Danno alla persona, gli interventi possibili
L'analisi delle pratiche di risarcimento evidenzia l'esistenza di continui tentativi di frode. Le compagnie possono avere un ruolo più incisivo nel limitare un ricorso eccessivo alle richieste. Ecco come, secondo Giovanni Cannavò, medico legale e presidente dell'Associazione Melchiorre Gioia
06/02/2015
Esiste una forma di accettazione da parte del sistema assicurativo di uno stato di fatto relativamente alle frodi nelle richieste di risarcimento del danno alla persona? È questa la domanda che si pone Giovanni Cannavò, medico legale e presidente dell'Associazione Melchiorre Gioia, il quale, a seguito dell'esperienza personale e dell'analisi di moltissime pratiche di richieste di risarcimento, disegna "un sistema in cui la richiesta di risarcimento si basa su perizie sovrastimate rispetto al danno reale, quando non addirittura si vedono attribuite a piccoli incidenti di manovra lesioni avvenute tra le mura domestiche". Un esempio è l'incidenza delle lesioni alle mani o agli arti superiori, che a fronte di una media nazionale del 3,2% risulta essere molto più alta in alcune regioni (5,57% in Campania).
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