedere. Se gli assicuratori sono i primi a non credere nei loro mezzi.
Dall'altro lato, però, c'è la consapevolezza che si può agire per arrivare preparati al momento della sfida. I Big Data, in primis, sono un ottimo mezzo per definire al meglio le "community" a cui le compagnie indirizzano i loro prodotti. Il loro utilizzo è riconosciuto, ma spesso ci si rende conto che, nonostante gli sforzi, le compagnie cercano di vendere sempre nello stesso modo. Rimanendo aggrappate al termine "tradizionali".
Tra alcuni anni i clienti saranno abituati a ricevere offerte personalizzate in base alle loro abitudini, al "gruppo" di cui fanno parte e con cui si identificano. Il prezzo sarà solo uno dei tanti parametri per giudicare un prodotto. Più rilevanti saranno il servizio offerto e il modo in cui questo è giunto all'attenzione del cliente.
Con questi presupposti, parrebbe non esserci scampo per le compagnie. Google arriverà e niente sarà più come prima. Ma è sempre meglio non fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Ci sono dei dubbi più che concreti sull'uscita dell'operazione. Innanzitutto, per quanto appetibile sia il mercato assicurativo, perché mai Google dovrebbe puntare così tanto su questo business? Dopo tutto la palla rimane ancora in mano agli assicuratori, che dalla loro hanno l'expertise e secoli di esperienza in un campo dove la concorrenza è spietata. Gli assicuratori sanno come sottoscrivere, come quotare un rischio, come liquidare un sinistro. Con il digitale si può sì individuare e raggiungere il cliente più facilmente. Ma attenzione a pensare che questo possa risolvere tutti i problemi.
E' estremamente difficile che Google rimpiazzi definitivamente il sistema assicurativo così come lo conosciamo. Ha dalla sua armi molto potenti, che anche gli assicuratori dovrebbero imparare a utilizzare. Ma secoli di storia non si cancellano, le regole del gioco non si cambiano. E per quanto il mondo vada veloce al giorno d'oggi, il mercato assicurativo si basa su regole ferree e matematiche che nessuno, nemmeno Google, può toccare.

Matteo Cominelli
Esperto mercato assicurativo e Consulente con sede a Londra

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