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La Fondazione Mansutti: vera formazione

Scrisse una volta l’autore americano Lyman Abbott che un libro può essere considerato un vero amico e una biblioteca una vera collezione di amici.
Non credo sia esagerato definire l’avvocato Francesco Mansutti, figlio d’arte, un personaggio storico dell’intermediazione assicurativa, una bandiera per gli tutti gli agenti nostrani. Oggi gestisce, assieme al figlio Tomaso che ne è l’ad una tra le più prestigiose e apprezzate agenzie di brokeraggio italiane: la Mansutti Spa.
Francesco Mansutti da suo padre Enea, allora tra gli agenti più apprezzati dell'intero settore, ha potuto conoscere e respirare la magica atmosfera assicurativa di quando le polizze venivano costruite su misura, come un abito: parliamo della cosiddetta Signora delle assicurazioni, La Fondiaria, nella quale agenzia ha appreso tutti i principali passaggi professionali, prima che il mercato globalizzato e rampante, ne distruggesse il dna. Francesco Mansutti, sin dagli esordi nel 1956, comprese i segreti e le sottigliezze del grande padre con professionalità e passione vera per il settore. Egli è padre di quattro figli, di cui solo due (Tomaso e Alessandro, agente plurimandatario), proseguono convinti l’entusiasmante strada paterna.

L’avvocato Mansutti, vero appassionato della storia delle assicurazioni, nel 2004 crea l’istituzione culturale, la Fondazione. Con meticolosità e pazienza, tanti decenni fa, iniziò la ricerca di reperti storici, da collezionisti non più interessati, sulle bancarelle dove si svolgono i mercati dell’antiquariato, ma anche dai cosiddetto robivecchi: raccoglie centinaia di libri dalla pagine ingiallite ma di grande interesse specifico, vecchi contratti assicurativi, quietanze, appendici alle stesse polizze, contratti notarili di inestimabile valore storico, addirittura risalenti al 1400. Antichi documenti, alcuni che si avvicinano solo al primo embrione di una polizza vita, a quella sull’incendio di una casa, sul trasporto di merce via mare: documenti rari e di grande valore storico e culturale, magari, illo tempore, pagata pochi centesimi. La raccolta continua costantemente, proseguendo l’iter degli anni che furono.
Oggi, per entrare in possesso di nuovo e prezioso materiale, è indispensabile avvicinarsi alle aste. È sempre possibile visitare i mercatini delle pulci, come frequentatori assidui e attenti, ma riuscire a scovare un pezzo raro diventa sempre più difficile. Fatto salvo il colpo di fortuna: come imbattersi nel venditore che non ha cognizione della propria merce.

Sono decenni che Francesco Mansutti convive con il culto di una ricerca costante: oggi possiede oltre 5000 volumi, di cui molti rarissimi, risalenti al XV e XVI secolo. Almeno 2500 originali di polizze, manifesti di vecchissima data (chi può dimenticare le prime campagne, nell’immediato dopoguerra, del ramo grandine?).
In archivio esiste l’assicurazione sull’auto, stipulata presso la Travelers di Los Angeles, sottoscritta da Marilyn Monroe nel marzo del 1962: auto che ben poco godette, in quanto sarebbe morta solo cinque mesi dopo.
Restano da ammirare i primissimi manifesti pubblicitari da strada delle compagnie di mezzo pianeta. Infine, oltre 800 targhe incendio in latta o legno. Nel 1600 non esistevano i pompieri: l’affissione delle stesse sulle mura delle case avevano lo scopo di far capire con chi l’edificio fosse assicurato.

Francesco Mansutti decide quindi di trasformare in Fondazione la grande biblioteca, per tutelarla e farla conoscere al grande pubblico. Questa ha sede a Milano, in via Rugabella, 10, a pochi passi dal Duomo. Un vero tesoro prezioso, una raccolta tra le più importanti e complete del mondo, un unicum in Italia, in quanto raggruppa un vero patrimonio sia come archivio sia come vera e propria biblioteca, un gioiello museale, interamente dedicato alla storia dell’assicurazione, dal medioevo ai nostri giorni.
L’obiettivo della Fondazione non è solo amatoriale ma anche culturale, non ha scopo di lucro e dovrebbe divulgare, non solo agli appassionati, il patrimonio documentario sulla storia delle assicurazioni agli italiani. In particolare la biblioteca riceve sistematicamente studenti e studiosi .
Obiettivo mirato anche per gli enti culturali, università, centri di catalogazione regionale e nazionale, comprese le compagnie di assicurazione che operano sul mercato nazionale ed estero. Si possono visionare documenti provenienti da tutte le parti del mondo, a partire dal XV secolo.

Le polizze più antiche sono state redatte a mano, e sono quelle che assicurano il trasporto di merci via mare. La Fondazione custodisce, tra le altre, polizze maltesi del XIX, polizze sulla vita degli schiavi, quelle contro il rischio di richiamo alle armi o sull’investimento dei risparmi dei giovani Balilla.
Indico piccoli grandi esempi, giusto per far comprendere ai lettori la valenza dell’iniziativa. Ci si trovano anche polizze dattiloscritte ancora con le vecchie M40 dell’Olivetti degli anni 1955/60.
Tra tutti questi gioielli non vanno dimenticati i Quaderni di sicurtà, che nel medioevo così venivano chiamati i registri contabili. Esiste anche L’affascinante storia dell’assicurazione, che ne racconta ben sette secoli. Dalle prime polizze dei mercati fiorentini e genovesi, alle controversie (tra moralisti e non), sulla liceità del contratto assicurativo, sino a quando non si è arrivati al successivo sviluppo del calcolo delle probabilità. La Fondazione ha dato da poco il via alla digitalizzazione dei propri testi antichi più importanti.
Vanno sottolineate anche le funzioni del comitato scientifico, chiamato a esprimere il proprio parere sui programmi dell’attività della stessa e sui risultati conseguiti. Chi condivide gli scopi culturali della fondazione e desidera contribuire direttamente al loro raggiungimento è invitato a farne parte in qualità di socio benemerito o di socio aderente .
L’attuale comitato scientifico è composto da sette membri: l’avvocato Francesco Mansutti, Marina Bonomelli, Giovanni Ceccarelli, Ennio De Simone, Giulio Fenicia, Maria Fusaro e Germano Maifreda.

Lo scrivere questo blog mi da gioia.
Sapere che esiste tale e tanta documentazione straordinaria risalente al medioevo e visionabile dagli amanti del settore assicurativo, un patrimonio documentale, culturale e storico quale quello che l’avvocato Mansutti ha raccolto, pezzo dopo pezzo, è qualcosa che supera ogni possibile fantasia.
Quando l’ho visitato per la prima volta, io che adoro da sempre questo comparto, mi sarei fatta chiudere lì dentro, sine die, per riuscire a memorizzare almeno una piccolissima micro parte di tutte quelle migliaia di nozioni. Un sogno.
Materiale a disposizione per tutti coloro che desiderano solo sfiorare la materia, valutare la propria esperienza, anche per tentare di sopravvivere a un mercato che ha ben poca memoria, a parte la solita lodevole eccezione, e che ha una necessità, oserei dire vitale, di conoscenze vere e reali.

Non voglio essere critica ma vorrei far riflette le imprese italiane e l’Ivass. Invece di riempire la testa agli intermediari per ben 60 ore biennali sulle presunte, solo presunte, qualità dei nuovi prodotti o, in  casi rari, forse, qualcosina di più tecnico, non sarebbe maggiormente utile portare i propri agenti a visitare la Fondazione, con un cicerone esperto, per far loro comprendere il vissuto assicurativo, la sua storia? Non avrebbero almeno una piccola infarinatura culturalmente valida, storica e non sarebbero meno demotivati  dalla obbligatoria vendita dei “prodotti da banco”?
Quanti agenti hanno avuto il desiderio di sapere da dove è partita la prima avventura assicurativa e come siamo arrivati al 2018? È triste, almeno per me, ciò che sto scrivendo. Ma non ritenete sia la verità?

Provate a visitare la Fondazione: garantisco è un’esperienza fantastica che arricchisce e aiuta a raggiungere maggiori traguardi, anche intellettuali.


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