Salvi: “Avanti tutta, ma senza stravolgimenti”
Le competenze dell’agente e la sua centralità sul mercato, il ruolo dei Gruppi e del sindacato, le priorità su cui puntare nel 2012. Roberto Salvi, presidente del Gruppo Agenti Toro, è ufficialmente candidato alla presidenza dello Sna. E in vista del congresso di metà gennaio ci regala qualche anticipazione
26/12/2011
Fra tanti ‘forse’ e ‘si dice’, la sua candidatura alla presidenza nazionale dello Sna è per ora una delle poche certezze, in vista con congresso plenario di metà gennaio. Roberto Salvi, presidentedelle poche certezze, in vista con congresso plenario di metà gennaio. Roberto Salvi, presidente del GAAT (Gruppo Agenti Toro), è stato anche, fino a quando le cariche non sono ‘decadute’, presidente del Comitato dei Gruppi Agenti del sindacato. Una figura di peso, dunque, all’interno del mondo dell’intermediazione assicurativa italiana. A cui abbiamo chiesto un’analisi della situazione generale, e quali sono le proposte che indirizza alla platea di tutti i colleghi agenti.
Presidente Salvi, il dado è tratto: mentre altri ancora discutono se cambiarsi o meno, lei è già in campo in pantaloncini per il riscaldamento…..
Se vuole metterla così, va bene, ci sto. Diciamo che ho deciso di muovermi per tempo, e senza tentennamenti, perché credo che il momento per la categoria sia delicato, e che sia necessario impegnarsi in prima persona.
Lei però non crede che Sna sia da stravolgere, vero?
Non credo agli stravolgimenti, sono per guardare avanti attuando una politica concreta e concentrata su pochi punti ma fondamentali. Ritengo che alla nostra categoria, attesa da sfide e trasformazioni epocali (sia normative che di mercato) serva un sindacato forte, unito, determinato e proiettato al futuro.
Concretamente, cosa propone?
Credo che si debba rimanere con i piedi per terra, e trovare con Ania e con tutte le istituzioni un dialogo, un terreno comune di confronto. Ci sono alcuni punti sui quali è essenziale accordarsi. Non ha senso, ad esempio, continuare a parlare di quattro distinte figure di intermediari, quando sappiamo benissimo che ne sono rimaste solo due: il monomandatario, e il plurimandatario. Ma io sono anche convinto, sia chiaro, che un sindacato non può e non deve dire sempre sì: quando serve bisogna anche saper gestire il conflitto, e ricorrere a tutti gli strumenti disponibili per esprimere dissenso e disaccordo.
Lei si sta confrontando con gli altri candidati, reali o potenziali? L’impressione è che a ridosso del congresso potrebbero esserci novità, altre candidature autorevoli….
Lo vedremo. Io mi sto confrontando in maniera trasparente con tutti, come mio costume. Naturalmente l’auspicio è che, chiunque vinca attraverso un meccanismo democratico, possa poi contare sull’appoggio vero di tutti. Guai a noi se succede il contrario: non possiamo permetterci un sindacato ‘spaccato’ e diviso.
Presidente Salvi, la fusione con Unapass va fatta o no?
Parlare di fusione, tra due soggetti così numericamente difformi, mi pare improprio. Senz’altro sarebbe utile per tutta la categoria che si arrivasse ad avere un sindacato unico, quindi un riavvicinamento dei colleghi di Unapass ce lo auguriamo tutti. Riavvicinamento che potrebbe prevedere un riconoscimento di ruoli ai colleghi Unapass anche in relazione alla rappresentatività data dai rispettivi numeri. Rifiuto l’idea di una confederazione dei Gruppi Agenti e su questo la posizione Unapass la sento distante.
Lei, che è anche presidente di un importante Gruppo Agenti, come vede il rapporto tra gli stessi e il sindacato di categoria?
Sono e devono rimanere due cose distinte nel pieno rispetto dei diversi ruoli. I Gruppi Agenti devono tutelare l’interesse dei colleghi occupandosi della trattativa di secondo livello facendo accordi integrativi che non entrino in conflitto con l’accordo nazionale e rispettando principi sindacali fondamentali e condivisi.
Parliamo della rete Toro presidente: sul territorio avete risentito della fusione con Alleanza?
Abbiamo ovviamente risentito delle tante trasformazioni in pochissimo tempo, compresi due cambi di proprietà da Fiat a De Agostini e quindi a Generali. In questo contesto è importante tarare le politiche aziendali con le peculiarità della rete Toro, rispettando il modello di interazione con la compagnia al quale siamo abituati e che ha portato tanto prestigio e successi a Toro negli anni. L’aspetto positivo è al momento aver mantenuto una netta distinzione con la rete Alleanza. E posso anche aggiungere che, di fronte ad una crisi che indubbiamente si fa sentire, i circa 600 agenti della nostra compagnia stanno cercando di avere un atteggiamento positivo, e propositivo. E la chiave del successo, mi creda, è alla fine sempre la stessa…
Ossia?
Il contatto diretto, costante, fidato e altamente professionale con il cliente già acquisito, e con quello potenziale. Che sia famiglia o piccola e media impresa, l’essenziale è far capire al tuo interlocutore che ha bisogno di te, perché tu gli puoi dare quello che su Internet, in banca o alle poste non può trovare, in termini di know how, consulenza, assistenza personalizzata.
La sua agenzia dove opera?
A Macerata e provincia. Ho una decina fra dipendenti e collaboratori, una raccolta superiore ai tre milioni di euro e una cauta apertura verso Internet e le nuove tecnologie. Cauta perché ultimamente, ai convegni del nostro settore, mi capita di ascoltare interventi di esperti che, causticamente, dicono che entro qualche anno la vita e il business saranno tutti dentro la rete, e noi agenti un residuato del passato. Calma, e gesso. Ragioniamo senz’altro, ma su dati seri e studi verificati. Altrimenti rischiamo davvero di prendere lucciole per lanterne. A mio modesto modo di vedere la categoria degli agenti non soccomberà di certo a causa di detti canali che non potranno mai sostituire il rapporto umano.
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