Previdenza, in rialzo iscritti, rendimenti e patrimonio
È quanto emerge dall’ultima relazione annuale della Covip. Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, pone tuttavia l’attenzione sulle “numerose posizioni individuali di modesto ammontare”
Il 2023 si è rivelato un anno particolarmente positivo per l’industria della previdenza complementare in Italia. Alla fine dello scorso anno, stando a quanto si legge nell’ultima relazione annuale della Covip, il mercato contava complessivamente 9,6 milioni di iscritti, in crescita del 3,7% rispetto al 2022. Bene soprattutto il dato relativo ai più giovani, con il 19,3% delle adesioni complessive che risulta riferibile a cittadini con meno di 34 anni di età: nel 2019, giusto per avere un’idea, la quota si fermava al 17,6%.
Anche i rendimenti virano in positivo, recuperando le perdite accumulate nel corso di un 2022 che era stato invece decisamente complesso. “Nel 2023 la dinamica positiva dei mercati finanziari si è riflessa sui rendimenti di tutte le tipologie di linee di investimento”, si legge nella relazione della Covip. A beneficiare del trend sono soprattutto i comparti azionari: +11,5% per i Pip, +11,3% per i fondi aperti e +10,2% per i fondi negoziali. In positivo, seppur su livelli inferiori, anche i comparti bilanciati e obbligazionari.
Numeri in crescita infine anche per quanto riguarda il patrimonio complessivo del settore: le risorse accumulate ammontano complessivamente a 224,4 miliardi di euro, con un incremento del 9,1% su base annua. Alla base del risultato, come specifica la Covip, c’è prevalentemente la “dinamica positiva dei mercati finanziari”. Le risorse dell’industria risultano pari al 10,8% del Pil e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Nell’illustrare i dettagli della relazione, la presidente facente funzione Francesca Balzani ha evidenziato che il risparmio previdenziale “necessita di un quadro normativo quanto più possibile stabile", sottolineando in particolare che i "cambiamenti vanno opportunamente soppesati, per evitare che venga compromesso il livello di affidabilità che il settore ha in questi decenni faticosamente conquistato”. Balzani ha quindi rimarcato la necessità di “interventi che migliorino la capacità contributiva delle persone”, specialmente per quelle più deboli e ai margini del sistema, ventilando l’ipotesi di una “rimodulazione dell’intervento pubblico”.
Commentando i contenuti della relazione, Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, ha voluto sottolineare la “sussistenza di numerose posizioni individuali di modesto ammontare, tanto nelle forme di mercato (per abbandono contributivo) quanto nei fondi di origine collettiva (adesioni contrattuali che rimangono tali)”. Corbello ha quindi proposto che tutti i fondi siano tenuti a “dare avviso agli aderenti dell’inidoneità previdenziale delle posizioni di infimo ammontare”.
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