Agenti: applausi o preoccupazioni?
15/11/2012
Da una parte il plauso e la soddisfazione per aver messo a segno la possibilità di collaborazione tra intermediari, rivendicata come un successo personale nei confronti del legislatore, delle istituzioni e del mercato. Dall'altra lo sgomento verso l'atteggiamento di giubilo per un successo che non viene riconosciuto come tale. Sono queste, in sintesi, le due condizioni contrapposte che descrivono l'attuale stato d'animo della categoria degli agenti.
Anche tra gli applausi più o meno giustificati, in realtà la categoria è alla ricerca di regole, modalità operative, condizioni economiche e prospettive per il futuro più chiare e rassicuranti.
Forse il codice deontologico per gli agenti, presentato come utile strumento per fare chiarezza tra le novità che si prospettano con la collaborazione tra gli intermediari, può davvero rappresentare la soluzione che tutti cercavano. O forse tale codice, come probabilmente appare agli occhi di molti, non costituisce altro che l'ennesima stonatura nei confronti di un radicato concetto di fedeltà" tra agenti e compagnie.
L'impressione finale allora è che la "giungla di regole", che tanto preoccupa l'Ania e le mandanti, non possa essere risolta semplicemente con una sorta di decalogo di buone pratiche predefinite. Si tratta infatti di materia più complessa, che vede coinvolta innanzitutto la volontà di molte reti di continuare a essere "fedeli", senza per questo "vendersi", contro la decisione, sollecitata dal legislatore, di cambiare più radicalmente per spingersi in scelte più audaci, rivendicando così una maggiore autonomia per operare sul mercato.
Anche tra gli applausi più o meno giustificati, in realtà la categoria è alla ricerca di regole, modalità operative, condizioni economiche e prospettive per il futuro più chiare e rassicuranti.
Forse il codice deontologico per gli agenti, presentato come utile strumento per fare chiarezza tra le novità che si prospettano con la collaborazione tra gli intermediari, può davvero rappresentare la soluzione che tutti cercavano. O forse tale codice, come probabilmente appare agli occhi di molti, non costituisce altro che l'ennesima stonatura nei confronti di un radicato concetto di fedeltà" tra agenti e compagnie.
L'impressione finale allora è che la "giungla di regole", che tanto preoccupa l'Ania e le mandanti, non possa essere risolta semplicemente con una sorta di decalogo di buone pratiche predefinite. Si tratta infatti di materia più complessa, che vede coinvolta innanzitutto la volontà di molte reti di continuare a essere "fedeli", senza per questo "vendersi", contro la decisione, sollecitata dal legislatore, di cambiare più radicalmente per spingersi in scelte più audaci, rivendicando così una maggiore autonomia per operare sul mercato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA