UniSalute, un milione e mezzo di prestazioni sanitarie in nove mesi
Oltre 7.700 le strutture convenzionate, ma il supporto viene garantito anche on line e tramite call center
24/10/2012
Ospedali, case di cura, poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi odontoiatrici e di psicoterapia. La rete di assistenza medica gestita da UniSalute ha superato le 7.700 unità, a livello di strutture convenzionate, e nei primi nove mesi di quest'anno ha gestito 1,5 milioni di prestazioni sanitarie.
Il network della società del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria può contare inoltre sulla presenza di 43 medici che garantiscono il monitoraggio costante della qualità e dell'adeguatezza dei centri e sono a disposizione degli assicurati in caso di necessità. Il modello di gestione implementato da UniSalute prevede anche il supporto ai clienti nell'individuazione della struttura sanitaria più idonea alla prestazione da effettuare, fattore che ha contribuito al gradimento decisamente elevato dimostrato dall'87% dei suoi 4,1 milioni di clienti.
Il servizio viene garantito da due hub: un call center interno alla società con più di 270 operatori specializzati - che da gennaio a settembre ha gestito oltre 1,4 milioni di richieste telefoniche -, e un sito internet che offre ai clienti un'area riservata dove prenotare visite ed esami. Quest'ultimo nei primi nove mesi del 2012 ha registrato oltre 7,3 milioni di pagine visitate.
In un frangente socio-economico in cui l'arretramento del welfare pubblico chiama sempre più spesso i cittadini a sostenere direttamente le spese sanitarie, UniSalute propone soluzioni di previdenza integrativa del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la gestione di Fondi nazionali di categoria così come di Casse professionali e coperture per le aziende, dando la possibilità di accedere alle prestazioni sanitarie in tempi rapidi e a costi contenuti. Un'esigenza quest'ultima che si prevede destinata ad aumentare se è vero - come ha rivelato l'ottavo Rapporto Sanità del Ceis - che 992 mila famiglie italiane (pari a circa 3 milioni di persone) sono state costrette a sostenere spese sanitarie elevate rispetto ai redditi percepiti, e che in oltre 2,6 milioni di famiglie almeno un componente ha dovuto rinunciare alle cure o all'assistenza perché impossibilitato a coprirne le spese.
Il network della società del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria può contare inoltre sulla presenza di 43 medici che garantiscono il monitoraggio costante della qualità e dell'adeguatezza dei centri e sono a disposizione degli assicurati in caso di necessità. Il modello di gestione implementato da UniSalute prevede anche il supporto ai clienti nell'individuazione della struttura sanitaria più idonea alla prestazione da effettuare, fattore che ha contribuito al gradimento decisamente elevato dimostrato dall'87% dei suoi 4,1 milioni di clienti.
Il servizio viene garantito da due hub: un call center interno alla società con più di 270 operatori specializzati - che da gennaio a settembre ha gestito oltre 1,4 milioni di richieste telefoniche -, e un sito internet che offre ai clienti un'area riservata dove prenotare visite ed esami. Quest'ultimo nei primi nove mesi del 2012 ha registrato oltre 7,3 milioni di pagine visitate.
In un frangente socio-economico in cui l'arretramento del welfare pubblico chiama sempre più spesso i cittadini a sostenere direttamente le spese sanitarie, UniSalute propone soluzioni di previdenza integrativa del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la gestione di Fondi nazionali di categoria così come di Casse professionali e coperture per le aziende, dando la possibilità di accedere alle prestazioni sanitarie in tempi rapidi e a costi contenuti. Un'esigenza quest'ultima che si prevede destinata ad aumentare se è vero - come ha rivelato l'ottavo Rapporto Sanità del Ceis - che 992 mila famiglie italiane (pari a circa 3 milioni di persone) sono state costrette a sostenere spese sanitarie elevate rispetto ai redditi percepiti, e che in oltre 2,6 milioni di famiglie almeno un componente ha dovuto rinunciare alle cure o all'assistenza perché impossibilitato a coprirne le spese.
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