L’impatto del Covid-19 sul risparmio gestito
Secondo una ricerca di Excellence Consulting, nel primo semestre 2020 le banche reti aumentano la raccolta, ma vedono erodere il loro patrimonio dal mercato
Nonostante l’emergenza sanitaria nel primo semestre 2020 rispetto ai primi sei mesi del 2019, la raccolta netta totale delle principali banche reti cresce da 16.419,0 a 21.650 milioni (+32%), quella netta gestita da 5.973,7 a 8.371,5 (+40%). È quanto emerge da una ricerca realizzata da Exellence Consulting, secondo cui a tenere meglio è il modello digital driven (5,4% vs 3,3% di raccolta netta su patrimonio totale) rispetto a quelli advisor driven (3,3% vs 2,9%) e commercial bank driven (2,4% vs 4,6%). Dall’altre parte il patrimonio totale delle medesime nei primi sei mesi del 2020 diminuisce del -1,02% con solo qualche player che registra segno più.
La ricerca di Excellence Consulting, dal titolo L’impatto dell’emergenza Covid-19 sul business del risparmio gestito, prende in considerazione le principali reti di consulenti finanziari del mercato italiano aderenti ad Assoreti: Allianz Bank, Azimut, Banca Generali, Bnl-Bnp Paribas Life Banker, Credem, Deutsche Bank FA, Fideuram, Fineco, Intesa Sanpaolo Private Banking (Ispb), IWBank, Mediolanum, San Paolo Invest, Widiba.
Al confronto tra i primi sei mesi del 2020 e quelli del 2019, circa la raccolta netta totale a conseguire i risultati migliori sono: Mediolanum (150,5%), Allianz Bank (49,3%), Fineco (41%), Fideuram (38,6%) e Bnl-Bnp Paribas Life Banker (14,9%), tra quelli peggiori si segnala soprattutto Deutsche Bank FA (-67,5%). La raccolta netta gestita risulta positiva per Fideuram (+148%), Widiba (+115,5%), Azimut (+53,5%), negativa per Deutsche Bank Fa (-127%) e Bnl-Bnp Paribas Life Banker (-15,3%).
Per quanto riguarda il patrimonio totale, cinque player mantengono il valore a fine dicembre 2019: Bnl-Bnp Paribas Life Banker (+5,4%), Fineco (+1,4%), Widiba (+0,6%), Banca Generali (+0,4%) e Mediolanum (+0,1%), tutti gli altri vedono ridurre il valore degli asset in amministrazione e gestione: Deutsche Bank FI (-7,3%), Azimut (-3,4%), IWBank (-3,1%), Credem (-3,0%), ISPB (-2,5%), Sanpaolo Invest (-1,3%), Fideuram (-0,9%), Allianz Bank (-0,4%).
La ricerca individua tre cluster in base al modello di business: advisor driven, consulente-centrico e con target di clienti di alto livello (Allianz Bank, Azimut, Banca Generali, Fideuram, Sanpaolo Invest), digital driven, a forte intensità digitale e con portafogli in termini di numero clienti per consulente più rilevanti (Fineco, IWBank, Mediolanum e Widiba), commercial bank driven, operatori che hanno mantenuto una forte correlazione con le banca commerciale dello stesso gruppo bancario di appartenenza e ne rappresentano in sostanza la divisione dedicata (Credem, Deutsche Bank FI e Bnl-Bnp Paribas Life Banker). A conservare maggiormente il patrimonio tra primo semestre 2020 e corrispettivo 2019 è il modello digital (5,4% vs al 3,3% di raccolta netta su patrimonio totale) rispetto a quelli advisor (3,2% vs 2,9%) e Commercial Bank (2,4% vs 4,6%).
“La nostra ricerca - spiega Maurizio Primanni (nella foto), ceo Excellence Consulting – voleva verificare la reazioni delle reti all’emergenza Covid-19. Il modello gestionale e organizzativo delle Reti si dimostra ancora una volta molto valido. Nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, oltre ad avere migliorato il dato di raccolta netta (+32%) e gestita (+40%) in modo significativo, l’analisi dei dati economici delle principali Reti (le quotate più Fideuram) ci dimostra che sono anche riuscite a migliorare il battente dei ricavi di oltre il 3%. Lo stesso confronto invece per le banche commerciali quotate segna un riscontro diverso, con i ricavi che sono diminuiti di oltre il 5%”. Primanni fa notare che a ciò non corrisponde un aumento degli asset in portafoglio che sono stati condizionati dal calo dei mercati indotto dalla crisi sanitaria (complessivamente -1,02%). Che cosa fare? “Oltre alla definizione, sia di nuovi prodotti legati al cambiamento della domanda dei clienti, che è mutata in bisogni e richieste dopo l’avvento di Covid-19, sia di nuovi paradigmi gestionali e organizzativi, il fatto che il modello digitale-centrico tenga meglio degli altri – osserva Primanni – indica che l’opzione digitale per il futuro rappresenterà sempre più spesso la stella polare da seguire”.
La ricerca di Excellence Consulting, dal titolo L’impatto dell’emergenza Covid-19 sul business del risparmio gestito, prende in considerazione le principali reti di consulenti finanziari del mercato italiano aderenti ad Assoreti: Allianz Bank, Azimut, Banca Generali, Bnl-Bnp Paribas Life Banker, Credem, Deutsche Bank FA, Fideuram, Fineco, Intesa Sanpaolo Private Banking (Ispb), IWBank, Mediolanum, San Paolo Invest, Widiba.
Al confronto tra i primi sei mesi del 2020 e quelli del 2019, circa la raccolta netta totale a conseguire i risultati migliori sono: Mediolanum (150,5%), Allianz Bank (49,3%), Fineco (41%), Fideuram (38,6%) e Bnl-Bnp Paribas Life Banker (14,9%), tra quelli peggiori si segnala soprattutto Deutsche Bank FA (-67,5%). La raccolta netta gestita risulta positiva per Fideuram (+148%), Widiba (+115,5%), Azimut (+53,5%), negativa per Deutsche Bank Fa (-127%) e Bnl-Bnp Paribas Life Banker (-15,3%).
Per quanto riguarda il patrimonio totale, cinque player mantengono il valore a fine dicembre 2019: Bnl-Bnp Paribas Life Banker (+5,4%), Fineco (+1,4%), Widiba (+0,6%), Banca Generali (+0,4%) e Mediolanum (+0,1%), tutti gli altri vedono ridurre il valore degli asset in amministrazione e gestione: Deutsche Bank FI (-7,3%), Azimut (-3,4%), IWBank (-3,1%), Credem (-3,0%), ISPB (-2,5%), Sanpaolo Invest (-1,3%), Fideuram (-0,9%), Allianz Bank (-0,4%).
La ricerca individua tre cluster in base al modello di business: advisor driven, consulente-centrico e con target di clienti di alto livello (Allianz Bank, Azimut, Banca Generali, Fideuram, Sanpaolo Invest), digital driven, a forte intensità digitale e con portafogli in termini di numero clienti per consulente più rilevanti (Fineco, IWBank, Mediolanum e Widiba), commercial bank driven, operatori che hanno mantenuto una forte correlazione con le banca commerciale dello stesso gruppo bancario di appartenenza e ne rappresentano in sostanza la divisione dedicata (Credem, Deutsche Bank FI e Bnl-Bnp Paribas Life Banker). A conservare maggiormente il patrimonio tra primo semestre 2020 e corrispettivo 2019 è il modello digital (5,4% vs al 3,3% di raccolta netta su patrimonio totale) rispetto a quelli advisor (3,2% vs 2,9%) e Commercial Bank (2,4% vs 4,6%).
“La nostra ricerca - spiega Maurizio Primanni (nella foto), ceo Excellence Consulting – voleva verificare la reazioni delle reti all’emergenza Covid-19. Il modello gestionale e organizzativo delle Reti si dimostra ancora una volta molto valido. Nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, oltre ad avere migliorato il dato di raccolta netta (+32%) e gestita (+40%) in modo significativo, l’analisi dei dati economici delle principali Reti (le quotate più Fideuram) ci dimostra che sono anche riuscite a migliorare il battente dei ricavi di oltre il 3%. Lo stesso confronto invece per le banche commerciali quotate segna un riscontro diverso, con i ricavi che sono diminuiti di oltre il 5%”. Primanni fa notare che a ciò non corrisponde un aumento degli asset in portafoglio che sono stati condizionati dal calo dei mercati indotto dalla crisi sanitaria (complessivamente -1,02%). Che cosa fare? “Oltre alla definizione, sia di nuovi prodotti legati al cambiamento della domanda dei clienti, che è mutata in bisogni e richieste dopo l’avvento di Covid-19, sia di nuovi paradigmi gestionali e organizzativi, il fatto che il modello digitale-centrico tenga meglio degli altri – osserva Primanni – indica che l’opzione digitale per il futuro rappresenterà sempre più spesso la stella polare da seguire”.
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