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Avanti per inerzia

Ci si sorprende spesso che, nonostante l’innovazione abbia fatto passi da gigante negli ultimi 15/20 anni, l’industria assicurativa sia una di quelle meno impattate dallo scorrere del tempo. Questo fatto è ancora più sorprendente se si pensa che, quando si parla di assicurazioni, si parla di dati e di soldi. Due elementi che hanno fatto la fortuna di tutti quei business nati dall’inizio del terzo millennio.

Sempre più esperti del settore cominciano a credere che questa situazione di stallo non sia da ricercare nella complessità insita nel mercato specifico. Quanto nell’incapacità (volontaria o meno) dei manager del settore di cambiare lo status quo. Ancorati a modelli ormai superati e a competenze sicuramente fondamentali, ma che possono essere ottimizzate attraverso l’innovazione. Che ancora in molti faticano o hanno paura a toccare con mano.

È ormai appurato che il cambiamento si sta inesorabilmente avvicinando anche al mondo assicurativo. Ma in alcune occasioni sembra che si stia vivendo questo cambiamento con la speranza che tutto rimanga come prima. Il rischio più grande, purtroppo, è che i clienti comincino a percepire questo procedere per inerzia.

Alcune compagnie si stanno muovendo nella direzione giusta, investendo in start-up, aprendo incubatori e puntando sull’insurtech. Ma sembrano mosche bianche all’interno di un sistema che non riesce a cogliere quelli che sono i messaggi lanciati dalla generazione dei millenials.
In alcuni mercati si stanno sviluppando interessanti modelli di business per le aziende del settore (compagnie e intermediari). Modelli per così dire “bipolari” e che guardano in due direzioni diverse allo stesso tempo. Modelli nei quali devono essere in grado di coesistere la “vecchia guardia” degli analogici e la nuova ondata dei digitali. Ogni anima focalizzata nell’intercettare le esigenze del suo target di riferimento. Senza ingerenze.

Dipendenti e clienti potranno scegliere quale delle due anime è ideale per le proprie attitudini e necessità. In questo modo si potranno ottimizzare gli investimenti di entrambi i business, cercando di bilanciarli verso quello più promettente. E allo stesso tempo cercando di sviluppare tutte le possibili alternative che Google, Amazon, l’Internet of Things e le tecnologie indossabili stanno introducendo.

L’obiettivo, fare in modo che possano coesistano compagnie analogiche e digitali, è già stato sperimentato in Olanda. Dove la Achmea (uno dei principali gruppi assicurativi del Paese) ha lanciato InShared, una piattaforma con solo 35 dipendenti che gestisce circa 150.000 clienti senza alcun punto fisico. Il progetto è stato lanciato direttamente dalla casa madre, consapevole del cambiamento e del fatto che servisse una scossa radicale come quella di affidare il business nelle mani di millenials così lontani dai paradigmi classici dell’assicurazione, ma così vicini alle tendenze dei consumatori.

Tutto, quindi, sta nella consapevolezza. È difficile cambiare le cose dal basso, se chi deve decidere in alto non comprende appieno le potenzialità del mercato. Bisogna quindi osare, per cercare di vedere da vicino quanto all’apparenza sembra ancora molto, troppo lontano.




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