Mossa di Palladio e Sator, 450 milioni per Premafin
Offerta vincolante per ricapitalizzare la holding e controllare Fonsai
23/02/2012
Sono 450 milioni di euro. Il capitale messo a disposizione dai fondi Sator e Palladio per un'offerta vincolante di investimento in Premafin attraverso un aumento di capitale "da destinare al riequilibrio della struttura economico-patrimoniale della stessa e al supporto dell'annunciata ricapitalizzazione della controllata Fondiaria-Sai". Ieri sera, con un comunicato congiunto Matteo Arpe e i vicentini sono usciti allo scoperto con un'offerta nei confronti della scatola finanziaria che sta a monte della catena di controllo della galassia Ligresti. Ovviamente a condizione di non dover lanciare un'opa.
Dopo che nel pomeriggio di ieri il presidente di Axa, Henri de Castries, si era visto a sorpresa nella sede di Mediobanca, e poche ore dopo che Nagel plaudiva ancora all'accordo con Unipol, Sator e Palladio Finanziaria hanno ufficializzato la loro proposta vincolante, fino all'8 marzo. In realtà sono 400 i milioni cash impegnati per ricapitalizzare Premafin (che detiene circa il 36% di Fonsai), per poi partecipare all'aumento di capitale da 1,1 miliardi della compagnia assicurativa. Gli altri 50 milioni saranno offerti in opzione ai vecchi azionisti (i Ligresti e le minoranze). Il consorzio di garanzia è rappresentato da Banca Profilo, di cui Arpe è amministratore delegato.
Nel comunicato di intenti di Arpe e della coppia Meneguzzo-Drago è prevista la "ristrutturazione dell'attuale indebitamento di Premafin". I fondi chiederanno quindi alle banche di rinunciare a una parte dei loro crediti o eventualmente convertirli in cash per l'aumento di capitale. Ovviamente anche i debiti di Fonsai andrebbero rinegoziati: "auspicabile - si legge - anche una contestuale ridefinizione dell'indebitamento subordinato della controllata Fondiaria Sai". Mediobanca e Unicredit, dopo aver visto smontato il piano con Unipol, rischiano anche di dover rinegoziare le sofferenze verso Premafin e Fonsai.
Dopo che nel pomeriggio di ieri il presidente di Axa, Henri de Castries, si era visto a sorpresa nella sede di Mediobanca, e poche ore dopo che Nagel plaudiva ancora all'accordo con Unipol, Sator e Palladio Finanziaria hanno ufficializzato la loro proposta vincolante, fino all'8 marzo. In realtà sono 400 i milioni cash impegnati per ricapitalizzare Premafin (che detiene circa il 36% di Fonsai), per poi partecipare all'aumento di capitale da 1,1 miliardi della compagnia assicurativa. Gli altri 50 milioni saranno offerti in opzione ai vecchi azionisti (i Ligresti e le minoranze). Il consorzio di garanzia è rappresentato da Banca Profilo, di cui Arpe è amministratore delegato.
Nel comunicato di intenti di Arpe e della coppia Meneguzzo-Drago è prevista la "ristrutturazione dell'attuale indebitamento di Premafin". I fondi chiederanno quindi alle banche di rinunciare a una parte dei loro crediti o eventualmente convertirli in cash per l'aumento di capitale. Ovviamente anche i debiti di Fonsai andrebbero rinegoziati: "auspicabile - si legge - anche una contestuale ridefinizione dell'indebitamento subordinato della controllata Fondiaria Sai". Mediobanca e Unicredit, dopo aver visto smontato il piano con Unipol, rischiano anche di dover rinegoziare le sofferenze verso Premafin e Fonsai.
Intanto a margine della riunione del cda della compagnia Fausto Marchionni, ex amministratore delegato, oggi consigliere, ha detto che la proposta di Palladio Finanziaria e Sator verrà presa in considerazione. "Naturalmente andrà valutata soprattutto dalla proprietà e dall'assemblea", ha detto. Sulla proposta anche il direttore generale della compagnia Piergiorgio Peluso ha risposto "vedremo". Il patron Salvatore Ligresti si è lasciato sfuggire un "noi valuteremo tutto".
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