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Facebook sì, ma con intelligenza

Per essere credibili sui social, non servono solo buoni contenuti, ma soprattutto risposte adeguate e tempestive ai clienti. Stando attenti a non improvvisarsi. Perchè il rischio di bruciarsi è alto. Come ci racconta Francesco Pulini, agente Allianz a Viterbo

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Prosegue, con questa intervista, il confronto che il nostro mensile Insurance Review ha avviato dal numero di febbraio attraverso la rubrica Social Network. A pag 10 della rivista è pubblicato un articolo sul tema a firma di Roberto Felici, head of market management di Allianz Italia, che ha aperto il dibattito anche attraverso le nostre discussioni su Linkedin.

Il mondo dei social ha poco di tecnologico e molto di immagine. Diversamente da quello che si crede, per poter lavorare efficacemente attraverso Facebook non serve una dotazione hardware particolare: un Pc piuttosto che un tablet o uno smartphone sono più che sufficienti a gestire in completa autonomia la pagina della propria agenzia. Anche da un punto di vista software, ormai le App dei vari social network sono alla portata di tutti e, giorno dopo giorno, gli sviluppatori rilasciano nuove release per rendere le proprie piattaforme sempre più user-friendly. 

“Quando si approda sui social – spiega Francesco Pulini, agente Allianz a Viterbo – bisogna innanzitutto tenere conto di due fattori: la parte normativa, laddove Ivass ha previsto una serie di dati da pubblicare ai fini di una corretta individuazione dell’intermediario da parte dell’utente (generalità, iscrizione Rui, etc.); e le norme di utilizzo del marchio della propria mandante: su questo Allianz ha diramato precise linee guida”. 
Una volta espletate le cosiddette formalità, bisogna iniziare a costruirsi un’immagine sociale e questo implica una netta divisione tra quello che è l’agente e quello che è il punto vendita. “Una cosa è il profilo personale di un intermediario, altra cosa è la pagina riferita alla propria attività imprenditoriale: su questo non va fatta confusione perché si rischia di dare un’immagine di scarsa professionalità”. 

OLTRE IL SEMPLICE LIKE 
Una volta fatto questo, si pensa a cosa, come e a chi comunicare. A questo proposito, va capito il target a cui rivolgersi per poi costruire campagne mirate per prodotto o copertura. “Prima di decidere cosa comunicare e come farlo – conferma Pulini – è di primaria importanza stabilire una tipologia di clientela a cui rivolgersi e, una volta compreso questo, va creato, come in ogni buona campagna, un piano editoriale con contenuti capaci di stimolare l’interazione dell’utente. Ma, quando parliamo di interazione – sottolinea l’agente Allianz – non dobbiamo soffermarci al semplice like, che può ricevere il post appena pubblicato, ma destare curiosità nel cliente o nel prospect e indurlo ad andare oltre, a interagire con il contenuto e con noi, guardando, per esempio, un video pillola su un determinato prodotto, ponendoci domande e magari dandogli la possibilità, in futuro, di poter anche completare l’interazione direttamente con l’acquisto”.

Tra gli strumenti da utilizzare, di fondamentale importanza sono i Facebook Ads: se si punta a una vera diffusione dei propri contenuti verso una pluralità di utenti non si può prescindere da questo. Ma bisogna agire senza fretta e in modo ragionato. “Facebook non lascia spazio all’improvvisazione e punisce se fai errori. Ne sono una riprova le lente partenze delle pagine Facebook delle agenzie assicurative. Su questo, come agenzia, stiamo facendo delle riflessioni per capire dove andremo e a quale target vogliamo puntare”. 

CONTENUTI VARIEGATI
Di vitale importanza, naturalmente, sono i contenuti che, secondo Pulini, possono essere raggruppati in tre macrocategorie: “quelli creati, possibilmente, dalla compagnia con la quale si opera (presentazioni di prodotto, videopillole, news, articoli su studi e andamenti di mercato); le informazioni, reperibili su Internet, relative ad attualità in generale, per alleggerire anche un po’ la dialettica; e i contenuti propri, dove è l’agente a porsi in discussione mettendoci la propria faccia, esperienza e professionalità”. Ma, per essere credibili sui social non è sufficiente postare del buon materiale, bisogna essere presenti e dare risposte entro un tempo ragionevole ai quesiti che verranno posti dai clienti. 

“Attualmente, con un gruppo di circa 200 persone, tra colleghi e personale di sede della compagnia con cui opero, stiamo utilizzando una palestra virtuale, chiamata Az Lab, dove quotidianamente ci confrontiamo su tematiche social e digital riguardanti la nostra professione. Tante idee sui contenuti da poter poi pubblicare nascono proprio da questo interscambio di idee e opinioni”. In sintesi, con i social non si può improvvisare, perchè il rischio di bruciarsi è molto alto. “Andare su Facebook è una cosa molto seria – conclude Pulini – perchè il cliente che entra dalla pagina della mia agenzia, lo dovrò poi veicolare verso l’acquisto di una polizza. E non c’è mai una seconda opportunità per fare una prima buona impressione”.

Per leggere l’articolo di Roberto Felici, dal titolo Intermediari e cambiamento digitale, clicca qui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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