Insurance Trade

Tassi in rialzo e inflazione, quali conseguenze sui sinistri property

Cineas e Aipai hanno organizzato a Milano un convegno per approfondire lo scenario economico e i suoi risvolti sulle coperture assicurative

Tassi in rialzo e inflazione, quali conseguenze sui sinistri property
Pandemia, crisi delle supply chain, aumento dei prezzi dei materiali edili (spinti dai vari bonus 110% e facciate). E ancora: aumento dei costi dell’energia, crescita dell’inflazione, rialzo dei tassi, guerra in Ucraina. L’impressione è quella di essere all’interno di una tempesta perfetta le cui ripercussioni, ovviamente, si fanno sentire anche sul settore assicurativo. Per analizzare, nel dettaglio, quelle che sono le conseguenze di questo scenario, in particolare sulle coperture property e sui sinistri, Aipai e Cineas hanno organizzato, ieri mattina presso il Politecnico di Milano, un momento di approfondimento per provare a fare il punto e tracciare alcuni punti fermi da cui osservare questa fase del mercato. Il convegno si è aperto con i saluti di benvenuto del presidente del Cineas, Massimo Michaud, e di Aurelio Vaiano, presidente di Aipai.

VUCA O BANI?

È quindi toccato a Massimiliano Maggioni, docente Cineas e affiliate professional presso l’Università di Pisa, tracciare una dettagliata panoramica sullo scenario economico. Maggioni è partito da due concetti contrapposti. Il primo è vuca, acronimo di instabilità, incertezza, complessità e ambiguità, termine coniato dall’esercito degli Stati Uniti alla fine della Guerra Fredda, spesso utilizzato in tempi di crisi aziendale. Il secondo è bani (brittle, anxious, non-linear, incomprehnsible, ossìa fragile, ansioso, non-lineare, incomprensibile) acronimo che considera i cambiamenti portati dalla pandemia di Covid-19. “Questo approccio – ha spiegato – prevede scelte che vanno a incidere sui nostri comportamenti economici ma che non seguono un percorso sempre razionale”. Maggioni, per fare un esempio, ha lamentato una non linearità nell’assenza di collegamento tra aumento dei tassi e l’efficacia nel contrastare l’inflazione. In definitiva, secondo Maggioni, dopo una crisi acuta si sta andando a livello globale verso un periodo di rallentamento, mentre sul lungo termine i picchi sono ciclici e fisiologici; quanto all’effetto della modifica dei tassi di interesse, Maggioni ha rilevato molta emotività giacché, ha affermato, queste misure “hanno effetto dopo almeno cinque trimestri”; secondo il professore, “l’Italia ha capacità di reagire più rapidamente rispetto ad altre economie: nelle situazioni di crisi, le soluzioni possono essere trovate mettendo in campo una certa dose di discontinuità con il passato”.

MA NON C’È SOLO L’INFLAZIONE

Gli spunti offerti da Maggioni sono stati poi discussi all’interno di una tavola rotonda moderata da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Trade. Gli assicuratori si trovano a doversi confrontare con i costi, ma devono anche trasmettere al cliente la solidità del settore, l’affidabilità e la fiducia, e lo devono fare soprattutto in momenti così complessi. “In Italia – ha esordito Marco Valle, vice presidente di Aipai – abbiamo sempre dovuto fare i conti con l’inflazione”, e ha invitato a cogliere “con un’adeguata e importante comunicazione, e con la collaborazione degli intermediari, l’opportunità di un importane adeguamento dei portafogli polizze, in particolare per i fabbricati”. Valle ha poi sottolineato “la necessità di un’accorta gestione dei sinistri con attività di sopralluogo e mediante strutture liquidative e peritali competenti e formate”, da cui potranno emergere potenziali importanti risparmi, “tramite una gestione peritale che privilegi la velocità nelle decisioni di salvataggio, recupero, minimizzazione dei danni indiretti, e con ragionevole velocità di definizione dei sinistri”.

IL PESO DELLE CATASTROFI NATURALI

Ma un punto condiviso dagli intervenuti è il fatto che l’inflazione sia soltanto uno degli aspetti che più sta impattando sui sinistri property. Secondo Stefano Ronsivalle, vice president claims Emea di Swiss Re, sulla riassicurazione, ad esempio, ha influito molto il trend sui sinistri catastrofali che dal 2017 ha avuto esposizioni medie di 100 miliardi di dollari. “C’è stato un aumento della severità dei sinistri cat nat influenzato soprattutto dall’aumento di eventi catastrofali in aree urbanizzate, il tutto in un contesto in cui inflazione e mercati finanziari hanno contribuito alla perdita di marginalità delle aziende”, ha detto. Tendenzialmente, ha continuato, “osserviamo da anni un costante aumento del 5-7% dei costi, ma questo non si è immediatamente tradotto in un aumento dei premi.

FRENA LA VOLATILITÀ

C’è stato per anni un disallineamento di una corretta valutazione del rischio, un adagiamento negli anni delle compagnie assicurative che solo a seguito di scossoni si adeguano”. C’è poi un ulteriore aspetto che riguarda la volatilità, e cioè fino a che punto il confronto con questa variabile consente di monitorare il costo dei sinistri. Secondo Enrico Mercogliano, head of property & casualty claims di Generali Global Corporate & Commercial “un’azione molto importante è quella di elevare il monitoraggio anche con l’applicazione di criteri come il forecast sinistri. Il livello di controllo e monitoraggio e attenzione – ha detto – si è affinato: oggi dopo poche ore si inizia a discutere con il perito e a fare previsioni”. Secondo il manager, tuttavia, “i picchi preoccupanti che abbiamo vissuto nel 2022 credo siano superati, oggi la previsione è quanto meno di una diffusa stabilizzazione. Una stabilità che, penso, inciderà positivamente sui tempi di gestione”. In questo senso, uno dei risvolti principali è la capacità di relazione con l’assicurato. Per Giuseppe Martina, global relationship leader di Zurich Insurance, l’elemento chiave è “far partecipare al rischio anche l’assicurato con attività di analisi sul rischio e nella mitigazione: questo – ha detto – è il miglior modo di combattere l’inflazione che può emergere in caso di sinistri”. Secondo Daniela Marucci, responsabile linea corporate di UnipolSai, il recupero di redditività passa da una corretta valutazione del rischio, “quindi nel dare a ciascun assicurato il prezzo corretto rispetto al profilo di rischio. Oggi questo diventa sempre più importante per sostenere l’attività assicurativa e per continuare ad assicurare determinate tipologie di rischio”.

L’IDEA DI UN NUOVO TAVOLO DI LAVORO

C’è infine un tema emergente come quello dell’introduzione nei contratti della stima preventiva. Secondo Ellen Bertolo, head of claims di Aon, questa misura “toglie alcune delle attività dei periti, ma io credo che vada in maggior misura a valorizzare alcune delle loro attività core, cioè l’indagine sulle cause che hanno provocato il sinistro. La stima comunque ha un tema dei costi: e in alcuni casi può comportare un aumento del premio, ma questo, bisogna spiegarlo, va a beneficio del claim management, soprattutto quando ci sono sinistri di grandi entità”.

Quello delle stime preventive, tuttavia, non è considerato un problema dai periti intervenuti: secondo Valle, “sono assolutamente utili soprattutto nei sinistri di grande entità, anzi si evitano lunghe discussioni”. Vaiano, intervenendo in conclusione, ha detto di non essere preoccupato dalle stime preventive, “ma da chi non può permettersele, cioè le piccole aziende”, e ha lanciato l’idea di realizzare all’interno del Cineas un tavolo di studio per creare un centro di assistenza per quelle realtà che non hanno la possibilità di accedere a consulenze costose e per rivalutare le somme assicurate. A questo ipotetico tavolo dovrebbero partecipare agenti, broker, compagnie e il Cresme. Servirebbe quindi un intervento a cui partecipano tutti gli attori del sistema, come ha ricordato concludendo l’evento, Massimo Michaud, che ha esortato “a fare squadra perchè abbiamo necessità di ricalibrare la tecnica assicurativa in chiave moderna, ascoltando quello che il sinistro ci dice, non tanto in termini storici ma in termini prospettici”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti