Truffe alle compagnie, 23 arresti a Palermo
I falsi incidenti venivano inscenati all'interno di un terreno di proprietà di uno degli arrestati
28/11/2013
Una truffa messa in atto in modo sistemico da un'organizzazione ben rodata. A farne parte, con compiti distinti, una serie di professionisti tra avvocati, periti assicurativi ed impiegati postali. Epicentro di tutti i raggiri, un vasto appezzamento di terreno a Partinico (Palermo), di proprietà della mente della banda, utilizzato come pista di collisione dove provocare gli incidenti che poi sarebbero stati denunciati come reali e avrebbero portato a lauti risarcimenti da parte delle compagnie assicurative.
L'organizzazione è stata smantellata dalla polizia di Partinico, in collaborazione con quella di Corelone e Palermo, e ha portato a 23 arresti, con ben 117 persone finite nell'inchiesta. L'inchiesta è partita quando sono stati incrociati i dati di alcuni incidenti ed è stato scoperto che le persone coinvolte erano sempre le stesse: una coincidenza che ha insospettito gli investigatori. Alla fine dopo due anni di indagine sono stati individuati 300 scontri e tamponamenti costruiti ad arte da periti, avvocati, assicuratori, geometri, impiegati di banca per truffare una trentina di compagnia assicurative. In diversi casi le ammaccature alle auto sarebbero state provocate da colpi di mazza e non da veri tamponamenti.
L'organizzazione è stata smantellata dalla polizia di Partinico, in collaborazione con quella di Corelone e Palermo, e ha portato a 23 arresti, con ben 117 persone finite nell'inchiesta. L'inchiesta è partita quando sono stati incrociati i dati di alcuni incidenti ed è stato scoperto che le persone coinvolte erano sempre le stesse: una coincidenza che ha insospettito gli investigatori. Alla fine dopo due anni di indagine sono stati individuati 300 scontri e tamponamenti costruiti ad arte da periti, avvocati, assicuratori, geometri, impiegati di banca per truffare una trentina di compagnia assicurative. In diversi casi le ammaccature alle auto sarebbero state provocate da colpi di mazza e non da veri tamponamenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA