L’importanza di chiamarsi “assicuratori”
L’industria assicurativa è da anni alle prese con enormi cambiamenti. Dalla crisi del 2008 in poi compagnie e intermediari stanno cercando di trovare nuove strade per rimanere a galla, schiacciati dalla concorrenza, dall’incidenza dei costi e dalle norme sempre più stringenti. Conseguenze prevedibili, che partono dal presupposto che i regolatori vogliono evitare che si ripeta quella che avrebbe potuto essere l’origine del tracollo dell’economia per come la conosciamo. Quello che però in questi anni si è trascurato di sottolineare con la giusta forza è l’importanza sociale ricoperta dall’assicurazione.
Parafrasando un notissimo spot “che mondo sarebbe senza assicurazioni?”. Alcuni, soprattutto fra i clienti, risponderebbero “un mondo senza molte spese inutili”. Dimenticandosi però di quanto sia basilare il ruolo degli assicuratori per la stabilità del sistema economico globale.
In particolare, tra le nuove generazioni si sta verificando un distacco molto brusco da quelle che sono le tematiche assicurative. E se è vero, in particolar modo nei mercati anglosassoni, che sono in pochi gli under 30 consapevoli delle proprie necessità di protezione, molte nuove leve si avvicinano però al settore attratti dal fascino della professione. Spazio ai giovani quindi, per diversificare il mercato e portare un’aria nuova e vitale. Un messaggio già ascoltato, ma ribadito di recente anche da Inga Beale, Ceo dei Lloyd’s.
Ma come conciliare l’introduzione di nuova linfa con le problematiche di sempre? Fortunatamente, in particolare nel mercato inglese, alcuni manager hanno capito l’importanza del ruolo dell’assicuratore, e puntano sempre di più sulla formazione dei giovani. Per creare solide basi per il futuro. Nuovi mercati, soprattutto in Asia e Medio Oriente, sono terra di opportunità, dove giovani assicuratori si stanno preparando e ingenti capitali vengono investiti sul futuro della categoria.
Attrarre nuove risorse non è semplice, ed è quindi sempre più importante sottolineare perché il ruolo dell’assicuratore è fondamentale: lo sviluppo economico, i cambiamenti demografici, la scoperta di nuove tecnologie così come la creazione di nuova ricchezza e di benessere sono tutti fattore legati con un filo diretto al mondo assicurativo. Se si evolvono, bisogna pensare anche all’evoluzione del mercato delle polizze. Ma questo passo non si può fare, se non attraverso nuove idee. E’ una relazione biunivoca quella che si viene a creare. Tra chi accoglie a braccia aperta gli assicuratori del domani, e chi è pronto a mettersi in gioco per proteggere il prossimo.
Siamo consapevoli che ogni giorno i rischi da cui tutelarsi aumentano, l’età media avanza e la ricchezza viene distribuita in modo non omogeneo. Ma le prospettive non devono essere negative. Anche se in Italia la situazione della categoria è in un momento di fermento, tra rapidi cambiamenti normativi e incertezze sul ruolo degli intermediari, visti spesso dal consumatore come “esattori”, piuttosto che consulenti, lo spazio per investire c’è. Soprattutto in giovani pieni di idee, ambiziosi e pronti a tutto per aiutare l’Italia a rialzarsi.
Matteo Cominelli
Esperto mercato assicurativo e Consulente con sede a Londra
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