UniSalute, la famiglia resta al centro del sistema di welfare
Per più di un italiano su due (58%), rivela il sondaggio di UniSalute, la gestione dei propri cari non autosufficienti deve avvenire all’interno delle mura domestiche
Un italiano su tre (30%) è personalmente a conoscenza, e spesso direttamente coinvolto nelle cure, di un proprio caro o amico che vive in una situazione di non autosufficienza, secondo uno studio di Nextplora commissionato dall'Osservatorio Sanità di UniSalute, compagnia del gruppo Unipol.
Come noto, la popolazione italiana è tra le più vecchie del mondo e composta anche da un gran numero di persone non autosufficienti, o affette da malattie croniche, che necessitano di attenzioni e cure quotidiane, molto spesso affidate alla famiglia, "protagonista del sistema sociale" italiano.
Per più di un italiano su due (58%), rivela il sondaggio, la gestione dei propri cari non autosufficienti deve avvenire all’interno delle mura domestiche: in oltre un caso su tre (36%) sono direttamente i familiari a prendersi cura della persona non autosufficiente, mentre nel 22% dei casi, le famiglie si fanno assistere da badanti.
Ma la cura quotidiana di un malato rischia di diventare lo stesso insostenibile per le famiglie, oltre a richiedere spesso una assistenza specializzata. È per questo che il 44% degli intervistati considera l’idea di stipulare una polizza sanitaria in caso di non autosufficienza, anche se poi non lo fa.
Ad aiutare le famiglie può però arrivare la tecnologia, per esempio attraverso i servizi di telemonitoraggio: un’opportunità ancora poco conosciuta. Il 45% di chi è alle prese con la cura di un familiare non autosufficiente ha dichiarato di non conoscere questi strumenti. "Un dato che fa riflettere - commenta UniSalute -, visto che il telemonitoraggio, assieme alle nuove tecnologie che si vanno sperimentando, rappresenta, e rappresenterà sempre di più, un mezzo valido ed efficace per facilitare la gestione direttamente al domicilio delle patologie croniche".
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