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Da RCA a RCProduttore

La sperimentazione nel settore dei veicoli a guida autonoma sta procedendo spedita e nei prossimi anni la tecnologia porterà molti guidatori ad affidarsi all’intelligenza artificiale su 4 ruote. Nel frattempo, il mercato assicurativo guarda con grande interesse all’evoluzione delle automobili, perché la sensazione è quella che nel lungo periodo il concetto di responsabilità civile dovrà trasferirsi dall’automobilista al produttore del mezzo. Per valutare i sinistri, per esempio, sarà sempre più complicato spostare l’asticella della responsabilità su chi era al “volante” o su chi ha ideato, progettato e assemblato l’auto.
Per le compagnie di assicurazione la sfida, in questa fase di transizione, sarà rappresentata dal trovare nuove fonti di guadagno alternative all’RC auto. E’ sì vero che le macchine a guida autonoma sono ancora lontane, ma la sensazione è che prima o poi il mercato verrà seriamente stravolto da questa novità. E le compagnie che tarderanno ad adattarsi subiranno un drastico processo di selezione naturale.
Non solo le compagnie, ma anche le normative dovranno rimanere aggiornate e al passo con i tempi. Nel Regno Unito, per esempio, già all’inizio di quest’anno si è cominciato a discutere in Parlamento di un nuovo “Vehicle Technology and Aviation Bill”, all’interno del quale sarebbe prevista l’obbligatorietà di una polizza RCA per i veicoli a guida autonoma, ma con la possibilità delle compagnie di rivalersi anche sulle case automobilistiche costruttrici del mezzo nel caso in cui il sinistro fosse causato da una falla, da un errore o da un danno nei sistemi tecnologici.
Dall’altro lato della medaglia, l’avvento di auto sempre più connesse, porterà gli assicuratori a essere in possesso di un’enorme quantità di dati. Con la possibilità di analizzare e quotare i rischi in maniera sempre più efficace, precisa e, soprattutto, competitiva. L’accuratezza dei dati sarà di fondamentale importanza nel momento della valutazione dei sinistri, per capire se la responsabilità penderà maggiormente dalla parte del guidatore o del produttore. La condivisione dei dati tra compagnie e case automobilistiche, inoltre, permetterà a queste ultime di migliorare e perfezionare gli automezzi fin dalla fase di sviluppo. Infine, in questo contesto, giocheranno un ruolo importante anche le società del fiorente settore dell’insuretech, che stanno già compiendo passi da gigante nella raccolta, nella gestione e nell’elaborazione dei dati.
Purtroppo, quando si parla di tecnologia, non bisogna tralasciare il preoccupante fenomeno del cyber risk. Le auto intelligenti saranno largamente supportate dalla tecnologia online. E si sa che tutto quello che viaggia attraverso la rete può essere intercettato e manipolato dai criminali informatici. Nella proposta di legge inglese è specificatamente previsto che le compagnie debbano essere responsabili anche per i danni verificatisi in conseguenza di attacchi hacker. Con un’esposizione da parte degli assicuratori che dovrà essere necessariamente riassicurata.
Ma quanto tempo manca perché questo cambiamento si possa toccare con mano? Secondo la nota agenzia di rating Fitch, passeranno ancora 10 anni prima che si possano vedere i primi effetti di questa invasione di veicoli intelligenti. Inizialmente ci sarà sicuramente una riduzione del numero dei sinistri, grazie all’implementazione di sistemi di assistenza al guidatore già collaudati. Bisognerà poi considerare la variabile degli alti prezzi che dovranno essere spesi per riparare veicoli sempre più complessi e sofisticati. Ma nel lungo periodo, il tutto potrebbe portare a una diminuzione dei premi assicurativi, a una contrazione dei portafogli auto e alla sopravvivenza di che sarà stato in grado di diversificare.

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