Di più è meglio
Il valore aggiunto in un rapporto assicurativo va ben oltre la proposizione della copertura al prezzo migliore. Per un’azienda, il risultato che si cerca è spesso la garanzia di poter proseguire l’attività per la quale si è investito tempo e denaro. In modo che la crescita attesa non ne risenta.
Una delle strade che compagnie e intermediari stanno sempre più seguendo per garantire questo obiettivo, è l’offerta di servizi complementari a quello tradizionalmente assicurativo. Stiamo parlando in particolare delle attività di risk management, che in alcuni casi vengono viste dalle aziende come ancillari al “prodotto” principale, la polizza.
In realtà è proprio grazie agli accorgimenti che si manifestano evidenti a seguito dell’analisi approfondita della situazione aziendale e all’applicazione di tecniche di prevenzione e protezione che si evitano tout-court i danni per i quali l’assicurazione sarebbe operativa. E questo è di vitale importanza, soprattutto per le piccole e medie imprese.
Quello che alcune compagnie stanno capendo è la necessità di integrare i propri servizi con il valore aggiunto richiesto dal cliente. Nel Regno Unito, per esempio, Zurich ha sviluppato, sia internamente sia attraverso partnership con aziende specializzate, alcune offerte extra per i propri assicurati: in particolare è stata attivato un contact center per tutte le esigenze di prevenzione e gestione dei rischi, per rispondere alle richieste in tema di property, business interruption, rischi ambientali e per la sicurezza sui luoghi di lavoro; inoltre Zurich ha messo a disposizione un team di consulenti esterni per affiancare le aziende su tutte le problematiche che gravitano attorno al mondo assicurativo: avvocati, fiscalisti, consulenti e medici del lavoro.
Un approccio integrato che può sembrare banale, ma che nel caso delle piccole imprese è assolutamente efficace. Se per esempio si pensa che solo 1 azienda su 10 ha un legale interno e che molto spesso alcune perdite sono legate a una cattiva consulenza in materia, l’offerta di Zurich appare ancora più sensata e lungimirante.
Il tutto è supportato da altri strumenti più soft, che mirano però ad aumentare la cultura del rischio nelle aziende: dal supporto documentale, attraverso un portale che permette di accedere a un’immensa biblioteca di case studies suddivisi per settore a strumenti di autovalutazione per le aziende; da un focus sul rischio reputazionale (di cui avevo già scritto nell’articolo “La gestione del rischio reputazionale” su http://www.insurancetrade.it/insurance/contenuti/blog/6812/la-gestione-del-rischio-reputazionale) a un’assistenza specializzata per tutte quelle aziende che sono vittime di attacchi cyber.
Il vantaggio più tangibile che si vuole trasferire alle PMI, attraverso questa politica del “valore aggiunto”, è sicuramente quello economico. In molti casi, infatti, le aziende non si possono permettere numerosi consulenti per diverse aree di rischio. Soprattutto le piccole aziende che nei casi migliori si sviluppano con ritmo frenetico e sono sempre alla ricerca di nuove (e rischiose) opportunità.
È quindi compito degli operatori del settore garantire un alto livello di prevenzione, che intervenga prima della polizza e permetta alle imprese di vivere nella consapevolezza dei rischi che stanno correndo.
Una delle strade che compagnie e intermediari stanno sempre più seguendo per garantire questo obiettivo, è l’offerta di servizi complementari a quello tradizionalmente assicurativo. Stiamo parlando in particolare delle attività di risk management, che in alcuni casi vengono viste dalle aziende come ancillari al “prodotto” principale, la polizza.
In realtà è proprio grazie agli accorgimenti che si manifestano evidenti a seguito dell’analisi approfondita della situazione aziendale e all’applicazione di tecniche di prevenzione e protezione che si evitano tout-court i danni per i quali l’assicurazione sarebbe operativa. E questo è di vitale importanza, soprattutto per le piccole e medie imprese.
Quello che alcune compagnie stanno capendo è la necessità di integrare i propri servizi con il valore aggiunto richiesto dal cliente. Nel Regno Unito, per esempio, Zurich ha sviluppato, sia internamente sia attraverso partnership con aziende specializzate, alcune offerte extra per i propri assicurati: in particolare è stata attivato un contact center per tutte le esigenze di prevenzione e gestione dei rischi, per rispondere alle richieste in tema di property, business interruption, rischi ambientali e per la sicurezza sui luoghi di lavoro; inoltre Zurich ha messo a disposizione un team di consulenti esterni per affiancare le aziende su tutte le problematiche che gravitano attorno al mondo assicurativo: avvocati, fiscalisti, consulenti e medici del lavoro.
Un approccio integrato che può sembrare banale, ma che nel caso delle piccole imprese è assolutamente efficace. Se per esempio si pensa che solo 1 azienda su 10 ha un legale interno e che molto spesso alcune perdite sono legate a una cattiva consulenza in materia, l’offerta di Zurich appare ancora più sensata e lungimirante.
Il tutto è supportato da altri strumenti più soft, che mirano però ad aumentare la cultura del rischio nelle aziende: dal supporto documentale, attraverso un portale che permette di accedere a un’immensa biblioteca di case studies suddivisi per settore a strumenti di autovalutazione per le aziende; da un focus sul rischio reputazionale (di cui avevo già scritto nell’articolo “La gestione del rischio reputazionale” su http://www.insurancetrade.it/insurance/contenuti/blog/6812/la-gestione-del-rischio-reputazionale) a un’assistenza specializzata per tutte quelle aziende che sono vittime di attacchi cyber.
Il vantaggio più tangibile che si vuole trasferire alle PMI, attraverso questa politica del “valore aggiunto”, è sicuramente quello economico. In molti casi, infatti, le aziende non si possono permettere numerosi consulenti per diverse aree di rischio. Soprattutto le piccole aziende che nei casi migliori si sviluppano con ritmo frenetico e sono sempre alla ricerca di nuove (e rischiose) opportunità.
È quindi compito degli operatori del settore garantire un alto livello di prevenzione, che intervenga prima della polizza e permetta alle imprese di vivere nella consapevolezza dei rischi che stanno correndo.
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