Economia e diritto al lavoro
03/04/2012
Quando l'offerta di lavoro è alta, come sosteneva un grande della dottrina economica come Adam Smith, anche la forza delle organizzazioni sindacali cresce. In tempi di crisi come quelli attuali, sembra quindi una conseguenza inevitabile ritrovarsi a discutere sull'art. 18 e, nel nostro settore, sul taglio del numero di agenzie, chiedendo sacrifici per tutti in nome della redditività e della sopravvivenza del sistema distributivo.
Ma esiste davvero una incompatibilità tra economia e diritti?
Da Nord a Sud, la logica del profitto dovrebbe trovare una strada percorribile, e una soluzione concreta, per conciliare la logica del profitto con il valore del capitale umano, del lavoro e del contributo che, in tempi più felici, l'attività produttiva dei dipendenti, e degli agenti, ha saputo garantire per lo sviluppo del nostro Paese. E' vero: oggi i tempi sono cambiati, serve propensione alla flessibilità, alla mediazione, al compromesso. Una propensione, però, che deve riguardare entrambe le parti, con l'obiettivo comune di dimostrare che è possibile costruire un nuovo sviluppo senza ignorare i diritti.
Ma esiste davvero una incompatibilità tra economia e diritti?
Da Nord a Sud, la logica del profitto dovrebbe trovare una strada percorribile, e una soluzione concreta, per conciliare la logica del profitto con il valore del capitale umano, del lavoro e del contributo che, in tempi più felici, l'attività produttiva dei dipendenti, e degli agenti, ha saputo garantire per lo sviluppo del nostro Paese. E' vero: oggi i tempi sono cambiati, serve propensione alla flessibilità, alla mediazione, al compromesso. Una propensione, però, che deve riguardare entrambe le parti, con l'obiettivo comune di dimostrare che è possibile costruire un nuovo sviluppo senza ignorare i diritti.
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