Regola n. 1: mai sottoassicurarsi
Uno dei primi consigli che ogni buon consulente assicurativo dovrebbe dare ai propri clienti è quello relativo agli effetti indesiderati della sottoassicurazione e dell’applicazione della regola proporzionale. Per renderli consci che, se il sinistro è lieve, le conseguenze potrebbero essere di poco conto. Ma potrebbero essere invece in grado di lasciare l’assicurato senza l’indennizzo necessario, se il danno fosse di grave entità.
I numeri parlano chiaro, almeno per quanto riguarda il mercato inglese: l’80% dei fabbricati industriali sono sottoassicurati. Mentre il 40% delle realtà aziendali non ha un’adeguata copertura per i danni indiretti da interruzione delle attività. Il motivo di queste cifre è da ricercare nel fatto che, in molte aziende, chi ha a che fare con le polizze ha poca dimestichezza con concetti come somme assicurate, regola proporzionale, franchigie.
Spesso, per quanto riguarda l’assicurazione dei fabbricati, il valore di mercato viene confuso con il valore di ricostruzione a nuovo. Ingenerando dubbi e confusione. E in molti casi una scelta sbagliata quando è il momento di indicare le somme assicurate. In particolare, è importante sottolineare sempre come nella valutazione della somma per la ricostruzione, entrano in gioco fattori complessi, quali il costo dei materiali e della manodopera.
Purtroppo, la gravità di un errore in fase di stima viene alla luce solo nel momento del sinistro. Quando un’azienda si può ritrovare con un danno solo parzialmente liquidato e con un fabbricato ancora da ricostruire. O, nel peggiore dei casi, inutilizzabile. Con conseguenze devastanti in termini economici e di proseguimento dell’attività. Come le tessere del domino gli effetti della sottoassicurazione sono collegati: con un fabbricato non operativo i tempi di inattività si allungano; e con periodi di indennizzo per i danni consequenziali non adeguati l’azienda rischia il collasso.
Cosa si può fare, quindi, per evitare situazioni del genere? Sicuramente, in Italia come nel Regno Unito, la maggior parte delle Pmi vedono l’assicurazione come una spesa ulteriore che si aggiunge a tutte quelle legate al core business. Di conseguenza, molta poca attenzione viene posta sulla congruità dei programmi assicurativi. I consulenti assicurativi (così come i risk manager in outsourcing) hanno il compito di accompagnare le aziende verso la comprensione delle aree più complesse delle polizze, come la sottoassicurazione.
Partendo dall’analisi dei programmi assicurativi in corso, le aziende possono capire se i premi sono adeguati alle esigenze. Un’ulteriore analisi periodica servirà invece a capire se le attività messe in atto nel corso dell’anno hanno portato a variazioni delle somme assicurate.
Entrando in contatto con le imprese, si capisce quanto sia necessario sviscerare i programmi assicurativi aziendali. Senza avere paura di “insegnare” agli imprenditori un po’ di cultura assicurativa. Si scoprirà che alcuni di loro non aspettano altro. Che non vedono l’ora di capire come proteggere meglio la propria azienda. Cercheranno sempre (ma questo è nella natura dei business man) di spendere meno. Ma nel frattempo avranno imparato a difendersi e a trattare alla pari con gli assicuratori.
I numeri parlano chiaro, almeno per quanto riguarda il mercato inglese: l’80% dei fabbricati industriali sono sottoassicurati. Mentre il 40% delle realtà aziendali non ha un’adeguata copertura per i danni indiretti da interruzione delle attività. Il motivo di queste cifre è da ricercare nel fatto che, in molte aziende, chi ha a che fare con le polizze ha poca dimestichezza con concetti come somme assicurate, regola proporzionale, franchigie.
Spesso, per quanto riguarda l’assicurazione dei fabbricati, il valore di mercato viene confuso con il valore di ricostruzione a nuovo. Ingenerando dubbi e confusione. E in molti casi una scelta sbagliata quando è il momento di indicare le somme assicurate. In particolare, è importante sottolineare sempre come nella valutazione della somma per la ricostruzione, entrano in gioco fattori complessi, quali il costo dei materiali e della manodopera.
Purtroppo, la gravità di un errore in fase di stima viene alla luce solo nel momento del sinistro. Quando un’azienda si può ritrovare con un danno solo parzialmente liquidato e con un fabbricato ancora da ricostruire. O, nel peggiore dei casi, inutilizzabile. Con conseguenze devastanti in termini economici e di proseguimento dell’attività. Come le tessere del domino gli effetti della sottoassicurazione sono collegati: con un fabbricato non operativo i tempi di inattività si allungano; e con periodi di indennizzo per i danni consequenziali non adeguati l’azienda rischia il collasso.
Cosa si può fare, quindi, per evitare situazioni del genere? Sicuramente, in Italia come nel Regno Unito, la maggior parte delle Pmi vedono l’assicurazione come una spesa ulteriore che si aggiunge a tutte quelle legate al core business. Di conseguenza, molta poca attenzione viene posta sulla congruità dei programmi assicurativi. I consulenti assicurativi (così come i risk manager in outsourcing) hanno il compito di accompagnare le aziende verso la comprensione delle aree più complesse delle polizze, come la sottoassicurazione.
Partendo dall’analisi dei programmi assicurativi in corso, le aziende possono capire se i premi sono adeguati alle esigenze. Un’ulteriore analisi periodica servirà invece a capire se le attività messe in atto nel corso dell’anno hanno portato a variazioni delle somme assicurate.
Entrando in contatto con le imprese, si capisce quanto sia necessario sviscerare i programmi assicurativi aziendali. Senza avere paura di “insegnare” agli imprenditori un po’ di cultura assicurativa. Si scoprirà che alcuni di loro non aspettano altro. Che non vedono l’ora di capire come proteggere meglio la propria azienda. Cercheranno sempre (ma questo è nella natura dei business man) di spendere meno. Ma nel frattempo avranno imparato a difendersi e a trattare alla pari con gli assicuratori.
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